Il Vescovo ad Acqualunga per la festa di Maria Bambina: «La vita va sempre accolta»

Mons. Napolioni ha celebrato la patrona della frazione di Paderno Ponchielli nel tardo pomeriggio di giovedì 8 settembre

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«Credere in Dio e nella bellezza della vita che va sempre accolta». È questo il messaggio che il vescovo Napolioni ha consegnato alla piccola comunità di Acqualunga Badona durante la messa patronale di S. Maria Nascente celebrata nel tardo pomeriggio di giovedì 8 settembre. Ad accogliere il presule nella bella chiesa circondata dalla campagna cremonese l’arciprete di Paderno Ponchielli don Claudio Rasoli, il vicario zonale nonchè guida spirituale di Polengo e Ossolaro don Floriano Scolari, il parocco di Casalbuttano don Marco Fodri e don Carlo Rodolfi, prevosto di Sant’Ambrogio in città e padernese doc. In prima fila il sindaco di Paderno Cristiano Strinati, in fascia tricolore, e la vice Mara Vaccari.

Nel saluto iniziale don Rasoli ha spiegato che Acqualunga, fino alla fine degli anni Settanta, è stata una comunità autonoma forte di oltre 600 residente tra il centro abitato e le diverse cascine, ma che poi con lo spopolamento delle campagne si è ridotta a poche decine di unità con il conseguente accorpamento alla parrocchia di Paderno: «Oggi camminiamo speditamente insieme, anche se forte è il senso di appartenenza che si manifesta anche nella cura di questa bella chiesa».

Mons. Napolioni, nell’omelia, ha ricordato che la chiesa è tutto per una comunità: è la casa in cui ciascuno si sente accolto, è la carta d’identità del cristiano: «Quando nelle mie terre c’è stato il terremoto – ha confidato -, la prima cosa che la gente ha chiesto di ricostruire è stata proprio la chiesa».

Addentrandosi nelle letture del giorno, in particolare la genealogia di Gesù tratta dal Vangelo di Matteo, il vescovo Antonio ha richiamato la sapienza di Dio che ha preparato la storia alla venuta del suo Figlio. «La nascita della madre di Gesù non solo ci spinge a credere all’amore di Dio, ma anche nella bellezza della vita umana che va sempre accolta. Purtroppo ci stiamo sempre di più estraniando da questa bellezza».  E poi ancora: «Una volta quando non si aveva niente si nasceva e le nostre cascine erano piene! Oggi che abbiamo tutto non si nasce più!».

Da qui l’importanta della sfida educativa: «Dobbiamo aiutare i giovani a non aver paura di questa bellissima vocazione: essere padri e madri. Gesù non ci sta solo dietro, nel passato, ma soprattutto ci sta davanti: per cui non dobbiamo temere il futuro. Un uomo e una donna che si amano e che hanno fiducia in Dio non hanno paura di fare figli o di adottarli o di prenderli in affido o di aprire la propria casa ai figli degli altri, magari di genitori in difficoltà su tanti fronti».

Infine l’invito a guardare a Maria, come modello di vera e perfetta credente, «tutta orientata all’amore di Dio».

Durante l’Eucaristia si è pregato in modo particolare per il prossimo Sinodo dei giovani che proprio nella mattinata dell’8 settembre è stato annunciato ai sacerdoti in un’assemblea in Seminario, ma anche per i cristiani perseguitati nel mondo e per i terremotati di Marche e Lazio.

Prima della benedizione finale mons. Napolioni ha venerato il simulacro di Maria Bambina con l’incenso e ha recitato una preghiera di affidamento.

La festa patronale è poi continuata con la cena comunitaria presso la vicina trattoria Zava: qui il Vescovo si è intrattenuto qualche minuto con gli oltre 80 commensali.

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Foto Ernesto Severgnini

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