Inaugurato dal Vescovo in via Bonomelli il “Civico 81”: «La missione verso la porta accanto»

Nella ex Casa dei Saveriani un polo della cooperazione sociale che guarda ai più fragili spalancando le porte all'intera cittadinanza

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In una data non casuale, quella del 3 dicembre, memoria liturgica di san Francesco Saverio, il patrono delle missioni, l’ex casa Saveriana di via Bonomelli 81, a Cremona, ha riaperto le porte alla città in modo del tutto rinnovato. Alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, infatti, è stato inaugurato il “Civico 81”, un polo della cooperazione sociale che guarda in particolare alle necessità dei più fragili.

Artefice di questo progetto è il Consorzio Armonia (Consorzio di scopo interno alla rete Sol.co), presieduto da Maria Grazia Fioretti, che ha acquistato e ristrutturato un’ulteriore porzione dello storico edificio saveriano dove, già da anni, trovano spazio attività e azioni di imprenditorialità sociale. Un progetto che ora si rinnova e si amplia per dar vita a un centro in cui riuscire a connettere bisogni, domande e risposte.

La mattinata ha preso avvio con la Messa presieduta dal Vescovo in cappella. Hanno concelebrato l’Eucaristia il parroco della Cattedrale mons. Alberto Franzini, l’economo diocesano don Gianbattista Piacentini, il direttore della Caritas don Antonio Pezzetti, l’incaricato diocesano del Segretariato Migrantes don Anton Jicmon e don Pierluigi Codazzi (consigliere d’amministrazione del Consorzio Armonia) che, all’inizio della celebrazione, ha ricordato la presenza dei Saveriani con la loro attenzione all’altro, ma anche l’oggi caratterizzato da tanti giovani: quelli che vivono situazioni di fragilità accanto a coloro che, in nome del loro lavoro di cooperatori, qui possono guardare al futuro con speranza.

Nell’omelia il Vescovo si è soffermato anzitutto sul comando missionario «andate» che anche «genera piccoli passi verso la porta accanto»: «La missione più difficile, più umile e più potente – ha ricordato mons. Napolioni –, quella che anche voi state realizzando, ciascuno secondo la sua vocazione, giorno per giorno».

Il pensiero del Vescovo non è andato solo a san Francesco Saverio, ma anche mons. Bonomelli. «Non tutte le città – ha affermato – hanno una via come questa. E chissà che non ci bastino i numeri civici, pur senza sfrattare nessuno, per fare di questa via non un ospedaletto, non un concentrato, ma un esempio di come la città diventa solidale, cantiere del regno di Dio». I cui segni devono essere «l’amore fraterno, il sorriso, il perdono, la solidarietà e la fantasia delle opere». Non solo nel giorno della festa e nello spazio sacro – ha raccomandato il Vescovo – ma negli ambienti quotidiani di vita. «Tutto è Regno di Dio e tutti possono compiere questi segni – ha detto ancora mons. Napolioni –. Allora ben venga una Chiesa che fa tante cose, ma sempre meno le fa da sola».

Al termine della Messa, mentre un video mostrava gli spazi del Civico 81, Giuseppina Biaggi, presidente del Consorzio Sol.co Cremona, ha illustrato i dettagli del progetto, sostenuto da Fondazione comunitaria della Provincia di Cremona, Fondazione Cariplo e Diocesi di Cremona, attraverso i contributi dell’8xMille.

Quindi il saluto delle autorità presenti: l’assessore comunale al Welfare di Comunità, Servizi alle Famiglie e alla Persona Mauro Platè (presente insieme agli assessori Barbara Manfredini, Leonardo Virgilio e Rosita Viola), l presidente del Consorzio nazionale della cooperazione sociale Stefano Granata, il neo presidente di Confcooperative Cremona Tiziano Fusar Poli e il neo presidente della Fondazione comunitaria della Provincia di Cremona Cesare Macconi.

Poi i numerosi partecipanti si sono spostati all’esterno della struttura, dove il Vescovo ha benedetto la struttura prima del taglio del nastro del nuovo padiglione.

Tutti hanno quindi avuto modo di visitare la struttura. In particolare il nuovo padiglione che accoglie i cremonesi con il “Bon Bistrot”: centro cottura, bar e ristorante gestito dalla Cooperativa Varietà che, puntando alla qualità dei prodotti, dei processi e delle relazioni, inserisce al lavoro persone svantaggiate, in collegamento diretto anche con il mercato dei prodotti agricoli della Cooperativa Nazareth e di quelli trasformati nel carcere di Cremona. Un servizio bar/ristorante aperto a tutta la cittadinanza e, naturalmente, delle varie realtà della struttura.

Vi è poi la “Foresteria Civico 81” che ospita giovani giunti in città soprattutto per motivi di studio, una sala meeting aperta alla città (in cui è stato allestito il rinfresco) e, al primo piano, un’area per il coworking.

Tra le novità anche un alloggio per l’autonomia a favore di adolescenti prossimi all’uscita dai circuiti di assistenza sociale e una comunità per giovani (18-30enni), denominata “Sereno Variabile”, che intende essere “risposta ponte” tra la neuropsichiatria infantile e la psichiatria adulta.

E ancora un ente accreditato per la formazione, lo sportello di politiche attive del lavoro Mestieri Lombardia e gli uffici operativi di sei cooperative sociali, insieme al Consorzio Sol.co Cremona.

Poco lontano, nella parte delle struttura già in uso da anni, si trova una variegata serie di servizi per ragazzi e persone fragili: il centro diurno Giona che accoglie ragazzi minorenni stranieri non accompagnati, il centro diurno Gamma di neuropsichiatria infantile (con annessi ambulatori) e due comunità residenziali di neuropsichiatria infantile (Fiever e Fiever2).

Chiude il cerchio l’area dedicata alla salute con gli studi dei medici di famiglia, uno sportello per le cure domiciliari e un poliambulatorio specialistico per una sanità leggera accessibile, qualificata, accogliente e senza tempi di attesa (Cremona Welfare).

Circa un migliaio le persone che, ogni giorno, varcano il cancello del Civico 81 alla ricerca di cura, valorizzazione, lavoro, promozione umana, possibilità di incamminarsi su percorsi di autonomia, testimoni di impegno di volontariato e di scelte appassionate, complesse e coinvolgenti. Domande e bisogni che si fanno sempre più numerosi e che richiedono non solo ancor più professionalità, ma anche nuove risorse e nuovi spazi, perché quelli abitati non sono più sufficienti. Percorsi di autonomia che aprono possibilità di generazione di nuovi servizi alla città e che portano a scoprire, in un luogo da sempre “social”, nuove opportunità di crescita ed ulteriore valorizzazione.

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