Il Papa ai giovani: «Siate protagonisti»

Diffuso il messaggio per XXXII Giornata Mondiale della Gioventù

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Il 9 aprile prossimo sarà celebrata la XXXII Giornata Mondiale della Gioventù. Appuntamento che ogni anno si celebra la Domenica delle Palme a livello diocesano e che, come tradizione, a Cremona sarà preparato con la veglia dei giovani con il Vescovo al palazzetto dello sport di Ca’ de’ Somenzi. In vista della Giornata è stato diffuso il messaggio di Papa Francesco. Nel testo  il Santo Padre invita i giovani a non vivere “alla giornata, senza un progetto”, lasciandosi fuorviare da una “falsa immagine della realtà” ma a decidere il proprio futuro.

“Al termine della GMG di Cracovia – scrive il Papa in apertura del messaggio – ho indicato la prossima meta del nostro pellegrinaggio che, con l’aiuto di Dio, ci porterà a Panama nel 2019. Ci accompagnerà in questo cammino la Vergine Maria, colei che tutte le generazioni chiamano beata (cfr Lc 1,48). Il nuovo tratto del nostro itinerario si ricollega al precedente, che era centrato sulle Beatitudini, ma ci spinge ad andare avanti. Mi sta a cuore infatti che voi giovani possiate camminare non solo facendo memoria del passato, ma avendo anche coraggio nel presente e speranza per il futuro. Questi atteggiamenti, sempre vivi nella giovane Donna di Nazareth, sono espressi chiaramente nei temi scelti per le tre prossime GMG. Quest’anno (2017) rifletteremo sulla fede di Maria quando nel Magnificat disse: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (Lc 1,49). Il tema del prossimo anno (2018) – «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30) – ci farà meditare sulla carità piena di coraggio con cui la Vergine accolse l’annuncio dell’angelo. La GMG 2019 sarà ispirata alle parole «Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38), risposta di Maria all’angelo, carica di speranza”.

 

Sintonia tra Gmg di Panama e Sinodo

“Desidero che ci sia una grande sintonia tra il percorso verso la Gmg di Panama e il cammino sinodale”. È quanto scrive il Papa, ricordando che “Nell’ottobre del 2018 la Chiesa celebrerà il Sinodo dei Vescovi sul tema: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. “Ci interrogheremo su come voi giovani vivete l’esperienza della fede in mezzo alle sfide del nostro tempo – precisa il Papa –. E affronteremo anche la questione di come possiate maturare un progetto di vita, discernendo la vostra vocazione, intesa in senso ampio, vale a dire al matrimonio, nell’ambito laicale e professionale, oppure alla vita consacrata e al sacerdozio”.

Il Papa cita il “meraviglioso incontro” a Cracovia, “dove abbiamo celebrato insieme la XXXI Giornata mondiale della gioventù e il Giubileo dei giovani, nel contesto dell’Anno Santo della Misericordia”: “Ci siamo lasciati guidare da san Giovanni Paolo II e santa Faustina Kowalska, apostoli della divina misericordia, per dare una risposta concreta alle sfide del nostro tempo”. “Abbiamo vissuto una forte esperienza di fraternità e di gioia, e abbiamo dato al mondo un segno di speranza”, prosegue Francesco: “Le bandiere e le lingue diverse non erano motivo di contesa e divisione, ma occasione per aprire le porte dei cuori, per costruire ponti”.

 

No a “giovani-divano”

Lo sgardo del Papa converge verso la Vergine, , citando il discorso pronunciato nella Veglia della Gmg di Cracovia, il 30 luglio scorso: “Maria non si chiude in casa, non si lascia paralizzare dalla paura o dall’orgoglio. Maria non è il tipo che per stare bene ha bisogno di un buon divano dove starsene comoda e al sicuro. Non è una giovane-divano!”.

“Quando Dio tocca il cuore di un giovane, di una giovane, questi diventano capaci di azioni veramente grandiose”, assicura il Papa, secondo il quale le “grandi cose” che l’Onnipotente ha fatto nell’esistenza di Maria “ci parlano anche del nostro viaggio nella vita, che non è un vagabondare senza senso, ma un pellegrinaggio che, pur con tutte le sue incertezze e sofferenze, può trovare in Dio la sua pienezza”. “Come la giovane Maria, potete far sì che la vostra vita diventi strumento per migliorare il mondo”, l’invito di Francesco ai giovani: “Gesù vi chiama a lasciare la vostra impronta nella vita, un’impronta che segni la storia, la vostra storia e la storia di tanti”.

 

L’esperienza di Chiesa non è “flash mob”

“Essere giovani non vuol dire essere disconnessi dal passato”, perché “la nostra storia personale si inserisce in una lunga scia, in un cammino comunitario che ci ha preceduto nei secoli”. Lo spiega il Papa, che precisa: “Come Maria, apparteniamo a un popolo” e “la storia della Chiesa ci insegna che, anche quando essa deve attraversare mari burrascosi, la mano di Dio la guida, le fa superare momenti difficili”. “La vera esperienza di Chiesa non è come un flashmob, in cui ci si dà appuntamento, si realizza una performance e poi ognuno va per la sua strada”, spiega il Papa: “La Chiesa porta in sé una lunga tradizione, che si tramanda di generazione in generazione, arricchendosi al tempo stesso dell’esperienza di ogni singolo. Anche la vostra storia trova il suo posto all’interno della storia della Chiesa”. “Fare memoria del passato serve anche ad accogliere gli interventi inediti che Dio vuole realizzare in noi e attraverso di noi”, prosegue Francesco, “e ci aiuta ad aprirci per essere scelti come suoi strumenti, collaboratori dei suoi progetti salvifici”. “Anche voi giovani potete fare grandi cose, assumervi delle grosse responsabilità, se riconoscerete l’azione misericordiosa e onnipotente di Dio nella vostra vita”, assicura il Papa.

