Don Arrigo Duranti ordinato diacono

Nella serata di 29 settembre Cattedrale la solenne celebrazione presieduta dal vescovo Napolioni

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Nella serata di sabato 29 settembre, in una Cattedrale gremita, il vescovo Antonio Napolioni ha ordinato diacono don Arrigo Duranti, seminarista originario di Soncino, classe 1990, che il prossimo giugno diventerà sacerdote.

Visibilmente emozionato, con indosso il camice bianco e in mano una candela accesa, a ricordo del battesimo, don Duranti ha percorso la navata centrale accompagnato dal proprio parroco, don Giuseppe Nevi, mentre il Coro della Cattedrale, supportato dal gruppo d’animazione liturgica San Pio V di Soncino, proponeva il canto “Chi mi vuol servire mi segua”, composto proprio per l’occasione dal maestro Roberto Grazioli, direttore del coro soncinese e amico del novello diacono.

Quel percorso verso l’altare, fatto tante volte nei tredici anni di Seminario, in questa occasione ha assunto un significato tutto particolare. Quello di chi decide di consacrare tutta la vita al Signore, dedicandosi agli altri, così come ha confermato con l’«eccomi» pronunciato prima del rito d’ordinazione, quando il rettore del Seminario, don Marco d’Agostino, ha ufficialmente assicurato la sua idoneità per l’ordinazione.

Un aspetto che il Vescovo ha voluto riprendere subito dopo, nell’omelia, guardando alla folta assemblea che «attesta un grande affetto e credo anche una convinzione di fede, una vicinanza alla tua storia, al tuo oggi e tanta speranza per il tuo e nostro domani». «Ti ordino volentieri», ha quindi affermato mons. Napolioni richiamando tre aspetti della personalità di don Duranti: la sua cordialità, la sua concretezza e la sua fede genuina, «nella fedeltà in un lungo cammino in cui hai accettato di approfondire la chiarezza circa la tua chiamata. Quel lungo cammino che stasera non finisce: finalmente si parte!».

E ha proseguito: «Su questa base di io “ti affiderei i miei figli”. Come sai, amo sintetizzare i criteri di discernimento che nella formazione sacerdotale devono tenere conto di tante dimensioni, ma alla fine per me si riassumono in questo. E credo che anche le famiglie delle nostre comunità siano d’accordo. Certo, ci vuole lo studio, la preghiera, la competenza, l’esperienza, ma più ancora la santa normalità».

Ma «non basta basarsi sulla stoffa e sulla storia umana di ciascuno di noi: davvero ci vuole l’Ordinazione, davvero ci vuole la grazia e l’opera di Dio, che si basa su questa umanità e la trasfigura, l’arricchisce, l’accompagna, opera una conformazione, una trasformazione che non toglie ciò che sei, ma ti unisce sempre di più a Colui che sei chiamato a seguire, a imitare e rendere presente».

Così il Vescovo ha richiamato gli aspetti della personalità di don Duranti con quel “di più” dato da Cristo.

Dalla simpatia umana a quella di Gesù: la compassione. Da qui l’invito a guardare al crocifisso, «non come un distintivo, ma come un mistero». Solo così «la tua scelta di celibato risplenderà come un quotidiano dono d’amore, ricevuto e speso, vivo e credibile».

Non basta la concretezza, ma serve l’incarnazione di Gesù. E anche qui una precisa indicazione: vivere a servizio della gioia di tutti, aiutando ciascuno a scoprire la propria chiamata.

Poi il terzo aspetto: non basta una fede genuina. Con la necessità di essere una Chiesa mai “contro”. «Non ti chiediamo miracoli – ha affermato mons. Napolioni – ma il Vangelo: letto, pregato, creduto, annunciato e vissuto. Ti chiediamo di annunciare e testimoniare il primato della carità, che è la verità di Gesù in cui sei consacrato. Verità crocifissa, eucaristica, ecclesiale».

E ha concluso: «Ora, sapendo che questo capolavoro – in cui tu sei materia prima, ma Lui è il vasaio – richiederà sempre formazione e conversione, entra nella vita! Entra nella vita senza amputazioni, ma se fosse necessario lasciati fare il cuore in frantumi dall’amore di Dio, perché ridiventi ogni giorno di più quel cuore puro con cui stasera ti abbandoni alla sua grazia. Entra nella vita e nel mistero di Cristo, che ti fa suo per sempre. Entra nella vita della Chiesa universale e locale, tua madre, ovunque. Entra nella vita nuova che – ti assicuro– sarà stupefacente. Per quanto tu sia esperto delle cose di chiesa non puoi immaginare che cosa ti riserva la vita del diacono – e, a Dio piacendo, quella del prete – che ricevi in dono. Quella vita nuova che ti auguro possa farti trasudare di gioia vera».

Dopo  l’omelia il Vescovo ha interrogato don Duranti circa gli impegni propri dell’ordine diaconale. È seguito il canto delle litanie dei santi, l’imposizione delle mani da parte del Vescovo e la preghiera di ordinazione. Poi la liturgia è continuata con i riti esplicativi: la vestizione dell’abito proprio (stola e dalmatica), la consegna del libro dei Vangeli e l’abbraccio di pace con il Vescovo e gli altri diaconi presenti. Non solo i diaconi permanenti diocesani, ma anche don Francesco Mazza, diacono della diocesi di Fidenza che ha svolto gli anni di formazione nel Seminario di Cremona e che, come don Duranti, si appresta nei prossimi mesi a diventare prete. Proprio don Duranti e don Mazza hanno prestato servizio all’altare.

Accanto al vescovo Napolioni il vescovo emerito Dante Lafranconi e il vicario generale don Massimo Calvi. Tra i numerosi concelebranti il parroco di Soncino don Giuseppe Nevi e il vicario don Fabrizio Ghisoni.

Insieme ai parenti, anche tanti amici hanno voluto dimostrare l’affetto e la vicinanza al novello diacono che nei prossimi mesi presterà servizio presso le parrocchie di Casalmaggiore.

Il libretto della celebrazione

 

La photogellery dell’ordinazione diaconale

 

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Biografia di don Arrigo Duranti

Classe 1990, Arrigo Duranti è originario della parrocchia S. Maria Assunta e S. Giacomo Apostolo in Soncino.

Quella di don Duranti è stata una vocazione scoperta in giovanissima età, sin da bambino, quando a sei anni il parroco gli chiese se voleva fare il chierichetto. Una proposta rivolta a lui come a tanti altri, ma che per Arrigo ha da subito avuto un significato speciale. Così dal servire quotidianamente la Messa all’entrata in Seminario il passo è stato breve.

Duranti ha vissuto l’esperienza del Seminario Minore dal 2004 al 2010 frequentando un anno il liceo “Vida” e successivamente l’istituto tecnico “Einaudi” a indirizzo sociale.

Rientrato nel 2012 nella classe propedeutica, ha svolto il suo servizio pastorale presso la Beata Vergine del Roggione (Pizzighettone). In prima e seconda Teologia ha servito la comunità di Spinadesco, ha animato anche le attività del Centro Diocesano Vocazioni. In terza teologia ha prestato servizio presso la parrocchia di Casalbuttano e in quarta presso la comunità della Beata Vergine di Caravaggio in Cremona.

Lo scorso anno ha svolto la sua esperienza pastorale presso le parrocchie Santo Stefano e San Leonardo in Casalmaggiore, dove quest’anno rimarrà come diacono.

Duranti fa parte dell’Unitalsi e come barelliere ha prestato il suo aiuto agli ammalati in diversi pellegrinaggi, in particolare a Lourdes.

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