Il Vescovo Antonio : “Il vero potere è l’amore”

Sabato 7 ottobre mons. Napolioni ha ordinato diacono don Nicola Premoli della parrocchia bergamasca di Covo

image_pdfimage_print

«Sentiti come il decimo lebbroso che torna a ringraziare Gesù per il dono della guarigione. È l’unico dei dieci che viene anche salvato perchè ha riconosciuto il dono del Signore, lo ha accolto e ha trovato la felicità». È il singolare invito che il vescovo Antonio ha consegnato a Nicola Premoli, il giovane seminarista di Covo, che sabato 7 ottobre, in Cattedrale, ha ricevuto l’ordinazione diaconale e che il prossimo 10 giugno sarà consacrato sacerdote. Accanto a mons. Napolioni hanno concelebrato il solenne rito il vescovo emerito Lafranconi e una quarantina di sacerdoti, tra di essi il vicario generale don Massimo Calvi, il vicario per la pastorale don Giampaolo Maccagni e la nuova équipe educativa del Seminario: il rettore don D’Agostino, il vice don Cortellini e il direttore spirituale don Lucini.

Accompagnato all’altare dal nuovo parroco, don Lorenzo Nespoli, Premoli era rivestito dal camice bianco e portava in mano una candele accese: chiari i richiami al Battesimo, il primo sacramento su qual si innestato tutti gli altri, compreso l’ordine sacro.

Teso nel volto l’ordinando non è salito all’altare, ma si è posto nella navata centrale, vicino ai suoi familiari – la mamma Maria, la sorella Elisabetta, il cognato Mauro e i nipoti Lorenzo e Gabriele – che lo hanno accompagnato in questi sei anni di preparazione all’ordinazione. Da qui il giovane ha seguito la liturgia della Parola.

Subito dopo la proclamazione del Vangelo il diacono – che in quel momento rappresentava la Chiesa – ha chiamato Nicola che ha detto il suo “Eccomi” definitivo a Cristo è si presentato dinanzi al Vescovo. È seguito il dialogo con il rettore del Seminario sull’idoneità del giovane a ricevere il primo grado dell’ordine: non è un gesto formale o burocratico, ma il riconoscimento da parte di tutta la Chiesa dell’opera che Dio ha compiuto in questo suo figlio.

Richiamando il Vangelo appena proclamato dei dieci lebbrosi guariti da Gesù mons. Napolioni ha esordito nell’omelia: «Tutti siamo lebbrosi, tutti siamo stranieri, malati ed emarginati. I protagonisti di questa pagina evangelica sentono passare Gesù lo invocano, ricevono la guarigione, ma uno solo sente il dovere di tornare da Gesù: solo quest’ultimo oltre ad essere guarito viene salvato e viene chiamato».

Per mons. Napolioni questa guarigione è in fondo anche una vocazione perchè in palio c’è la pienezza della propria vita. E rivolgendosi direttamente a Nicola ha spiegato: ««Quel decimo lebbroso sei proprio tu Nicola, così come lo siamo anche noi quando riconosciamo il dono di Dio, lo accogliamo e così troviamo la felicità. Tu hai riconosciuto Gesù che ti ha dato e continua a darti la vita. È un’esperienza battesimale che sempre si rinnova: oggi sei rivestito delle vesti di salvezza e non più di lebbra, che non scompare ma canta l’incontro con il Signore».

Quindi l’auspicio di essere sempre gioioso e umile, come la Vergine Maria che canta sempre con serena fiducia e dolcezza la misericordia di Dio. «Alzati e va incontro ad ogni uomo come ministro di Dio e della Chiesa. Va non come schiavo, come servo e amico del Signore coinvolto nella sua stessa impresa». E se tutti devono cooperare all’opera di Dio alcuni sono chiamati ad «essere segni riconoscibili di questo suo primato nel mondo».

La lavanda dei piedi è l’icona biblica di riferimento per tutti i ministri del Vangelo: «Il servizio è la cosa più sacra nella Chiesa, è il vero potere da esercitare. L’unico potere è poter amare, amare del potere di Cristo».

Infine due impegni mutuati dalla seconda lettera di Paolo a Timoteo. Anzitutto il vescovo ha chiesto a don Nicola di «Ricordarsi di Cristo!» perchè  «è facile scordarselo, relegarlo negli angoli della nostra giornata e diventare dei professionisti del sacro. Si può essere, infatti, Chiesa senza Cristo, preti che dimenticano Gesù presi dalle cose da fare o semplicemente da se stessi». Ma c’è un altro rischio evidenziato da mons. Napolioni: «Peggio però è se ci serviremo del ministero, se la faremo da padroni, se alzeremo la voce per dire che comandiamo noi. Il Signore ci guarderà con gli occhi dei bimbi, dei poveri e dei malati per ribattere che comanda solo Lui».

Infine l’impegno a non incatenare mai la Parola Dio, a non complicarne l’accesso a chi la cerca: «Scatena il Vangelo nella vita delle persone, contagiale con la gioia della salvezza e dell’incontro vero e profondo con il Signore».

Una volta conclusa l’omelia il Presule ha interrogato don Premoli circa gli impegni propri dell’ordine diaconale. È seguito, quindi, il canto delle litanie dei santi, l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione. La liturgia è proseguita con i riti esplicativi: la vestizione dell’abito proprio (stola e dalmatica), la consegna del libro dei Vangeli e l’abbraccio di pace con il Vescovo e gli altri diaconi presenti.

La Messa è poi continuata con la professione di fede e la liturgia eucaristica servita dal novello diacono. All’offertorio i doni sono stati portati all’altare dai familiari di don Nicola.

Per l’occasione le corali di Ghisalba e Urago – guidate dal cugino di don Nicola, Paolo Premoli – hanno affiancato il Coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi e accompagnate all’organo da Camillo Fiorentini.

 

Photogallery della celebrazione:

 

Secondo una bella consuetudine la festa è continuata in Seminario con un buffet al quale hanno partecipato i familiari e gli amici del novello diacono.

Domenica 9 ottobre, che coincide con la sagra del paese di Covo, don Nicola servirà la Messa solenne nella chiesa dei santi Giamoco e Filippo apostoli. Il rito terminerà con la benedizione al paese con la reliquie di San Lazzaro.

 

BIOGRAFIA DI DON PREMOLI

Don Nicola Premoli, nato il 19 maggio 1976 a Romano di Lombardia, è originario della parrocchia Ss. Giacomo e Filippo apostolo di Covo (Bg). Dopo gli studi presso l’istituto tecnico commerciale “Rubini” di Romano di Lombardia ha lavorato per 14 anni alla Banca alla Popolare di Bergamo prima di decidere di entrare in Seminario, nel settembre 2010. In questi anni ha prestato servizio nelle parrocchie della Beata Vergine di Caravaggio in Cremona, a Casalbuttano e Soncino; inoltre ha collaborato con il Centro diocesano vocazioni e con la “Casa della Speranza” di Cremona. Svolgerà l’anno del diaconato nelle parrocchie di Casalmorano, Castelvisconti, Mirabello Ciria, Brazaniga e Azzanello, dove già aveva prestato servizio anche lo scorso anno.

Facebooktwittermail