L’apertura del Giubileo al santuario di Castelleone

L'Eucaristia è stata presieduta dal delegato per il clero mons. Mario Barbieri

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Nel limpido pomeriggio di domenica 13 dicembre si è svolta la solenne celebrazione di inizio dell’anno giubilare anche presso il Santuario della Misericordia di Castelleone. Il grazioso complesso mariano, immerso nella campagna cremonese, ha accolto una folla enorme di fedeli di ogni età proveniente dalla zona circostante per partecipare alla solenne celebrazione presieduta da mons. Mario Barbieri, delegato episcopale per il clero, affiancato dal prevosto mons. Amedeo Ferrari e dal prefetto del Santuario don Rinaldo Salerno. Dopo la preghiera dinanzi al portale, ministranti e sacerdoti sono entrati nella chiesa accolti dal canto della schola cantorum diretta da Gianmario Marinoni. Al posto dell’atto penitenziale il celebrante ha asperso i fedeli con l’acqua benedetta nel ricordo del battesimo.

Nell’omelia mons. Barbieri ha ricordato che la presenza di tanti fedeli è frutto: «dell’invito rivolto da Gesù che ha espresso il suo amore per noi incarnandosi e dandosi per tutti. Questo atteggiamento lo esprimiamo con l’espressione “misericordia” che è l’amore di Dio, da capire, da accogliere, da corrispondere, sentendoci rinfrancati da questa presenza che Il Signore esprime nei nostri riguardi».

Il sacerdote si è poi soffermato sulla figura di Maria: «Siamo nel santuario della Madonna della Misericordia, scelto come luogo particolare anche per ricevere questa benedizione, questa grazia particolare del suo perdono. Abbiamo bisogno di fare nostro lo spirito di Maria che è diventata segno di misericordia per tutti noi».

Mons. Barbieri ha evidenziato poi come Maria acconsentendo alla chiamata celeste è divenuta esempio, quasi un aiuto a Dio per portare a Lui tutti gli uomini: la Madonna rispondendo alla chiamata del Signore, esprime il modo in cui anche l’uomo possa accogliere il dono del Signore e della sua misericordia.

Importante è anche il rapporto con il prossimo che non deve mai essere separato dalla devozione verso Dio come è stato ben evidenziato durante l’omelia: «Mettiamoci in questa disposizione d’animo per farci accogliere dal Signore così da fare in modo che ci sia anche lo spirito che ci apre agli altri. Come ci ricorda il Papa infatti siamo tutti figli di Dio e dobbiamo ricordare tutti, anche le situazioni difficili nelle quali vivono i nostri fratelli: accogliere il Signore e chiudere il nostro cuore agli altri smentisce quello dovrebbe essere lo spirito della nostra comunione col Signore. Tornare al Signore per rinnovare la nostra adesione a lui, comporta anche amare e accogliere tutte le persone, sentodole nostri fratelli. Sono impegni che anche il Vescovo ci ha ricordato: l’amore in famiglia, verso le persone in difficoltà, in sofferenza, gli ammalati, gli anziani, i disabili, i carcerati, i profughi,  i poveri. Le cosiddette opere di misericordia  devono essere il segno del nostro ritorno al Signore, segno della sincerità della nostra fede e della nostra adesione a Dio».

Al termine della celebrazione i ringraziamenti di mons. Amedeo Ferrari, rettore del santuario che ha augurato a tutti i presenti di poter ricevere la misericordia del Signore per poterla anche poi diffonderla in una Chiesa sempre più in uscita.

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L’omelia di mons. Mario Barbieri
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