Il vescovo Napolioni al Consiglio presbiterale: «Ci interessa la qualità di vita di ciascun sacerdote»

L'organismo consultivo si è riunito per la seconda volta dopo il suo rinnovo per discutere anche del riassetto territoriale della diocesi

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Il Consiglio presbiterale presieduto dal Vescovo, si è riunito giovedi 23 febbraio per la seconda volta , dopo il recente rinnovo. L’incontro è iniziato con una densa riflessione di mons. Napolioni. Dopo aver richiamato i compiti e il ruolo che il Consiglio deve avere come ‘senato del Vescovo’ per coadiuvare nel governo della diocesi e per promuovere il bene pastorale del popolo di Dio, si è soffermato particolarmente sulla vita dei sacerdoti. Come aveva annunciato nelle sue prime linee pastorali, sua preoccupazione rimane quella di dedicare  una particolare cura all’ascolto della vita di ciascun presbitero, alle relazioni fraterne, tenendo conto delle diverse stagioni e condizioni del ministero.

Ancora una volta ha manifestato la sua gratitudine per la preziosità del presbiterio ,caratterizzato da «splendide esperienze di fraternità sacerdotale e generoso impegno pastorale, che mi rendono grato e fiero del mio, del nostro Presbiterio». Il Vescovo ha evidenziato alcuni pregi tipici dei presbiteri cremonesi: obbedienza, religiosità, passione educativa, cura dell’iniziazione cristiana, opere caritative, stima della gente.

Accanto a questo non ha nascosto però la sua preoccupazione per gli aspetti di fragilità che non mancano : «registriamo alcuni segnali concreti di disagio e problematicità, che appartengono alla vicenda individuale di ciascuno, ma che in parte si intrecciano con il cammino di tutti».

Da qui il richiamo accorato perché ogni presbitero si prenda sinceramente cura di se stesso accogliendo le occasioni e gli aiuti offerti dal cammino diocesano e perché viva e gusti la bellezza di appartenere ad un unico presbiterio, nel quale ognuno si prende sinceramente cura del confratello.

Anche il tema della ristrutturazione territoriale delle parrocchie  e della diocesi (zone e unità pastorali) è stato presentato come una risorsa e un’opportunità perché il ministero sacerdotale non sia vissuto nell’individualismo e nella solitudine, ma in uno spirito di vera comunione. «È la qualità di vita dei preti, della nostra condivisione e corresponsabilità – ha precisato -, l’obiettivo vero ed urgente che chiede di ripensare il territorio, non tanto come confini, quanto come tessuto di relazioni. Un nemico da combattere è la solitudine, o meglio l’isolamento del prete».

Il Vescovo ha concluso chiedendo un impegno vero e concreto al Consiglio presbiterale: «Essere la cerniera viva ed efficace tra il Vescovo e tutti i sacerdoti, per osare insieme progetti e stili di crescente comunione, non solo pregata e proclamata, ma tradotta in gesti comunitari anche semplici. Come il chiamare il confratello per portarlo con sé al ritiro, come la cena insieme, la condivisione della Parola di Dio, il raccontarsi ciò che è stato positivo e benefico per il proprio cammino, il contribuire attivamente al successo delle iniziative diocesane e interparrocchiali».

A seguire l’intervento del vicario episcopale per la pastorale che ha aggiornato i presenti sullo stato del discernimento sul territorio operato dalla Commissione permanente per le unità pastorali. Una cartina della diocesi con la configurazione delle nuove zone pastorali ha poi permesso ai membri di esprimere le proprie osservazioni sulla nuova suddivisione proposta.
La commissione, sotto la guida del Vescovo farà tesoro di quanto emerso, per poter giungere, prima del nuovo anno pastorale ad una scelta definitiva.

Il Consiglio ha poi affrontato, come ultimo punto dell’ordine del giorno, la nuova fisionomia che il Centro Pastorale andrà assumendo, accogliendo, prossimamente, gli uffici pastorali.Come era stato pensato, diventerà luogo di incontro , di riflessione, di programmazione dei vari settori pastorali.

Si può effettivamente dire che il cantiere , prospettato dal Vescovo all’inizio del suo ministero è all’opera;  con l’aiuto di tutti, preti e laici, ora si tratta di lavorare con passione e determinazione.

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