Giovani e Chiesa: approvate le prime “proposizioni” del Sinodo diocesano

Dopo le votazioni dell'Assemblea ecco i testi affidati dai membri sinodali al vescovo Antonio

image_pdfimage_print

Ecco il testo delle proposizioni approvate dal Sinodo dei Giovani sul primo dei temi in esame in questi mesi: Il rapporto dei giovani con la Chiesa.

Le proposizioni sono state suddivise in tre sezioni: alcune consapevolezze ribadite dai giovani riguardo la Chiesa, le sfide che anche le giovani generazioni sono chiamate ad affrontare insieme al mondo adulto e alle comunità parrocchiali ed infine alcune specifiche richieste avanzate dai giovani alla Chiesa.

Le proposizioni hanno anche raccolto alcune valutazioni negative, raggiungendo però, nel complesso, la percentuale del 75% di consenso richiesta dal regolamento. I giovani sinodali che hanno manifestato riserve consegneranno alla Segreteria del Sinodo le loro osservazioni o proposte, che l’Assemblea ha chiesto comunque di rendere note a tutti i membri.

Le consapevolezze – Unanimità di consenso dell’Assemblea

1. Abbiamo una percezione positiva della Chiesa, nonostante le contraddizioni e i limiti che riscontriamo nella sua storia di strumento voluto da Dio e chiamato sempre alla conversione. Nella testimonianza di adulti, comunità ed educatori che ci hanno accolto e servito, vediamo rispecchiata la vocazione della Chiesa ad essere sempre più corpo di Cristo, nella povertà e nell’essenzialità. Constatiamo che nel mondo giovanile sono diffusi anche pregiudizio, luoghi comuni e risentimento, spesso frutto di relazioni superficiali e giudizi affrettati, ma a volte anche di delusioni che hanno lasciato un segno negativo.

2. Ci sentiamo interpellati in prima persona quando per la Chiesa si invoca coerenza: il nostro metterci in gioco è vitale per la comunità e avvertiamo quanto sia prezioso per i coetanei che frequentiamo, per il mondo in cui spendiamo la nostra esistenza e per chi, più giovane, si affaccia alla vita.

Le  sfide – 4 voti contrari

3. Sentiamo la necessità di educarci all’essenziale, al cuore della fede cristiana. In particolare avvertiamo il bisogno di ripartire dalla Parola di Dio, sperimentare relazioni comunitarie sincere e fraterne, sfidarci nel servizio del prossimo.

4. Avvertiamo il desiderio che tutti ci riscopriamo corresponsabili nella comunità ecclesiale, scegliamo con più coraggio cammini di formazione e momenti di servizio, troviamo spazi di vero protagonismo (come una presenza più riconosciuta nei consigli e negli organismi di partecipazione).

5. Avvertiamo che i primi ostacoli da superare sono l’individualismo, la timidezza, la pigrizia e il disinteresse rispetto ai cammini di fede. Solo il nostro essere affascinati potrà suscitare interesse e far superare pregiudizi e chiusure.

6. Avvertiamo il desiderio di essere trattati da uomini e donne e non da eterni adolescenti; di essere richiamati alla vita reale, ai problemi e alle speranze del quotidiano: vogliamo che la prima lingua con cui possiamo esprimerci, siano i fatti, la verità delle nostre relazioni.

7. Desideriamo essere coscienti dei tanti carismi che rendono bella la Chiesa e ci ricordano i modi originali di rendere vivo il Vangelo. Sappiamo che a noi spetta il compito di cercare ponti con i coetanei che non frequentano gli ambienti ecclesiali, con quel “mondo” che noi per primi abitiamo.

Alcune richieste – 11 voti contrari

8. Chiediamo alla Chiesa di non smettere di sperare e puntare su di noi, considerandoci capaci di collaborare e spenderci per il bene.

9. Desideriamo che la Chiesa sia sempre più libera di custodire con libertà l’essenziale  del messaggio evangelico: la fede quotidiana in Gesù, l’ascolto della sua Parola, l’esperienza della preghiera, la vicinanza ai problemi e alle sfide reali della vita. Oratori e percorsi per i giovani non vanno misurati per quante cose producono, ma per la qualità delle esperienze che toccano la vita, suscitano desideri, offrono testimonianze credibili.  Lo stile ecclesiale sia il coraggio umile e silenzioso del quotidiano, lontano dal clamore di eventi isolati.

10. Chiediamo proposte formative alte, non giocate al ribasso, ma centrate sulla Parola e sul suo riferirsi alla vita, perché si possa condividere quanto essa provochi e illumini le domande profonde della nostra esistenza; proposte di carattere culturale perché la vita vera sia oggetto del nostro incontrarci e del nostro confrontarci; proposte aperte ai temi esistenziali che provocano anche i non credenti; proposte condivise tra comunità ed esperienze diverse, con riferimenti zonali più forti, perché solo “in rete” possiamo superare solitudini e stanchezze.

11. Crediamo che anche lo stile della comunicazione sia prezioso: crediamo che si debba prestare attenzione al “come” si comunica, al passo con l’innovazione contemporanea, senza smarrimenti e paure davanti alle novità del presente. Una buona comunicazione crediamo sia preziosa per sfatare alcuni pregiudizi nei confronti della Chiesa e della sua vita. Desideriamo siano narrati il bene e la bellezza della fede, più che la fatica e il limite.

Prossima convocazione del Sinodo a Rivolta d’Adda, domenica 10 marzo, presso “Casa Famiglia” delle Suore Adoratrici.

Facebooktwittermail