Giovedì il pellegrinaggio in Terra Santa, in viaggio alle radici della fede per essere costruttori di unità

Giovedì 25 agosto la partenza del viaggio organizzato dall'Ufficio Pellegrinaggi con Profilotours e Brevivet

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Parte giovedì 25 agosto un gruppo composto da una trentina di pellegrini della Diocesi per la Terra Santa. Questo pellegrinaggio, organizzato dall’Ufficio diocesano per la pastorale del Turismo con il supporto indispensabile di Profilotours e Brevivet, segna un momento importante per la ripresa delle iniziative, dopo la sosta forzata di questi anni. «Da Nazaret al lago di Galilea, da Betlemme a Gerusalemme – spiega don Roberto Rota, responsabile dell’Ufficio – ritorniamo, ancora una volta, sui passi del Signore».

«Ritornare in Terra Santa – prosegue don Rota – in questo preciso momento, assume due connotazioni ben precise: la prima riguarda chi parte e significa il desiderio di vivere intensamente l’esperienza del pellegrinaggio come cammino di fede, di ricerca e di consolazione perché, ne siamo certi, il Signore accompagna sempre il cammino del suo popolo; ritornare nei luoghi dove Gesù è vissuto, riascoltare proprio lì la Parola del Vangelo, vuol dire approfondire la conoscenza e l’esperienza della fede, per un vita adulta e matura; ma c’è anche una seconda importante dimensione per questo pellegrinaggio e riguarda i cristiani che sono nati e vivono in questa terra martoriata e spesso oggetto di violenza, come in questi ultimi giorni. Abbiamo il dovere di sostenere, incoraggiare e pregare insieme a questi fratelli di fede. In Terra Santa si tocca con mano lo scandalo della divisione tra i credenti in Cristo: conoscere la storia, i riti, le tradizioni culturali significa acquisire uno sguardo più ampio per renderci tutti protagonisti di un cammino verso la piena unità dei credenti che qui sono un piccolo gregge. Insieme ai Cristiani abitano questa terra Ebrei e Musulmani: le tre grandi religioni monoteiste hanno qui i loro luoghi santi più cari, le “tre pietre” che parlano della loro storia millenaria: il monte del tempio, la roccia dell’ascensione del Profeta, la roccia di un sepolcro vuoto, ci raccontano di una difficile, se pur possibile convivenza, nel nome di Abramo, padre nella fede e amico di quel Dio che è Padre di tutta l’umanità».

Con queste consapevolezze si accingono dunque a partire i pellegrini cremonesi, portando con loro il ricordo per la nostra Chiesa locale, per le comunità parrocchiali e per gli amici di ciascuno, assaporando fin d’ora la gioia di fermarsi “alle tue porte, Gerusalemme”.

TeleRadio Cremona Cittanova
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