Il Vescovo: «Dal Sinodo dei giovani un nuovo sguardo sul futuro»

In un'intervista al quotidiano La Provincia il Vescovo annuncia per Natale la lettera pastorale che proponga alla diocesi i frutti del percorso sinodale

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E’ stata pubblicata martedì 12 giugno sul quotidiano La Provincia di Cremona un’ampia intervista al vescovo Antonio Napolioni che, rispondendo alle domande del giornalista, coglie l’occasione per parlare del Sinodo diocesano dei giovani, ripercorrendone il cammino e indicandone i passi futuri. Nel suo intervento monsignor Napolioni affronta anche altri temi legati alla vita diocesana come le Unità pastorali, l’iniziazione cristina, la valorizzazione del ruolo dei laici nella pastorale.

«Molto mi è stato detto del passato, della storia della diocesi, ne vedo il presente ma dobbiamo osare uno sguardo sul futuro: e i giovani sono un osservatorio privilegiato». Così il vescovo Napolioni spiega la decisione di indire il Sinodo diocesano dei giovani che si è concluso lo scorso 20 maggio e che ora attende proprio dal Vescovo una sintesi conclusiva che ne raccolga i frutti e li proponga alla Chiesa locale. «Penso – ha annunciato monsignor Napolioni – di preparare e di pubblicare per Natale una Lettera pastorale che ci ponga in dialogo con il nostro futuro».

Ecco il video di un passaggio dell’intervista tratto dal sito www.laprovinciacr.it

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Ripercorrendo le tappe del cammino sinodale il Vescovo sottolinea di aver «ascoltato e preso appunti» durante le assemblee:

«Perché – spiega – già all’interno della comunità ecclesiale i giovani si sentono poco ascoltati, poco presi sul serio. Dunque la Chiesa si pone in ascolto dei giovani perché ci dicano quello che magari non abbiamo il coraggio di dirci tra adulti».

Così tra i temi affrontati dall’assemblea sinodale il Vescovo ricorda il desiderio «di una Chiesa aperta, dinamica e protesa verso le fragilità» e «la grande richiesta di Vangelo» anche sui temi dell’affettività.

Nel corso dell’intervista il Vescovo risponde però anche a domande sulla vita della Chiesa cremonese, a partire dalla riorganizzazione delle parrocchie: «E’ una diocesi – commenta – con una ricchezza di tradizione, che però mostra, come altre, il suo invecchiamento, a partire dal clero. Nella zona bergamasca vi sono parrocchie popolose, paesi ancora attivi, con una realtà ecclesiale consistente. In altre zone ci sono paesi nei quali il degrado è preoccupante. Forse – continua – 222 parrocchie sono troppe, meglio unire le comunità». Un percorso di cui lo stesso monsignor Napolioni non nasconde le fatiche, ma che chiama le comunità ad una nuova corresponsabilità: «E’ finito il tempo della parrocchia autosufficiente e del prete “tuttofare”. C’è da valorizzare il laicato non solo nel campo catechistico o della collaborazione liturgica».

 

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