Il cibo di Riflessi tra gusto e solidarietà

La nuova edizione del mensile digitale fra sapori tradizionali, incontri di culture e modelli sostenibili

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«La frase d’amore, l’unica, è: “Hai mangiato?”». Un clic dopo la copertina fotografica, la celebre citazione di Elsa Morante – di cui nei giorni scorsi ricorreva il 35° anniversario dalla scomparsa – apre l’edizione di Riflessi Magazine dedicata al cibo. Il numero quindici della rivista digitale (riflessimag.it) affronta da una molteplicità di prospettive un tema profondamente radicato nel racconto del territorio padano, nelle sue tradizioni, nella sua capacità produttiva e nella sua creatività.

Una creatività che non si limita ai fornelli e alle interpretazioni di antiche ricette con la scoperta (o ri-scoperta) di nuovi sapori, ma che, in un La nuova edizione del mensile digitale fra sapori tradizionali, incontri di culture e modelli sostenibili tempo difficile come quello in cui stiamo vivendo, si manifesta anche nei canali della solidarietà. «Con le porte chiuse – si legge nell’introduzione, proprio in riferimento alle limitazioni richieste dall’emergenza sanitaria – il cibo trova nuove strade per muoversi, tenerci in contatto. Pizze e brioches d’asporto, pasti a domicilio: le esperienze di solidarietà donano un profumo nuovo ai quartieri e ai paesi intimoriti dal virus; la collisione con l’incertezza apre lo sguardo verso un futuro responsabile, sostenibile… buono».

Così in questa edizione la ricerca di Riflessi, accompagnata passo dopo passo dalla sempre raffinata ricerca iconografica, si muove tra gastronomia e solidarietà, tra i produttori «speciali» delle marmellate di Cascina San Marco e il mercato solidale di Filiera Corta; tra la cargo bike dell’associazione No Spreco e il lavoro raffinato dei norcini che insaccano salami e cotechini con le tecniche antiche, tra il ristorante inclusivo Bon Bistrot, la comunità della radice amara di Soncino e gli studi sulla psicologia dei consumi condotti da un centro di ricerca del nuovo progetto Cremona food lab dell’Università Cattolica. Ma il cibo, nel viaggio di Riflessi, conduce anche a incontri lontani: all’incrocio tra profumi nella cucina di una famiglia indiana stabilita da anni nella Bassa, alla scoperta delle «cronache alimentari» di un missionario in Africa.

Ma non è solo ciò che si ingerisce a raccontare il rapporto di ciascuno di noi con il cibo: il biblista Romeo Cavedo, tra le parole del Padre Nostro, spiega che cosa c’entra il cibo con l’anima, una anziana signora rivive la sua giovinezza da «mondina», mentre Bianca svela il buio dell’anoressia, implacabile finché ha trovato il suo ingrediente segreto. «E ce lo ha suggerito – scrive Riflessi – mescolandolo alle fragilità di ciascuno: “È l’amore che salva. Quello per se stessi, per gli altri, per la vita che torna a bussare, caparbia e impetuosa”».

 

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