Gmg: a Blonia il primo abbraccio ufficiale dei giovani a Papa Francesco

Per molti cremonesi il 28 luglio pomeriggio a Cracovia: alcuni erano presenti nel Parco Jordan per la cerimonia di accoglienza

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“Vuoi una vita piena? Comincia a lasciarti commuovere”. Non ha usato giri di parole Papa Francesco che, nel pomeriggio di giovedì 28 luglio, ai giovani radunati a Blonia, ha parlato con semplicità e chiarezza, in un dialogo continuo con loro. Anche diversi cremonesi hanno preso parte alla cerimonia di accoglienza nel Parco Jordan di Błonia, a Cracovia.

Dopo la catechesi mattutina, infatti, i 480 cremonesi in Polonia per la Gmg hanno lasciato il villaggio di Wola per recarsi in alcune località del circondario per momenti culturali e di spiritualità. La maggior parte, comunque, ha scelto come meta Cracovia, anche grazie alle tante opportunità offerte dal Festival della Gioventù che, attraverso concerti, rappresentazioni teatrali, spettacoli di danza e altri eventi culturali, intende aiutare i giovani a individuare il modo migliore per realizzare la propria vocazione.

I ragazzi cremonesi, per lo più divisi secondo i gruppi parrocchiali, hanno visitato diverse chiese del centro città, in particolare la basilica di Santa Maria Assunta dove san Giovanni Paolo II esercitò il ministero di predicatore e confessore negli anni di Cracovia. Proprio qui qualche sacerdote cremonese si è messo a disposizione per il sacramento della riconciliazione nei confronti dei tanti pellegrini, italiani compresi per l’appunto, che sono passati da questo luogo.

Non sono mancate neppure altre mete, come il santuario di Kalwaria con le miniere di sale. Peccato per la pioggia e il traffico intenso, che hanno creato qualche disagio, costringendo anche a qualche cambio di programma.

Le prime foto del pomeriggio dei cremonesi a Cracovia e non solo

 

La cerimonia di accoglienza

Tra le mete scelte dai cremonesi c’è stato naturalmente anche il Parco Jordan di Błonia dove dalle 17.30 si è svolta la cerimonia di accoglienza con Papa Francesco, che qui è giunto a bordo di un tram cittadino dopo aver ricevuto dal sindaco di Cracovia, Jacek Majchrowski, le chiavi della città come segno di benvenuto.

Il tragitto che ha portato il Santo Padre al primo incontro ufficiale con i giovani della Gmg è stato un’esplosione di affetto. Il tram ha percorso il tragitto a passo d’uomo proprio per permettere ai giovani pellegrini di poter salutare il Papa, che ha risposto con grande gioia alle acclamazioni dei ragazzi che da ogni dove sono accorsi per questo speciale incontro.

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Francesco, è sembrato particolarmente a suo agio sul tram, frutto anche dell’abitudine che aveva di girare con i mezzi pubblici quando era arcivescovo di Buenos Aires.

Al suo arrivo ha salutato e benedetto alcuni malati ed ha proseguito l’entrata verso il palco sulla papamobile.

Durante il tragitto Papa Francesco ha più volte chiesto di fermarsi per ricevere in braccio i bimbi che gli venivano porti e ai quali ha dato teneri baci sulla testa Il percorso è stato un tripudio di bandiere, di canti, di colori, mentre suonava in tutto il parco una speciale musica di benvenuto intitolata “Tango Francesco”.

Tutto attorno i k-way e gli ombrelli colorati, le mani intrecciate e i sorrisi dei ragazzi nonostante la pioggia caduta copiosamente.

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A introdurre la cerimonia il saluto dell’arcivescovo di Cracovia, il card. Stanislaw Dziwicz. “Siamo molti, moltissimi, giovani e meno giovani – ha esordito l’ex segretario di Papa Wojtyla –. Tutti siamo giovani nello spirito, perché il Vangelo, di cui viviamo, è sempre giovane, sempre attuale, e parla alla mente e al cuore di ogni generazione”.

“Grazie a nome di tutti i giovani”, ha detto il porporato, ricordando come “da due giorni è in svolgimento nella nostra città la grande festa della fede. Giovani, provenienti da tutto il mondo, condividono l’esperienza della fede e si rallegrano di appartenere alla Chiesa, la grande comunità del Signore crocifisso e risorto. Tutto questo avviene in un luogo particolarmente legato a colui che ha dato inizio alle Giornate mondiali della gioventù, san Giovanni Paolo II e, anche, nella città che chiamiamo capitale spirituale della Divina Misericordia a motivo di suor Faustina”.

E ha proseguito: “Oggi salutiamo cordialmente il Pietro dei nostri tempi tra i partecipanti alla Giornata mondiale della gioventù”.:”Viviamo in un mondo non facile, sconfitto da conflitti e violenze. Vogliano essere persone di pace. Vogliamo essere testimoni della misericordia di Dio. Vogliamo essere misericordiosi come il Padre. Vogliamo costruire con Gesù un mondo più umano e solidale”.