 

I ricordi non sono “disco rigido” o “nuvola virtuale”

“In che modo ‘salvate’ nella vostra memoria gli eventi, le esperienze della vostra vita? Come trattate i fatti e le immagini impressi nei vostri ricordi?”. È la domanda che il Papa pone ai giovani. “Ad alcuni, particolarmente feriti dalle circostanze della vita, verrebbe voglia di ‘resettare’ il proprio passato, di avvalersi del diritto all’oblio”, scrive Francesco: “Ma vorrei ricordarvi che non c’è santo senza passato, né peccatore senza futuro. La perla nasce da una ferita dell’ostrica! Gesù, con il suo amore, può guarire i nostri cuori, trasformando le nostre ferite in autentiche perle”. “I nostri ricordi però non devono restare tutti ammassati, come nella memoria di un disco rigido. E non è possibile archiviare tutto in una ‘nuvola’ virtuale”, osserva il Papa: “Bisogna imparare a far sì che i fatti del passato diventino realtà dinamica, sulla quale riflettere e da cui trarre insegnamento e significato per il nostro presente e futuro. Compito arduo, ma necessario, è quello di scoprire il filo rosso dell’amore di Dio che collega tutta la nostra esistenza”.

“Tanti dicono che voi giovani siete smemorati e superficiali. Non sono affatto d’accordo!”, obietta Francesco: “Però occorre riconoscere che in questi nostri tempi c’è bisogno di recuperare la capacità di riflettere sulla propria vita e proiettarla verso il futuro. Avere un passato non è la stessa cosa che avere una storia”. “Nella nostra vita possiamo avere tanti ricordi, ma quanti di essi costruiscono davvero la nostra memoria?”, chiede il Papa ai giovani: “Quanti sono significativi per il nostro cuore e aiutano a dare un senso alla nostra esistenza? I volti dei giovani, nei social, compaiono in tante fotografie che raccontano eventi più o meno reali, ma non sappiamo quanto di tutto questo sia ‘storia’, esperienza che possa essere narrata, dotata di un fine e di un senso”.

 

L’importanza dei nonni

“Quanta importanza date agli anziani, ai vostri nonni?”. È un’altra delle rivolte ai giovani dal Papa, che prosegue: “E voi, vi rendete conto della straordinaria fonte di ricchezza che è l’incontro tra i giovani e gli anziani?”. “Giustamente voi aspirate a ‘prendere il volo’, portate nel cuore tanti sogni, ma avete bisogno della saggezza e della visione degli anziani”, il consiglio del Papa: “Mentre aprite le ali al vento, è importante che scopriate le vostre radici e raccogliate il testimone dalle persone che vi hanno preceduto. Per costruire un futuro che abbia senso, bisogna conoscere gli avvenimenti passati e prendere posizione di fronte ad essi”. “Voi giovani avete la forza, gli anziani hanno la memoria e la saggezza”, ribadisce Francesco: “Come Maria con Elisabetta, rivolgete il vostro sguardo agli anziani, ai vostri nonni. Vi diranno cose che appassioneranno la vostra mente e commuoveranno il vostro cuore”. Tra gli altri consigli del Papa ai giovani, quello di tenere un “diario spirituale” e di fermarsi “alla fine di ogni giornata per qualche minuto a ricordare i momenti belli, le sfide, quello che è andato bene e quello che è andato storto”.

 

Il matrimonio per una vita che non è “reality show”

“Una società che valorizza solo il presente tende anche a svalutare tutto ciò che si eredita dal passato, come per esempio le istituzioni del matrimonio, della vita consacrata, della missione sacerdotale”, che “finiscono per essere viste come prive di significato, come forme superate”. Oggi, è la denuncia di Francesco, “si pensa di vivere meglio in situazioni cosiddette ‘aperte’, comportandosi nella vita come in un reality show, senza scopo e senza fine”. “I programma in tv – l’altro rilievo del Papa – sono pieni di cosiddetti reality show, ma non sono storie reali, sono solo minuti che scorrono davanti a una telecamera, in cui i personaggi vivono alla giornata, senza un progetto”. “Non vi lasciate ingannare!”, l’invito rivolto ai giovani: “Dio è venuto ad allargare gli orizzonti della nostra vita, in tutte le direzioni. Egli ci aiuta a dare il dovuto valore al passato, per progettare meglio un futuro di felicità: ma questo è possibile soltanto se si vivono autentiche esperienze d’amore, che si concretizzano nello scoprire la chiamata del Signore e nell’aderire ad essa. Ed è questa l’unica cosa che ci rende davvero felici”.

 

Il messaggio per XXXII Giornata Mondiale della Gioventù

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