Le voci dei giovani cremonesi volontari al Meeting: «Per noi un’esperienza di incontro»

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Si è concluso da pochi giorni alla Fiera di Rimini il 43° Meeting per l’Amicizia tra i Popoli. Il titolo dell’edizione 2022 “Una Passione per l’uomo” riprende un intervento di don Luigi Giussani del 1985: «Il cristianesimo non è nato per fondare una religione, è nato come passione per l’uomo». Ed è proprio questa l’esperienza testimoniata da alcuni ragazzi cremonesi che hanno partecipato all’evento come volontari.

Ciò che ha colpito Gaia, cremonese universitaria, è stato lo stupore negli occhi delle persone, durante una serata di canti. Seduta alle “Piscine Est” della Fiera in una pausa dal suo lavoro come hostess, racconta: «Ieri, alla serata di canti che abbiamo organizzato, c’era tantissima vita – e aggiunge sorridendo – però, non per merito mio». Un “surplus” di vita, non del tutto spiegabile come esclusivo prodotto della buona volontà di chi si è messo all’opera: contagio di vita e unità che i tanti giovani che hanno offerto il loro impegno hanno riconosciuto come un dono di cui essere grati. Basta pensare ai dialoghi nati tra ospiti o visitatori di nazionalità, fede, convinzioni o schieramenti politici diversi. In questi cinque giorni, ci si è allenati a riconoscere nell’altro una risorsa buona per la propria vita. Anche nella semplicità di un incontro fortuito o nel più umile dei “servizi”, al Meeting «ogni secondo è occasione per un incontro»: lo afferma Paolo, giovane cremonese che indossa una maglia viola per contraddistinguere il suo compito di parcheggiatore.

Mostre, convegni, spettacoli: qualsiasi proposta del Meeting intercetta il “desiderio di felicità, di bene, di verità e di giustizia che abita nel cuore di ognuno”. È la mission dell’evento, come viene esplicitato nel sito ufficiale della Fondazione.

Ciò non significa che il lavoro sia privo di difficoltà: «Se l’anno scorso il Meeting è stato per me una rinascita, quest’anno mi sono stati messi davanti i miei limiti» afferma Chiara, anche lei di Cremona, vestita con la t-shirt gialla del settore ristorazione. Aggiunge sorridendo: «Eppure, c’è qualcuno che mi vuole così».  Si può arrivare dopo un anno faticoso e si può arrivare carichi del proprio limite, sicuri che ci sarà qualcuno pronto ad accoglierti, «anche persone con cui non hai mai parlato» dice Chiara.

Dunque, un luogo di incontro, accoglienza e soprattutto gratuità, come testimoniano i ragazzi di Cremona lì presenti. Nei cinque giorni del Meeting, tra mostre, convegni e spettacoli, tutti, compresi i nostri ragazzi, hanno potuto riconoscere quella “passione per l’uomo” con forza richiamata dal fondatore del movimento di Comunione e Liberazione don Luigi Giussani. Come riporta il sito della Fondazione, il Meeting di Rimini, andando a scomodare tanti ambiti della cultura, vuole essere “il luogo fisico in cui sperimentare come l’esperienza della fede cristiana vissuta sia capace di incontrare e valorizzare ogni tentativo umano che collabora positivamente al destino di ogni uomo”.

Matilde Gilardi
TeleRadio Cremona Cittanova
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