Il vescovo Antonio a Castelverde per la festa patronale

Nel pomeriggio di domenica 28 agosto, dopo la visita alla casa di riposo, mons. Napolioni ha presieduto la Messa solenne per sant'Archelao con la processione per il paese

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«Il cristiano non è solo quello della festa!». È il messaggio lanciato nel pomeriggio di domenica 28 agosto a Castelverde, in occasione della festa patronale di Sant’Archelao, dal vescovo Antonio Napolioni, che ha invitato a guardare a Cristo, morto e risorto, per illuminare la vita di tutti i giorni, fatta di gioie e dolori.

Un binomio che ha caratterizzato anche la visita del Vescovo nel popoloso paese a pochi chilometri da Cremona. Prima della Messa con solenne processione per le vie del paese, mons. Napolioni ha voluto, infatti, far visita all’Opera Pia Ss. Redentore incontrando gli ospiti: anziani, malati e disabili. Ad accompagnarlo il parroco don Roberto Rota e il sindaco Graziella Locci.

Poco prima delle 18 mons. Napolioni ha quindi raggiunto il sagrato della parrocchiale, adornato da una coloratissima “infiornata”. Tante decorazioni geometriche composte con petali, semi, fiori e piantine. Tra i soggetti proposti un particolare della pala dell’altare maggiore con il patrono sant’Archelao e lo stemma episcopale di mons. Napolioni. Una cornice davvero suggestiva, ammirata con stupore dal Vescovo che, subito dopo, ha presieduto in chiesa la solenne Eucaristia.

La celebrazione, animata dalla schola cantorum diretta dal maestro Giorgio Scolari, ha visto la presenza di diversi sacerdoti legati alla parrocchia. Presente mons. Giuseppe Soldi (parroco dal 1973 all’87) e gli ex vicari don Angelo Bravi (1963-1967), don Luigi Mantia (1988-1995), don Francesco Pigola (2002-2007), don Alfredo Assandri (2007-2012). Presenti anche mons. Giuseppe Perotti, don Achille Baronio e i parroci delle frazioni di Castelverde: don Adriano Veluti (Costa S. Abramo) e don Cesare Castelli (S. Martino in Beliseto e Marzalengo). A fare da cerimoniere il vicario don Enrico Ghisolfi, che ha coordinato il gruppo dei ministranti, supportati dal seminarista Francesco Tassi.

In prima fila, con il gonfalone del Comune, il primo cittadino con gli altri componenti della Giunta, carabinieri e polizia locale.

All’inizio della Messa il saluto, a nome dell’intera comunità, di Matteo Morandi che, guardando alla figura del patrono, ha illustrato al Vescovo l’impegno della Parrocchia nel servizio e nella fede, con l’impegno sempre più necessario a intensificare le collaborazioni. Proprio in questo senso, contro la «zizzania dell’indifferenza», ormai da tre anni la Parrocchia anima il paese in occasione della festa di sant’Archelao con una serie di iniziative.

Dopo la lettura del Vangelo, proclamata dal diacono castagnino Umberto Bertelle, collaboratore parrocchiale, mons. Napolioni ha proposto una riflessione a partire dall’esortazione «Non abbiate paura!». Il riferimento è andato al terremoto nel centro Italia, che ha colpito anche la terra natia del Vescovo, e i limiti umani, ma nella consapevolezza che non si può restare schiavi della paura. Come poterlo fare? Per indicare la strada mons. Napolioni ha guardato al Patrono, che non ha voluto rinnegare la propria fede, fino a subire il martirio.

Cosa non facile, soprattutto nel tempo odierno segnato continuamente da passi avanti e indietro. Mons. Napolioni ha usato l’immagine del minuetto e del gioco “Un due tre stella”. Poi un altro riferimento all’attualità: al terrorismo che semina paura e divisioni e porta a chiudere le porte.

Unica strada per il Vescovo è quella di riconoscere Gesù nella sua interezza, guardando a Cristo crocifisso e insieme alla Risurrezione. Non è questione di ideologia o filosofia cristiana, e neppure di valori: essenziale è Cristo, ha ribadito con forza il Vescovo.

Dolore e gioia diventano così inseparabili. Ha concluso il Vescovo: «Per intercessione di sant’Archelao io chiedo al Signore – per me, per i preti della nostra comunità e per tutti voi – di essere sempre più orgogliosi di essere cristiani non perché Cristo ci divide, ma perché Cristo ci unisce a tutti nella sua morte e nella sua risurrezione, al dolore di tutti perché tutti ritrovino speranza. Lo vogliamo fare? Ci conviene? Ci volete pensare ancora? Provateci! Invocate lo Spirito perché ci faccia cristiani non solo del giorno della festa, non solo anagrafici, non con la tessera, ma con la gioia di essere stati salvati e la capacità di raccontarlo a tutti».

Al momento dell’offertorio, insieme al pane e al vino, il sindaco Gabriella Locci e il vice Giuseppe Scalisi hanno portato al Vescovo due ceri, che subito dopo sono stati posti accanto all’altare dedicato al patrono.

Dopo le Comunioni si è snodata la processione per le vie del paese. Dietro alla croce i numerosi fedeli. Poi la schola cantorum, i ministranti, i sacerdoti e il Vescovo, con la reliquia del Patrono. Infine, dietro al gonfalone comunale le autorità civili e militari.

Al rientro in chiesa mons. Napolioni ha reso omaggio al Patrono e ha recitato la supplica.

La benedizione finale ha chiuso la liturgia, ma non la festa, continuata in serata in oratorio con la cena, cui ha preso parte anche il Vescovo.

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Gli eventi della festa patronale

Ad aprire ufficialmente la festa patronale era stata, sabato 27 agosto, la “noche florida” organizzata in piazza: una rassegna delle realtà operanti in paese in un contesto di festa, musica (con un concerto dal vivo) e street food.

Nella giornata di domenica, invece, spazio – oltre alla celebrazione con il Vescovo – anche a momenti di carattere sportivo. In mattinata la “camminata di sant’Archelao”, manifestazione podistica non competitiva aperta a tutti, seguita dall’esibizione dei ginnasti della “Gymnica Cremona”.

Nel pomeriggio, inoltre, la visita guidata alla chiesa parrocchiale a cura del console del Touring Club Italiano di Cremona, la prof.ssa Mariella Morandi.

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