Giubileo dei ministranti in Cattedrale. Il Vescovo indica due verbi: adorare e servire

Oltre 320 i ragazze e le ragazze che hanno attraversato la Porta Santa e partecipato alla Messa presieduta da mons. Napolioni

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“Ogni tanto durante la Messa lasciatevi distrarre, ma non dallo sternuto del vostro vicino, bensì dalla presenza di Gesù che ci ama. Chiudete gli occhi e gustate il suo essere in mezzo a noi: che bello!». Era proprio a suo agio il vescovo Antonio durante il giubileo dei ministranti che è stato celebrato giovedì 2 giugno in Cattedrale, nella festa della sua dedicazione. Senza mitria, in mezzo ai banchi colmi di bambini e ragazzi nelle vesti liturgiche di diversi colori e fogge, il Vescovo è tornato un poco parroco e, tra una battuta e l’altra, ha fatto riflettere la singolare assemblea su due verbi fondamentali: “servire e adorare”.

La mattinata cremonese degli oltre 320 chierichetti, provenienti da 35 parrocchie della diocesi, è iniziata presto. Alle 9.30 gli oratori di S. Imerio, Sant’Abbondio e San Michele hanno aperto i battenti per ospitare la prima parte del Giubileo dedicata alla riflessione sulla parabola Buon Samaritano. Un momento di approfondimento vissuto grazie a un video preparato dai seminaristi che hanno inscenato una puntata della trasmissione Tv  “Giorno del Signore” con ospiti appunto i protagonisti della nota parabola che narra di accoglienza, misericordia, servizio.

Fra lo stupore dei passanti, i ministranti, che già indossavano la veste liturgica, si sono poi diretti a Palazzo vescovile inscendando tre improbabili quanto gioiosi cortei che hanno sfiorato l’austera celebrazione della festa della Repubblica in piazza del Comune.

Ad accogliere in giardino i bambini e ragazzi il vescovo Antonio che ha subito creato un’atmosfera di festa ed è entrato immediamente in sintonia con i bambini che non gli hanno risparmiato tante domande curiose. Mons. Napolioni ha ricordato la festa della dedicazione della Cattedrale e il motivo dell’incontro diocesano: il passaggio per la Porta Santa.

E, infatti, subito dopo il benvenuto episcopale a gruppi, parrocchia per parrocchia, i ministranti hanno attraversato la Porta dopo un piccolo momento di preghiera guidato da don Marco D’Agostino, responsabile del Centro Diocesano Vocazioni.

Il momento tanto atteso della giornata è stata però la Messa presieduta dal vescovo Antonio alla presenza di una trentina di sacerdoti, tra di essi gli organizzatori dell’evento: don Paolo Arienti, presidente della Federazione Oratori e don Daniele Piazzi, responsabile dell’ufficio per il culto divino.

Il servizio liturgico è stato offerto dai ministranti di Bozzolo guidati dal vicario don Gabriele Barbieri, mentre i canti sono stati proposti dal coro “San Vincenzo Grossi” di Pizzighettone diretto da Roberta Ghidoni.

Mons. Napolioni si è guadagnato subito l’attenzione dei bambini e ragazzi che riempivano la navata centrale e parte dei transetti scendendo in mezzo a loro, senza mitria e con il radio microfono in mano, e domandando dei vari servizi liturgici: turibolo, navetta, ceri, ampolline… “È bello vedere nella nostra diocesi tanti ministranti grandi perchè servire all’altare non è un gioco per piccoli e in ogni caso è importante non stancarsi di vivere le cose belle provate da ragazzi”.

Prendendo a prestito un’espressione di San Paolo proclamata durante la seconda lettura – collaboratori di Dio – il presule ha ricordato ai ragazzi la preziosità del dono che i cristiani ricevono durante la Messa: Gesù stesso. E il ministrante collabora affinché questo dono sia gustato ed apprezzato da tutti. “L’amore di Dio non è una favola, ma una realtà che ci guarisce dalle paure, che ci fa bene all’anima e che rende i nostri occhi trasparenti”. Mons. Napolioni ha esortato quindi a vivere questo ruolo come un vero e proprio servizio compiuto per Dio e per i fratelli.

Dal Vangelo – il dialogo tra Gesù e la Samaritana – il presule ha tratto la seconda parola d’ordine: adorare. “Ogni tanto durante la Messa lasciatevi distrarre, ma non dallo sternuto del vostro vicino, bensì dalla presenza di Gesù che ci ama. Chiudete gli occhi e gustate il suo essere in mezzo a noi: che bello!”.

Al termine delle preghiere dei fedeli il vescovo ha invocato un attimo di silenzio perché ciascuno potesse dire nuovamente il proprio “eccomi” al Signore, mentre allo scambio della pace ha chiesto che ciascun ministrante scambiasse il segno della riconciliazione con altri tre “colleghi” di altrettante parrocchie diverse.

Terminata la Messa tutti i ministranti si sono diretti all’oratorio di Sant’Ilario per il pranzo al sacco e un momento di animazione a cura di Stefano Priori, in arte Magico Beru.

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