Settimana liturgica, Anna Morena Baldacci: «Prendiamoci cura dell’assemblea liturgica, perché diventi luogo ospitale, di bellezza e condivisione»

Nella sua relazione sulle diverse ministerialità ha auspicato un cambiamento che coinvolga tutti i fedeli: «Ai battezzati è chiesto di esplorare nuove forme nella propria esperienza di vita cristiana»

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«Proviamo a rendere il rito un luogo ospitale che favorisca un’autentica esperienza di bellezza e condivisione». È stato questo l’invito radicale che la professoressa Anna Morena Baldacci, docente presso la Pontificia Università salesiana di Torino, ha rivolto ai presenti durante il suo intervento “Le ministerialità liturgico-pastorali”.

Nella terza mattinata di lavori della 71ª Settimana Liturgica Nazionale la riflessione si è incentrata sul tema delle diversità che compongono la Chiesa e le assemblee liturgiche, ed anche la professoressa Baldacci è partita proprio da questa considerazione nella propria relazione. «Di una comunità fanno parte molti individui differenti – ha spiegato la docente – ma la liturgia non può, in nessun caso, considerarsi esclusivamente come opera di un singolo poiché essa appartiene all’intero corpo della Chiesa».

Precisata questa premessa, la relatrice ha proseguito con la propria riflessione sottolineando: «L’assemblea è, di fatto, un grande noi, in cui la molteplicità degli individui è accomunata da un’unica fede. Ed è proprio nel mistero della celebrazione che si rivela la presenza del Cristo vivente e veniente». Ad una comprensione superficiale di queste considerazioni, però, potrebbe apparire che l’assemblea liturgica sia semplicemente una massa indistinta di uomini e donne: «In realtà – ha precisato la professoressa Baldacci – dobbiamo tenere presente che nella comunità cristiana esistono differenti ministerialità, attraverso le quali ciascuno può e deve partecipare alla celebrazione liturgica». La partecipazione, però, non è da intendersi esclusivamente in chiave attivistica: «Seguendo l’adagio conciliare si ricorda la necessità di fare tutto e solamente quanto compete, evitando così il rischio della frenesia, da un lato, e della passività, dall’altro».

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Nella terza e conclusiva parte della relazione, la professoressa Baldacci ha tentato di fornire qualche provocazione per un ripensamento serio della ministerialità nelle comunità cristiane del territorio. Citando Evangelii Gaudium ha ripreso il pensiero di Papa Francesco: «Ci sproni ad un duplice cambiamento: da un lato, ai battezzati è chiesto di esplorare nuove forme nella propria esperienza di vita cristiana; dall’altro, sono le strutture ecclesiali che, seppur meno flessibili, sono invitate ad un vero e proprio ridisegno di forme e stile dell’agire pastorale».

Il video integrale della relazione

 

Anna Morena Baldacci ha compiuto gli studi teologici presso il Pontificio Istituto Liturgico S. Anselmo di Roma e ha frequentato il master di perfezionamento liturgico-musicale (CO.PER.LIM) a cura dell’Ufficio Liturgico Nazionale. Ha insegnato liturgia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Toniolo di Pescara. Successivamente si è occupata per alcuni anni dell’Ufficio Liturgico diocesano di Aosta. Dal 2001 è docente di Liturgia presso la Pontificia Università salesiana di Torino. Attualmente lavora presso l’Ufficio catechistico diocesano di Torino e collabora con l’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI come docente di Liturgia nel corso di specializzazione liturgico-musicale (CO.PERL.LIM), con il corso online per animatori liturgici e come responsabile del servizio di pastorale battesimale. Dal 2018 fa parte della commissione formazione dell’Ufficio catechistico nazionale della CEI. Dal 2010 è stata nominata direttore della sezione pastorale della Commissione Liturgica Regionale (CEP).

 

 

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