Il festoso ingresso di don Zanaboni: «Il nostro programma? Adorare e scrutare la Parola di Dio»

Il giovane sacerdote, accompagnato dal vescovo Antonio, domenica 8 ottobre è divenuto parroco di Derovere, Cella Dati e Pugnolo

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La freschezza e l’entusiasmo di don Umberto Zanaboni hanno subito contagiato le comunità di Pugnolo, Derovere e Cella Dati che nel pomeriggio di domenica 8 ottobre lo hanno solennemente accolto come nuovo parroco, in sostituzione dell’indimenticato don Lorenzo Nespoli, trasferito a Covo. Il giovane sacerdote, originario di Pandino, ha voluto iniziare il suo nuovo ministero di parroco sostando in preghiera nel grazioso santuario della Madonna della Parola, a Ca’ de’ Cervi, nel comune di Derovere. Un doveroso affidamento alla Vergine per un prete che per 7 anni ha vissuto all’ombra di S. Maria del Fonte di Caravaggio come vicario dell’oratorio più grande e impegnativo della diocesi.

Don Umberto è giunto poco prima delle 16, quasi in contemporanea con il vescovo Antonio, che ha presieduto il solenne rito. Moltissimi i fedeli che hanno riempito la capiente chiesa e parte dell’ampio sagrato – un impianto audio e video ha permesso di seguire l’intera celebrazione -.Oltre ai fedeli delle tre parrocchie erano presenti, davvero in massa, i parrocchiani di Caravaggio, ma anche quelli di Sabbioneta e Ponteterra dove don Umberto ha vissuto i suoi primi anni di ministero e di Pandino dove è nato e cresciuto e dove è germinata e sviluppata la vocazione sacerdotale.

Sul sagrato ben tre rappresentanti comunali hanno accolto vescovo e parroco e una decina di sacerdoti, tra di essi il vicario zonale don Emilio Garattini, l’arciprete di Caravaggio, mons. Angelo Lanzeni e il parroco di Sospiro, don Federico Celini con il quale don Umberto collaborerà in maniera stretta per la pastorale giovanile.

A dare il benvenuto ufficiale Massimo Suardi, primo cittadino di Derovere, affiancato dal sindaco di Cella Dati (Pugnolo è frazione) Giuseppe Rivaroli e dall’assessore al bilancio di Caravaggio Francesco Merisio. Suardi, con una certa commozione, ha dato il benvenuto al Vescovo e al nuovo parroco: «Caro don Umberto – ha esordito – l’accogliamo come amico, come guida, come pastore ed educatore, come padre e fratello, come sentinella. Tutte le nostre comunità sono pronte a camminare insieme nel dialogo e nella condivisione di un percorso cristiano e di fraternità voluto da nostro Signore». Quindi un accenno all’indole degli abitanti di queste zone: «Siamo gente legata alla terra, alle tradizioni e ai valori veri, siamo tra le comunità più piccole, ma grande è la ricerca del senso vero del vivere e la speranza che poniamo nelle sue mani. I nostri giovani chiedono una forte attenzione educativa, una guida salda e sicura. I nostri anziani domandano un esempio nella preghiera e nella carità, ma anche ascolto e sostegno nella difficoltà, nella tentazione di cedere allo scoraggiamento o alla nostalgia per tempi passati. Tutti noi, nei nostri ruoli, chiediamo consiglio, un aiuto nella preghiera, una guida ispirati e sicura; quale deve essere il fine di ogni nostra azione». E infine: «Sappiamo che ci sarà tanto da fare per un giovane sacerdote. Confidiamo nella sua pazienza e nel suo sorriso, nel suo entusiasmo e nella sua tenacia. Noi le assicuriamo il nostro aiuto concreto che non deve esitare a chiedere».

Il saluto del sindaco di Derovere

All’ingresso in chiesa il canto del coro  interparrocchiale “Insieme” diretto dal maestro Lino Binda è stato subbissato da un fragoroso applauso che ha scelto la tensione.

Dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, il vicario zonale don Emilio Garattini ha dato lettura del decreto di nomina del nuovo parroco che successivamente ha asperso l’assemblea con l’acqua benedetta e ha incensato la mensa eucaristica.

