Stasera in Cattedrale Gianna Jessen e la sua storia di sopravvissuta all’aborto

Porterà la propria testimonianza a Cremona la sera di martedì 30 maggio

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Martedì 30 maggio, alle 21 in Cattedrale, offrirà la propria testimonianza Gianna Jessen, riuscita a scampare viva all’aborto salino cui si era sottoposta la madre. L’incontro – dal titolo “Aborto – Io sono sopravvissuta” – è promosso dall’associazione Pro Vita Onlus, in collaborazione con il Movimento per la Vita, il Centro d’Aiuto alla Vita e il Comitato “Difendiamo i nostri figli” di Cremona.

La storia di Gianna Jessen è veramente commovente: la sua mamma biologica decide di abortire nel 1977, a soli diciassette anni, quando è ormai entrata nel terzo trimestre di gravidanza, sottoponendosi, consigliata, alla procedura del cosiddetto aborto salino tardivo. Dopo sette mesi e mezzo di gestazione, in una delle maggiori cliniche americane per aborti, Gianna viene partorita viva nonostante la somministrazione 24 ore prima della soluzione salina il cui terribile effetto è quello di procurare ustioni esterne ed interne al feto e di soffocarlo.

Gianna viene adottata in una famiglia quando ha 17 mesi e, nonostante i medici continuavano a ripetere che non ce l’avrebbe fatta, la bambina migliora grazie alle tante ore di fisioterapia fatte insieme alla mamma Penny che dedica la sua vita a lei.

Racconta Gianna di sé: «Sono affetta da “Post traumatic stress disorder”, la patologia che colpisce le vittime di grandi catastrofi o guerre. È tipica delle persone che si sono trovate all’improvviso davanti alla morte dovendosi difendere. Ma tutto questo e la paralisi cerebrale e muscolare diagnosticata da piccola mi hanno resa anche una donna appassionata e libera, con la certezza che nulla è impossibile, perché Dio può tutto e sta sempre dalla nostra parte.
Voglio dire a tutti, però: se l’aborto è una questione dei diritti delle donne, dove erano i miei diritti quel giorno? E’ terribile arrogarsi il permesso di decidere della vita di una persona, anche e soprattutto quando ha qualche problema. Siccome il bambino è disabile, per intendersi, meglio interrompere la gravidanza, come se la qualità della vita e l’anima dipendessero dalla forma del corpo. Sono i deboli, sempre messi in disparte, a possedere la luce di Dio».

Disse di lei santa Madre Teresa di Calcutta: «Dio sta usando Gianna per ricordare al mondo che ogni essere umano è prezioso per Lui. E’ bello vedere la forza dell’amore di Gesù che Egli ha riversato nel suo cuore. La mia preghiera per Gianna, e per tutti quelli che la ascoltano, è che il messaggio dell’amore di Dio ponga fine all’aborto con il potere dell’amore».

Nel 1999 è uscita una sua biografia, curata dall’autrice statunitense Jessica Shaver.
Infine dalla sua vicenda è stato tratto nel 2011 un film, October Baby, diretto dai fratelli Erwin; il film ha avuto un successo inaspettato negli USA, ma, dato il tema politicamente scorretto, non ha ancora trovato in Italia il favore della grande distribuzione e circola unicamente come dvd.

Gianna Jessen, attiva nei movimenti che si oppongono all’aborto, ha raccontato la sua storia al Congresso degli Stati Uniti d’America e alla Camera dei Comuni del Regno Unito ed ora instancabilmente va raccontando la sua esperienza in tutti i paesi del mondo.

La locandina

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