Il 1° maggio il complesso monastico di San Sigismondo apre le porte ai visitatori

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Giovedì 1° maggio, dalle 9 alle 10.30 e dalle 14 alle 17.30, il complesso di San Sigismondo a Cremona (in largo Bianca Maria Visconti) aprirà le sue porte consentendo straordinariamente di accedere anche agli ambienti normalmente non fruibili per le regole di clausura, quali le cappelle laterali, il presbiterio e, soprattutto, il chiostro e il refettorio. Le visite, organizzate dall’associazione Amici del Monastero di San Sigismondo, avranno una durata di circa 45 minuti con partenza ogni 15 minuti e senza necessità di prenotazione. Si tratta di un evento gratuito, ma con la possibilità di lasciare un’offerta a supporto delle attività di manutenzione del monastero domenicano e della chiesa, che necessita della sostituzione dell’impianto di illuminazione. Anche le “Casalinghe di San Sigismondo” saranno presenti con il consueto tavolo di dolci e confezioni artistiche di lavanda coltivata in monastero per offrire ai turisti un ricordo della visita.

L’occasione è data, come ormai consuetudine, dalla memoria liturgica di san Sigismondo che ricorre proprio il 1° maggio. Per questo a caratterizzare la giornata saranno anche alcuni appuntamenti celebrativi che potranno essere condivisi con la comunità monastica: alle 11 la Messa e alle 18 il canto dei Vespri. 

L’apertura sarà l’occasione per apprezzare numerosi capolavori cremonesi normalmente non fruibili al pubblico, come gli affreschi di Camillo Boccaccino e la pala d’altare di Giulio Campi che ornano il presbiterio, e per accedere eccezionalmente al chiostro e al refettorio del complesso, dove è custodita la celebre Ultima Cena eseguita da Tommaso Aleni allo scadere del primo decennio del Cinquecento, tra le prime versioni presenti sul territorio a registrare le innovazioni introdotte da Leonardo nel cenacolo di Santa Maria delle Grazie a Milano. 

Oltre alle testimonianze artistiche cinquecentesche, durante le visite si potranno apprezzare anche importanti capolavori tardo-barocchi, tra cui spiccano gli interventi di Angelo Innocente Massarotti. Dopo una prima formazione in patria, per l’artista cremonese è fondamentale l’esperienza romana, circoscrivibile tra il 1675 (almeno) e il 1681, che gli consente di confrontarsi sia con l’esuberanza del barocco, studiando i modelli di matrice cortonesca e le prove figurative di Giovan Battista Gaulli, sia con la lezione classicista di Carlo Maratti e dalla sua cerchia. Una volta rientrato a Cremona, dopo una breve parentesi emiliana e a Milano, Massarotti si afferma come una delle personalità più ricercate insieme a Francesco Boccaccino, lavorando in vari e prestigiosi contesti tra cui la chiesa di San Sigismondo. Nel complesso gerolamino l’artista è impegnato nei primi anni del Settecento nelle decorazioni delle cappelle dedicate a Sant’Ignazio da Loyola, per cui esegue i dipinti con le storie del santo e le figure a monocromo della volta, al Crocifisso, di cui è artefice anche degli affreschi sulle pareti laterali oltre alla pala d’altare, e all’Angelo Custode, limitatamente al dipinto raffigurante l’Angelo che ferma la mula del profeta Balaam. In queste prove Massarotti dimostra una personale e convincente rielaborazione delle diverse suggestioni culturali romane che, combinate con la tradizione manieristica cremonese e il naturalismo di Genovesino, gli consentono di definire un linguaggio ben riconoscibile, in cui barocco e classicismo convivono con straordinaria armonia

TeleRadio Cremona Cittanova
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