“Cari giovani, buon pomeriggio. Finalmente ci incontriamo!”. Queste le prime parola di Papa Francesco ai 700mila radunati nel Parco Blonia per l’ingresso ufficiale nella sua seconda Giornata mondiale della gioventù, dopo quella di Rio de Janeiro di tre anni fa.

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“In questa sua terra natale, vorrei ringraziare specialmente san Giovanni Paolo II, che ha sognato e ha dato impulso a questi incontri”, il tributo di Papa Francesco al suo predecessore, che ha ideato 30 anni fa la Gmg e ne ha celebrata una anche a Czestochowa (dove Papa Francesco stamattina ha celebrato l’Eucaristia: leggi tutto). “Dal cielo egli ci accompagna nel vedere tanti giovani appartenenti a popoli, culture, lingue così diverse con un solo motivo: celebrare che Gesù è vivo in mezzo a noi”, ha assicurato: “E dire che è Vivo, è voler rinnovare il nostro desiderio di seguirlo, il nostro desiderio di vivere con passione la sequela”. “Quale occasione migliore per rinnovare l’amicizia con Gesù che rafforzare l’amicizia tra di voi! Quale modo migliore per rafforzare la nostra amicizia con Gesù che condividerla con gli altri!”, le parole dedicate al senso della festa: “Quale modo migliore per sperimentare la gioia del Vangelo che voler ‘contagiare’ la sua Buona Notizia in tante situazioni dolorose e difficili!”.

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“Cari giovani, in questi giorni la Polonia si veste a festa; in questi giorni la Polonia vuole essere il volto sempre giovane della Misericordia”. È molto più che uno slogan, quello che il Papa ha consegnato fin dall’inizio ai giovani dal Parco Blonia di Cracovia. “Da questa terra con voi e anche uniti a tanti giovani che oggi non possono essere qui, ma che ci accompagnano attraverso i vari mezzi di comunicazione, tutti insieme faremo di questa giornata una vera festa giubilare”, la promessa di Francesco, che ha ricordato: “Gesù è Colui che ci ha convocati a questa trentunesima Giornata mondiale della gioventù; è Gesù che ci dice: ‘Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia’ Beati sono coloro che sanno perdonare, che sanno avere un cuore compassionevole, che sanno dare il meglio di sé agli altri”.

“Nei miei anni vissuti da Vescovo ho imparato una cosa – ha confessato il Papa –: non c’è niente di più bello che contemplare i desideri, l’impegno, la passione e l’energia con cui tanti giovani vivono la vita”. E ha continuato: “Quando Gesù tocca il cuore di un giovane, di una giovane, questi sono capaci di azioni veramente grandiose”. “È stimolante, sentirli condividere i loro sogni, le loro domande e il loro desiderio di opporsi a tutti coloro che dicono che le cose non possono cambiare. È un dono del cielo poter vedere molti di voi che, con i vostri interrogativi, cercate di fare in modo che le cose siano diverse. È bello, e mi conforta il cuore, vedervi così esuberanti”. “La Chiesa oggi vi guarda, il mondo oggi vi guarda, e vuole imparare da voi, per rinnovare la sua fiducia nella Misericordia del Padre che ha il volto sempre giovane e non smette di invitarci a far parte del suo Regno”, ha garantito il Papa. A braccio, Francesco ha stigmatizzato l’atteggiamento dei “quietisti”, quelli che non voglio cambiare niente. “Le cose si possono cambiare?”, ha chiesto ancora a braccio alla folla. “Sì!”, la risposta dei giovani.

“Conoscendo la passione che voi mettete nella missione, oso ripetere: la misericordia ha sempre il volto giovane”. “Perché un cuore misericordioso – ha spiegato Francesco – ha il coraggio di lasciare le comodità; un cuore misericordioso sa andare incontro agli altri, riesce ad abbracciare tutti. Un cuore misericordioso sa essere un rifugio per chi non ha mai avuto una casa o l’ha perduta, sa creare un ambiente di casa e di famiglia per chi ha dovuto emigrare, è capace di tenerezza e di compassione. Un cuore misericordioso sa condividere il pane con chi ha fame, un cuore misericordioso si apre per ricevere il profugo e il migrante. Dire misericordia insieme a voi è dire opportunità, è dire domani, impegno, fiducia, apertura, ospitalità, compassione, sogni”. “Ma voi siete capaci di sognare?”, ha chiesto il Papa a braccio: “Quando il cuore è aperto, è capace di sognare, c’è posto per la misericordia, c’è posto per accarezzare, per mettersi accanto a quelli che non hanno il pane o che non hanno il necessario, o la fede”. “Diciamo insieme questa parola: misericordia!”, l’invito di Francesco ai giovani: “Perché il mondo senta”.

