I seminaristi cremonesi in udienza dal Papa

Alla vigilia della canonizzazione di Paolo VI il Santo Padre ha incontrato studenti e formatori degli istituti lombardi: «Siate pastori del popolo e non chierici di stato»

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C’erano anche 18 seminaristi cremonesi, insieme ai due nuovi diaconi don Arrigo Duranti e don Francesco Mazza, tra gli oltre 500 da tutte le diocesi della Lombardia che hanno partecipato sabato 13 ottobre all’udienza con Papa Francesco presso la sala Clementina in Vaticano, in occasione della canonizzazione di Paolo VI, che l’11 novembre 1965 inaugurò la nuova sede del Pontificio Seminario Lombardo, a Roma.

Accompagnati dal rettore don Marco d’Agostino, dal vice-rettore don Francesco Cortellini e dall’assistente spirituale del Seminario don Maurizio Lucini, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, del vescovo emerito Dante Lafranconi, del vicario generale don Massimo Calvi e del segretario episcopale don Flavio Meani, i seminaristi cremonesi hanno partecipato alla messa presieduta alle ore 9 presso l’Altare della Cattedra dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, prima di recarsi nella sala Clementina dove alle 11.15 è iniziato l’incontro con Papa Francesco.

Dopo l’introduzione dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini, il Santo Padre per un’ora e mezza ha risposto a braccio alle otto domande poste da seminaristi ed educatori.

Molti gli spunti significativi che i venti seminaristi cremonesi riporteranno nel loro cammino da questo incontro in cui Papa Francesco si è rivolto, con un tono paterno, agli studenti come ai formatori. «Se un seminarista è troppo rigido – ha detto – non è adatto. Fermatelo».

Uno dei passaggi più forti del suo intervento che in altri momenti ha messo in guardia dalle tentazioni della carriera, dal pericolo di essere preti mondani, dal clericalismo definito «una perversione della Chiesa».

La risposta ribadita con forza è quella dell’attenzione all’altro: dentro la comunità del seminario e nell’esperienza pastorale.

«Ci ha ricordato – osserva ancora don D’Agostino – i quattro pilastri della formazione: la vita spirituale e il rapporto con l’Eucaristia, lo studio teologico, la vita pastorale, e la relazione. A noi formatori ha chiesto di scoprire, vivendo con questi ragazzi, se sono in cammino».

E su questo cammino l’udienza di ieri può essere una tappa fondamentale. «Da un lato – commenta il seminarista Andrea Bassani – ci ha invitati ad avere confidenza con la Scrittura, per la nostra vita e come fondamento del ministero. Dall’altra l’invito ad essere “pastori del popolo e non chierici di Stato”».

Una prospettiva a cui Francesco Mazza, ordinato diacono lo scorso settembre, guarda oggi con occhi diversi: «Ciò che il Papa ha detto oggi riguardo il cammino di formazione – spiega – io oggi cerco di leggerlo dal punto di vista della missione. Non solo come qualcosa su cui ragionare, ma come qualcosa da vivere».

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