La prima Messa di don Marco Vitale, da Sesto ed Uniti alla missione con il Sermig

Il 47enne originario della parrocchia Cremonese ordinato sabato da mons. Nosiglia a Torino. Il 27 giugno presiederà nel paese nat

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Alla sua prima Messa, domenica 6 giugno, nella chiesa di Maria Madre dei giovani presso il Sermig a Torino, don Marco Vitale, 47enne di Sesto Cremonese, ha allargato lo sguardo e il cuore per ringraziare tutte le persone che hanno accompagnato il suo cammino di fede che lo ha portato alla scelta sacerdotale, coronata dall’Ordinazione ricevuta il giorno precedente dalle mani dell’arcivescovo metropolita di Torino Cesare Nosiglia.

Il primo ringraziamento di don Marco è andato alla famiglia, presente in chiesa, e ai parenti che hanno seguito le celebrazioni da casa. Da Sesto, dove è nato e cresciuto e da dove è partito il suo cammino: la laurea in ingegneria, il lavoro nelle telecomunicazioni… fino all’incontro con Ernesto Olivero, fondatore dell’Arsenale della Pace, che gli ha aperto al strada della missione nella Fraternità della Speranza.

Così il suo ringraziamento, dalla provincia cremonese, alla città della Mole, è arrivato fino in Brasile, dove da 15 anni ormai don Marco prestava servizio accanto ai più poveri, ai senza fissa dimora delle favelas e dove ha accolto la chiamata al presbiterato. In Sudamerica ha iniziato gli studi teologici, completati nell’ultimo anno al Seminario di Torino.

«Voi oggi siete ordinati presbiteri in eterno, per sempre – ha detto nella sua omelia l’arcivescovo Nosiglia rivolgendosi a don Marco Vitale e agli altri due nuovi sacerdoti ordinati nella Cattedrale, don Paolo Miotti  ed Eduard Blaj – Il cuore del sacerdozio sta nell’amore a Cristo, solo questo rapporto di amore profondo fa superare le stanchezze e le prove, mantiene giovani e spumeggiante il cuore del presbitero».

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All’indomani della ordinazione don Marco Vitale ha dunque celebrato la sua prima Messa nella solennità del Corpus Domini. Non è mancata l’emozione dell’abbraccio della fraternità e dei tanti amici. «Uniti – ha detto nella introduzione alla celebrazione – il segno di Dio è questo. Chiediamo di essere persone che uniscono».

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Questo il tratto del suo percorso missionario e di formazione al sacerdozio: la relazione, soprattutto con i più fragili, nella costruzione di una rete di pace. Iniziando l’omelia don Marco ha mostrato un piccolo disegno che gli è stato donato da alcuni amici: «C’è qualcuno che prende per mano qualcun altro e lo porta a conoscere Gesù». Così, con profonda gratitudine, il sacerdote cremonese ha chiesto al suo padre spirituale, Ernesto Olivero, di pronunciare l’omelia, che il fondatore del Sermig ha letto tenendo don Marco accanto a sé: «È una gioia grande per me – ha detto Olivero – vedere due figli del mio cuore (anche don Paolo Miotti è della fraternità dell’Arsenale della Pace, ndr) diventare sacerdoti. Da oggi due ragazzi diventati uomini in mezzo a noi potranno ripetere nell’Eucaristia il dono che Gesù ci ha fatto».

«Imita ciò che celebrerai. Imita il dono che Gesù fa di se stesso – ha proseguito il fondatore del Sermig – Don Marco e don Paolo si consumeranno per amore, con quella forza d’amore che Cristo darà loro in abbondanza. Per amore di tanti piccoli che chiedono sacerdoti buoni: buoni come il pane e il vino. Buoni come Gesù».

Don Marco ha ascoltato con commozione le parole di Olivero, poi ha celebrato la sua prima Eucaristia. Concludendo, con i saluti e i ringraziamenti a tutti i presenti, con il suo sorriso solare, ha invitato tutti a «fare qualcosa in più… inventiamoci qualcosa per stare uniti».

Il prossimo 27 giugno don Marco presiederà anche la sua prima messa nella diocesi di Cremona, nella chiesa parrocchiale di Sesto alle 10.30

 

TeleRadio Cremona Cittanova
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