“Mi addolora – ha poi affermato il Papa – incontrare giovani che sembrano pensionati prima del tempo. Mi preoccupa vedere giovani che hanno gettato la spugna prima di iniziare la partita. Che si sono arresi senza aver cominciato a giocare. Che camminano con la faccia triste, come se la loro vita non avesse valore. Sono giovani essenzialmente annoiati… e noiosi”. “È difficile, e nello stesso tempo ci interpella, vedere giovani che lasciano la vita alla ricerca della ‘vertigine’, o di quella sensazione di sentirsi vivi per vie scure che poi finiscono per ‘pagare’… e pagare caro”, la sfida di Francesco: “Fa pensare quando vedi giovani che perdono gli anni belli della loro vita e le loro energie correndo dietro a venditori di false illusioni – nella mia terra natale diremmo ‘venditori di fumo’ – che vi rubano il meglio di voi stessi”.

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“Per questo, cari amici, – ha proseguito il Papa – ci siamo riuniti per aiutarci a vicenda, perché non vogliamo lasciarci rubare il meglio di noi stessi, non vogliamo permettere che ci rubino le energie, la gioia, i sogni con false illusioni”. “Volete per la vostra vita quella ‘vertigine’ alienante o volete sentire la forza che vi faccia sentire vivi, pieni? Vertigine alienante o forza della grazia? Per essere pieni, per avere una forza rinnovata, c’è una risposta; non è una cosa, non è un oggetto, è una persona ed è viva, si chiama Gesù Cristo”. E qui una consapevolezza: Gesù Cristo si lo si può comprare nei negozi: “È un dono, un regalo del Padre”.

“Vuoi una vita piena? Comincia a lasciarti commuovere!”, ha quindi affermato con forza il Pontefice. “Perché la felicità germoglia e sboccia nella misericordia: questa è la sua risposta, questo è il suo invito, la sua sfida, la sua avventura: la misericordia. La misericordia ha sempre un volto giovane; come quello di Maria di Betania, seduta ai piedi di Gesù come discepola, che ama ascoltarlo perché sa che lì c’è la pace. Come il volto di Maria di Nazareth, lanciata con il suo “sì” nell’avventura della misericordia, e che sarà chiamata beata per tutte le generazioni, chiamata da tutti noi “la Madre della Misericordia”.

“Allora tutti insieme, ora chiediamo al Signore: lanciaci nell’avventura della misericordia!”, ha esclamato Francesco: “Lanciaci nell’avventura di costruire ponti e abbattere muri (recinti e reti); lanciaci nell’avventura di soccorrere il povero, chi si sente solo e abbandonato, chi non trova più un senso per la sua vita. Spingici, come Maria di Betania, all’ascolto di coloro che non comprendiamo, di quelli che vengono da altre culture, altri popoli, anche di quelli che temiamo perché crediamo che possono farci del male. Fa’ che volgiamo il nostro sguardo, come Maria di Nazareth con Elisabetta, ai nostri anziani per imparare dalla loro saggezza”.

“Voi parlate con i vostri nonni?”, ha aggiunto il Papa a braccio: “Cercate i vostri nonni, loro hanno la saggezza della vita”. Poi la preghiera finale: “Mandaci a condividere il tuo Amore Misericordioso. Vogliamo accoglierti in questa Giornata mondiale della gioventù, vogliamo affermare che la vita è piena quando la si vive a partire dalla misericordia, che questa è la parte migliore, e che mai ci sarà tolta”.

Il testo integrale dell’intervento del Papa

 

Il secondo saluto dalla finestra

Per la seconda sera consecutiva la finestra dell’Arcivescovado di Cracovia che si affaccia su via Fraciskanska è tornata ad aprirsi, e vi si è affacciato il successore di Pietro. Lo attendeva uno stuolo di giovani coppie di fidanzati e di sposi. A loro si è rivolto, parlando in spagnolo, e riconoscendo il loro coraggio, perché “non è facile formare una famiglia, impegnare la vita per sempre. Occorre avere coraggio ed io mi complimento con voi perché ne avete”. “Come fare – ha proseguito – ad andare avanti superando le difficoltà? Suggerisco che ognuno metta in pratica sempre questi tre atteggiamenti, tre parole che possono aiutarvi a vivere la vita matrimoniale nonostante le difficoltà: permesso, grazie, perdono”.

Poi Francesco si è soffermato, come già aveva fatto in altre occasioni, su ciascuna delle tre. “Permesso: mai andare avanti per conto proprio, sempre chiedere permesso. “Grazie: quante volte il marito deve ringraziare la moglie? E quante volte la moglie deve dir grazie al marito? Ringraziarsi reciprocamente, perché il sacramento del matrimonio lo conferiscono gli sposi l’uno all’altro”. “Da ultimo – ha concluso – una parola molto difficile da pronunciare: nel matrimonio sempre si commettono errori ed occorre saper chiedere scusa, perché fa bene. Nessuna giornata si concluda senza fare la pace: non servono discorsi; basta un gesto e tutto si risolve”.

Ricordando di nuovo queste tre parole, Francesco le ha fatte più volte ripetere a tutti, prima di chiedere per tutte le famiglie e anche per sé un ricordo nella preghiera.

Il testo integrale del saluto del Papa

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