L’esperienza di alcuni “Giovani insieme” che hanno lavorato negli oratori

Il progetto che coinvolge i giovani del territorio diocesano verrà riproposto anche il prossimo anno. Testimonianze da Brignano, San Francesco in città e Soresina

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Continua l’esperienza di Giovani insieme. Anche per il prossimo anno pastorale, infatti, viene riproposto l’inserimento lavorativo di 20 giovani (in età compresa tra i 20 e i 30 anni, che non abbiano altro lavoro in corso) sul territorio diocesano a servizio degli Oratori.

Per comprendere i risultati scaturiti da questa iniziativa, alcuni giovani che hanno svolto questo servizio nell’anno pastorale 2015-16 raccontato questa particolare esperienza.

Sono Martha Ferrari, ho 26 anni e sto terminando il corso di laurea specialistica in Culture moderne comparate. Questo è stato il secondo anno per me come “Giovane insieme” nell’oratorio di Brignano, dove da sempre ho fatto l’animatrice, il servizio al bar, organizzato eventi con gli altri giovani. La proposta di aderire a questo progetto è venuta proprio dal mio don: provenivo dall’esperienza del doposcuola delle medie e delle elementari, che l’anno precedente seguivo già come figura professionale. È stata quindi l’occasione per continuare quel servizio e sperimentare anche nuove mansioni. In particolare ho coordinato gli adolescenti nella realizzazione di alcuni progetti di animazione in vari momenti dell’anno (Natale, Carnevale…) e con altri giovani ho organizzato alcuni spazi di animazione indirizzati ai ragazzi. Ho imparato sempre più a stare a contatto con la realtà quotidiana dell’oratorio: questo ha fatto maturare in me non solo tanta pazienza ma anche un particolare sguardo di attenzione verso ragazzi ed adolescenti, magari con situazioni particolari o difficili. Dal momento che il mio sogno è quello di diventare insegnante, l’esperienza di “Giovani insieme” mi ha aiutato anche a prepararmi meglio ad affrontare la relazione con gli adolescenti e a capire meglio i loro comportamenti e il loro mondo. Consiglio questo lavoro anche a quanti non scelgono di continuare in una professione in educativo, proprio perché trovo che si un’esperienza che arricchisce molto dal punto di vista personale ed umano.

Mi chiamo Lorenzo Pini, ho 21 anni e studio Economia nella sede di Cremona dell’Università Cattolica. Ho lavorato quest’anno per l’oratorio di San Francesco d’Assisi in Cremona, nel quale sono cresciuto e dove, fin dall’adolescenza sono stato animatore. Svolgo anche il ruolo di catechista dell’iniziazione cristiana. Durante quest’anno ho avuto la possibilità di mettermi in gioco in modo nuovo nella mia parrocchia, ricoprendo una veste più ufficiale e professionale. Sono stato coordinatore e collaboratore del doposcuola delle elementari, ho coordinato le attività per i ragazzi delle medie per l’interparrocchialità (San Francesco, Immacolata Concezione (Maristella) e San Bernardo) e svolto alcune mansioni di segreteria. Ho speso poi molte ore nelle attività estive: ero coordinatore del Grest delle elementari e ha fatto l’animatore ai campi estivi proposti dalle tre parrocchie. Mi sono stati affidati ruoli che avevo visto fare da altri in passato e che ho cercato di gestire e di portare avanti con impegno. Consiglio questa esperienza a quanti vogliono vivere a fondo l’esperienza dell’oratorio, diventando una figura di riferimento sia per i ragazzi, sia per le famiglie. 

Sono Ambra Rossi, ho 22 anni e frequento l’Istituto di Scienze Religiose a Crema. Durante il lavoro in parrocchia a Soresina quest’anno ho avuto la possibilità di stare a contatto con i bambini e mi sono appassionata nell’intrecciare relazioni con loro. Insieme all’altra giovane che ha aderito al progetto, ho seguito tutti i giorni i bambini in difficoltà sia del doposcuola, sia nella scuola diocesana Cittanova, dove si era rivelato necessario l’aiuto di figure educative. Durante l’estate poi mi sono occupata del Grest, sia svolgendo mansioni più burocratiche, sia nell’effettiva manifestazione. Ho imparato a collaborare con i ragazzi e gli adolescenti, ma soprattutto ho scoperto di essere portata a confrontarmi con i più piccoli. Con i bambini che ho seguito, infatti, abbiamo intrapreso un percorso che li ha portati a crescere in diversi ambiti, soprattutto in quello relazionale. Questo mi ha dato molta soddisfazione.  

 

Giovani insieme 2016-17

Rispetto agli scorsi anni il monte ore finanziato è stato diminuito notevolmente, ma non esclude che una Parrocchia possa implementare l’investimento in modo autonomo. Tutto dipende dalle esigenze reali del contesto di attivazione. Anzi: la progressiva riduzione delle ore finanziate racconta anche delle reali necessità progettuali e spinge a riflessioni di investimento più precise.
Occorre ribadire con forza che il progetto non si propone di generare un direttore laico né un catechista, ma si limita ad una collaborazione di primo livello, dietro stesura di un contratto e prevedendo una formalità chiara.

Informazioni tecniche

  • Monte ore da settembre 2016 ad agosto 2017: 300 ore, con un minino di 15 ore mensili, per una presenza al lavoro di non meno di 40 settimane.
  • Compenso orario: 10 euro (costo unitario del voucher).
  • Metodo di pagamento: vouchers.
  • Contribuzione di Regione Lombardia: 65,57% del monte ore. Regione Lombardia chiederà tre rendicontazioni e fornirà due rimborsi.
  • Ogni giovane riceverà un compenso lordo minimo (e finanziato nella percentuale indicata) di 3.000,00 euro. Al netto € 2.250,00.
  • Nel monte ore sono previste 6 ore di formazione diocesana.

L’iniziativa per la terza annualità viene in aiuto alla vita concreta degli Oratori: suppone una disponibilità delle Parrocchie ad investire una risorsa specifica sul campo della relazione educativa, della vita degli Oratori feriali e su specifici progetti (dopo-scuola, cortile…); e chiede di individuare giovani universitari o disoccupati che possano servire con intelligenza e buon cuore i nostri Oratori. Questo sia a livello di parrocchia che a livello interparrocchiale o zonale. il progetto non prevede un servizio catechistico né una responsabilità di direzione dell’oratorio, ma si preoccupa di fornire risorse per un aiuto concreto ai giovani e agli Oratori.

«È importante che all’interno delle parrocchie si individuino giovani da valorizzare e da formare anche dal punto di vista professionale», commenta don Paolo Arienti. «Necessaria in questo senso diventa la ricerca sul territorio di queste risorse, soprattutto da parte di sacerdoti e di laici già impegnati in parrocchia».

L’esperienza dei due anni precedenti, in larga parte positiva, spinge a ripresentare il progetto e a cogliere l’opportunità che le Parrocchie, dinnanzi alla riduzione progressiva del contributo regionale, maturino la prassi di un investimento progettuale, economico e culturale sui giovani.

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