Poi Paolo Soldi, in rappresentanza delle tre comunità parrocchiali, ha portato il saluto a don Umberto e a mons. Napolioni. «La nostra unità pastorale – ha spiegato -, pur con tutti i limiti umani, da cinque anni ha iniziato un cammino di comunione basato sulla conoscenza e sulla collaborazione reciproca; oggi ribadiamo che la comunione deve proseguire e continuare a crescere mediante l’apertura vicendevole, il dialogo, la capacità di incontrarsi e mettersi insieme». E poi ancora: «Dobbiamo affrontare la grande malattia del nostro tempo che l’indifferenza; indifferenza che si combatte con il perdono, l’accoglienza, la collaborazione e l’educazione al dialogo». In questo mondo in continua mutazioni le tre comunità vogliono «essere presenti con l’aiuto del Vangelo e le linee pastorali del Vescovo Antonio, per dare vita al sogno di una Chiesa vera, viva, misericordiosa e povera.

Terminato il discorso di benvenuto a don Umberto è stato consegnato l’elenco delle persone più bisognose del suo confroto, della sua parola e della sua presenza. Un dono prezioso che il nuovo parroco ha accettato con un grande sorriso.

Il saluto del rappresentante delle tre comunità


Nell’omelia mons. Napolioni ha elogiato i tanti sacerdoti che in questi mesi hanno accettato il trasferimento, ma anche le comunità che hanno accolto questa alternanza con spirito di fede e di collaborazione. Poi commentando le letture del giorno il presule ha sottolineato che il compito del parroco è quello di rendere presente nella storia comunitaria e personale Cristo Signore: «Egli deve riportare Gesù nel cuore di tutti. Con il suo candore e la sua trasperanza don Umberto vi aiuterà certamente a decifrare il passaggio di Cristo nella vostra vita».

Quindi l’invito – di fronte alla proverbiale esuberanze di don Zanaboni – ad incatenare un poco il parroco, ma non la Parola di Dio: «Fate a gara a scatenarvi voi, non guardatelo da lontano. Ma aiutatelo anche nei momenti di difficoltà che certamente proverà nel suo ministero. E dopo aver richiamato l’importanza di custodire i valori e le tradizioni del passato ha chiesto di essere sempre più aperti alle istanze e alle provocazioni del mondo di oggi.

L’omelia di mons. Napolioni

Al termine dell’omelia il nuovo parroco ha recitato da solo il Credo, segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità.

Don Zanaboni ha preso la parola al termine della celebrazione: «Qualcuno mi ha detto – ha esordito con la sua inconfondibile verve travolgente – che le parrocchie sono piccole. La domanda non è se sono piccole o grandi, ma se su di essere insieme – pastori e fedeli – lasciamo entrare il Signore, presente nel Vangelo».

«Vengo tra voi senza programmi, strategie, progetti, innovazioni, piani, ma con la voglia di vivere, il bisogno di vivere. Gesù ha proposto cosa fare: usare lo stile della sua vita, le sue scelte… e dove le vediamo, dove le impariamo? Nella sua Parola. È lei che dobbiamo adorare, scrutare e con essa affrontare questi, che sono i tempi nei quali il Signore ci ha posto a vivere». Quindi l’auspicio che le tre comunità camminino sempre insieme senza rivalità o gelosie.

Nella seconda parte del suo saluto don Umberto ha ringraziato alcune persone: il suo predecessore don Nespoli, il vescovo Antonio e gli amici preti presenti, il diacono permamente Gianmario Marinoni suo primo collaboratore e molto attivo nella preparazione della giornata, le autorità e la famiglia, presente al gran completo in prima fila.

Parole cariche di commozione nel ricordo delle comunità di Caravaggio, Sabbioneta e Ponteterra e quella di origine Pandino.

Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni: Angelo Minuti ed Elisabetta Faraoni. È seguito un ricchissimo rinfresco sul sagrato della parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista.

Il saluto di don Zanaboni

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Biografia del nuovo parroco

Don Umberto Zanaboni è nato a Crema il 5 ottobre 1975 ed è stato ordinato sacerdote il 17 giugno 2000 mentre risiedeva a Pandino. Ha iniziato il proprio ministero come vicario di Sabbioneta, quindi dal 2008 di Sabbioneta, Breda Cisoni, Ponteterra e Villa Pasquali. Nel 2009 il trasferimento, sempre come vicario, a Caravaggio. Ora mons. Napolioni lo ha nominato parroco delle parrocchie “S. Giorgio martire” in Derovere, “S. Maria Assunta” in Cella Dati e “S. Giovanni Battista” in Pugnolo (frazione di Cella Dati) succedendo a don Lorenzo Nespoli, trasferito a Covo (Bg).

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