Mercoledì anche il Vescovo in carcere per la rappresentazione de “Il Piccolo Principe” proposto dai detenuti guidati da Alfonso Alpi

Al termine dello spettacolo l'incontro con i familiari nell'area verde appositamente allestita all'interno della casa circondariale

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Anche il vescovo Antonio assisterà, nel pomeriggio di mercoledì 25 maggio, alla rappresentazione de “Il Piccolo Principe” messa in scena all’interno della casa circondariale di Cremona. Lo spettacolo è il frutto del laboratorio teatrale portato avanti da un gruppo di detenuti sotto la guida dell’attore cremonese Alfonso Alpi.

Alpi stesso interpreterà il pilota costretto a un atterraggio di fortuna in pieno deserto del Sahara. Nel tentativo di riparare l’aereo avviene l’incontro con un bambino, il Piccolo Principe appunto, interpretato da un altro volontario cremonese: il giovane Michele Alquati.

Inizia così l’avventura dell’aviatore ideato da Saint-Exupéry, che visita altri pianeti incontrando strani personaggi: un re, un vanitoso, un ubriacone, un lampionaio, un geografo… Parti affidate appunto alla dozzina di detenuti che negli ultimi sei mesi si sono impegnati per preparare al meglio questa rappresentazione.

«Sono ormai tre anni – spiega Alfonso Alpi – che, da volontario, sono stato coinvolto per questo laboratorio di teatro nella casa circondariale di Cremona. Attualmente con una dozzina di detenuti, ma solo alcuni di questi hanno partecipato sin dall’inizio. Per gli altri c’è stato un obbligato ricambio, dovuto in particolare ai trasferimenti. In complesso, dunque, le persone coinvolte sono state molte di più. Ed è stato bello che le richieste di partecipazione a questa iniziativa siano arrivate sempre proprio da loro, che poi si sono messi in gioco fino in fondo».

Ad assiste allo spettacolo ci saranno naturalmente gli altri detenuti, ma non mancheranno neppure i volontari che operano all’interno della struttura di via Palosca e i famigliari dei carcerati-attori.

«L’idea di fare uno spettacolo e invitare i familiari – precisa Alpi – è venuta proprio da loro, che hanno colto il significato di questa iniziativa e si sono impegnati molto e con costanza. Sono emerse tante capacità e talenti messi a frutto perchè lo spettacolo diventi segno del cambiamento che non è sufficiente raccontare a parole, soprattutto ai bambini. Davvero si sono lasciati coinvolgere e, divenendo ciascuno protagonista,  manifestano la propria singola bellezza».

«L’idea di invitare il Vescovo – prosegue Alfonso Alpi – è arrivata per caso in occasione della Messa pasquale che mons. Napolioni ha celebrato all’interno della casa circondariale. Ci siamo presentati, come gruppo del laboratorio teatrale, e lui stesso ci ha detto di fargli sapere quando avremmo messo in scena lo spettacolo per poter essere presente. Così abbiamo fatto. E ovviamente ha accettato l’invito».

A caratterizzare il pomeriggio del 25 maggio sarà anche un ulteriore aspetto: il fatto che, al termine dello spettacolo, i detenuti potranno incontrare i propri familiari, bambini compresi, nello spazio appositamente allestito tra il verde non lontano dal teatro del carcere.

Questo laboratorio, e lo spettacolo de “Il Piccolo Principe”, è dunque un altro importante tassello nel lavoro portato avanti della Direzione della struttura di Ca’ del Ferro, guidata dalla direttrice Maria Gabriella Lusi, perché il carcere non sia una realtà isolata come un ghetto, nella consapevolezza che solo abbassando i ponti levatoi tra il carcere e la città sarà possibile garantire una reciproca conoscenza in grado di avvicinare le persone, abbattere le paure e aiutare a camminare tutti insieme per il bene della società. Un processo che anche la semplice rappresentazione dell’opera più conosciuta di Antoine de Saint-Exupéry può aiutare a consolidare. In fondo “Le Petit Prince” è sì un libro per bambini, ma che si rivolge agli adulti. Con i suoi vari piani di lettura, infatti, questa storia non solo è piacevole davvero per tutti, ma ad ogni lettura porta a riflettere su tanti temi importanti che interrogano personalmente ognuno di noi.

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