Mazzolari, «Ogni uomo è un portacenere»

Suggestivo quaresimale minore di don Primo, il servo di Dio inserito nel Giardino Virtuale “Giusti del Monte Stella” di Gariwo

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Lunedì 6 marzo, nel contesto della Giornata europea dei Giusti, il nome di don Primo Mazzolari, il sacerdote cremonese di cui presto si aprirà il processo di beatificazione, sarà iscritto nel Giardino Virtuale “Giusti del Monte Stella” di Gariwo [leggi tutto]. Intanto pubblichiamo un suggestivo quaresimale del parroco di Bozzolo che ci può aiutare all’inizio di questo tempo forte.Ecco il testo:

Mercoledi, primo giorno di Quaresima, ho benedetto le ceneri. Calava la notte, che è proprio l’ora della preghiera (ad vesperum demorabitur fletus et ad matutinum laetitia: alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia. Salmo 30,6).

I fanciulli, in abito da coro, mi fanno cerchio all’altare. Il maggiore porta le ceneri in un bacile di rame, due le candele, uno l’aspersorio, uno il turibolo. Guardo la scena usuale e mi sento portar via da una strana impressione, che m’accompagna mentre distribuisco le ceneri a me e ai miei.

Sono cenere, dico a me, sei cenere, dico ad ognuno mentre piega la testa. E se ne vanno portandosi tra i capelli la sentenza del destino comune: e in cenere ritornerai.

Subito, ho l’impressione di essermi baloccato con la morte. No, la mia gente ed il suo prete possono dimenticarsi di essere cenere, ma il grumo di cenere che vedo sulla testa di ognuno fa più senso della dichiarazione. Oltre che cenere, sono un portacenere; ogni uomo è un portacenere. Di portaceneri (il focolare non è un portaceneri) ce ne sono di varie fogge: artistici, dozzinali, volgari e nobili. Sono sempre però portaceneri, di rado sentirete elogiare la padrona di casa per codesti aggeggi. Si complimentano i portaceneri, contenti di essere fabbricanti e commercianti di cenere. (…)

Prima di pulire la casa, la donna vuota i portaceneri. Nessuna donna di casa, padrona o ancella, li pulisce con garbata avvertenza. Si tratta di cenere e di arnesi di poco conto. E qualcuno si meraviglia del poco conto in cui sono tenuti e trattati dagli uomini. E’ proprio questo inutile carico, con il suo costoso affanno di fumo e di niente, che si svaluta davanti ai nostri e agli occhi degli altri. Vale la pena, gridiamolo una buona volta “dai tetti”, vale la pena di vivere per imbarcare cenere e fumo? Mi spaventa meno sentirmi dire “che sono cenere e che in cenere ritornerò”, ma questo incessante e quotidiano carico di cenere cui mi lascio andare come all’unica occupazione possibile, mi avvilisce. (…)

Sono un grumo di polvere, coagulato con speranze e sospiri che non si placano con della cenere; sono un grumo di polvere che ha bisogno di mettere insieme un pedaggio per andare oltre la polvere. La Quaresima è la Chiesa che prende maternamente per mano il portacenere e gli dice: è ora di cambiar mestiere, figliuolo, se vuoi che “rifiorisca la polvere del tuo fragile vaso” e che la tua breve giornata si corichi nella speranza (“requescet in spe”. Salmo 16, 9).

 

Mazzolari provoca così e sollecita ancora le coscienze in questo inizio di Quaresima: “Oltre che cenere, sono un portacenere; ogni uomo è un portacenere”. E la sua conclusione è un invito più che mai attuale: “La Quaresima è la Chiesa che prende maternamente per mano il portacenere e gli dice: è ora di cambiar mestiere… e che la tua breve giornata si corichi nella speranza…”.

Walter Montini

 

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