Il vescovo Antonio nella Messa delle Ceneri: “Inizia oggi la speciale Quaresima del Giubileo: sia più gioiosa e più fruttuosa”

La celebrazione mercoledì 10 febbraio in Cattedrale, alla presenza anche del vescovo emerito Dante Lafranconi

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Prima Messa delle Ceneri presieduta in Cattedrale dal vescovo Antonio Napolioni. E prima volta in Cattedrale per il vescovo emerito Dante Lafranconi. L’occasione è stato l’inizio della “Quaresima del Giubileo”, come ha sottolineato nell’omelia mons. Napolioni, che ha anche ricordato il mandato che lo stesso pomeriggio a Roma Papa Francesco ha dato ai “Missionari della Misericordia”, tra i quali i cremonesi don Maurizio Compiani e don Marco D’Agostino.

Parecchi i fedeli radunati nel pomeriggio di mercoledì 10 febbraio nel massimo tempio cittadino per la celebrazione di inizio Quaresima presieduta dal Vescovo. Accanto a mons. Napolioni, oltre al Vescovo emerito, il Vicario generale, il Capitolo, i superiori del Seminario e alcuni altri sacerdoti.

“Inizia oggi la Quaresima del Giubileo – ha detto il vescovo Antonio aprendo l’omelia –. Desideriamo sia una Quaresima speciale: più gioiosa e più fruttuosa, se è l’anno dedicato all’annuncio di quanto è grande la Misericordia di Dio. O meglio: a gettarci nell’abbraccio di Dio. Perché la misericordia è Lui, è il suo nome!”. Quindi il richiamo alla celebrazione nel pomeriggio a Roma, con il mandato dato da Papa Francesco ai “Missionari della Misericordia”, tra cui anche due sacerdoti cremonesi.

Riprendendo poi quanto sottolineato anche nel messaggio indirizzato alla Diocesi per la Quaresima, mons. Napolioni ha evidenziato come il segno antico e provocante delle ceneri non introduca in un tempo triste, ma stupendo e potente: il tempo della misericordia. Essere cristiani – ha precisato il Vescovo – non è incompatibile “con l’allegria e la festa”. E proprio nella Parola di Dio del giorno delle Ceneri il Presule ha voluto rintracciare le ragioni di quella autentica gioia cristiana che i Padri chiamavano “risus paschalis”.

Nelle parole del Vescovo anche un richiamo alla favola di Pollicino per spiegare quale debba essere lo spirito con cui vivere la Quaresima: “Sono questi i ‘veri coriandoli’ – ha detto – che dobbiamo fare e raccogliere in queste settimane: guardare in faccia i nostri pensieri e sentimenti, alla luce del Vangelo che smonta certe nostre impalcature, soprattutto le false idee di Dio e di noi stessi, e ci restituisce alla verità che ci libera. Davanti al Signore, in fondo, le nostre preoccupazioni e i nostri timori sono come coriandoli! Lui ci aiuta a raccoglierli e a rimetterci in piedi.Ci può aiutare un concreto suggerimento di metodo: sarà bene leggere la Parola di Dio della Quaresima, almeno quella di ogni domenica, insieme, in comunità, per essere più onesti e capaci di correzione e aiuto reciproco. Per uscire un po’ da noi stessi”.

E ha proseguito: “Possiamo diventare missionari della Misericordia e ambasciatori della riconciliazione solo se ci lasciamo sconvolgere da queste parole di Paolo: Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Spero che sosteremo spesso in silenzio, in questi giorni, ruminando queste poche e impressionanti parole”.

Poi l’invito a sperimentare l’amore di Dio, con la grazia della Riconciliazione. “È il momento favorevole!”, ha affermato il Vescovo.

Quindi la sollecitazione a essere missionari della Misericordia “non tanto con i discorsi e le prediche, ma con ciò che ci accade nel segreto, con la pulizia che faremo nei retrobottega della nostra vita, personale ed ecclesiale. Senza aspettare che siano altri scandali a stanarci. E senza permettere che le calunnie paralizzino la corsa del bene”. “Sarà così il profumo di Cristo – ha concluso – a diffondersi con naturalezza, e a rendere la Chiesa, le nostre concrete realtà ecclesiali, affascinanti e attraenti. E sarà bello accogliere e prendere per mano nuovi fratelli e sorelle che verranno a far Pasqua con noi!”.

Dopo l’omelia la benedizione delle ceneri che per primo il vescovo Antonio ha ricevuto sul capo, imposte da mons. Lafranconi, che a sua volta le ha avute dal suo successore. Poi insieme al vicario generale, al parroco della Cattedrale e al presidente del Capitolo, i due Vescovi hanno imposto le ceneri sul capo dei fedeli presenti.

La Messa è quindi proseguita come consuetudine, servita all’altare dal diacono don Francesco Gandioli, e con i compagni di studi teologici incaricati per il servizio liturgico.

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