Dal 9 al 19 luglio viaggio del vescovo Napolioni in Brasile

Incontrerà i quattro sacerdoti cremonesi "fidei donum" rimasti in servizio in terra carioca

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In foto l’incontro dell’aprile scorso tra il Vescovo e i preti rientrati dopo l’esperienza da “fidei donum”

Il nuovo anno pastorale, che avrà come filo conduttore il discorso missionario di Gesù, si apre con un gesto “anticipato” ma significativo da parte del Vescovo, quello di andare a trovare i sacerdoti “fidei donum” cremonesi che sono in servizio presso alcune chiese sorelle in Brasile. Il viaggio di mons. Napolioni dal 9 al 19 luglio toccherà San Paolo del Brasile, Salvador de Bahia e Serrinha.

Insieme al vescovo ci saranno don Maurizio Ghilardi (responsabile del Centro missionario diocesano), don Davide Ferretti (che si fermerà poi a Goiania, raggiunto dai giovani della sua unità pastorale, per fare servizio presso la scuola gestita in loco dalle suore del Rifugio Cuor di Gesù di Cremona) e l’avvocato Paolo Mirri, responsabile diocesano di Comunione e Liberazione.

A San Paolo si trovano don Attilio Berta e don Ezio Bellini, a Salvador de Bahia presta servizio don Emilio Bellani e a Quijingue (diocesi di Serrinha) opera invece don Giancarlo Regazzetti. Dopo i recenti rientri in terra cremonese di alcuni sacerdoti “fidei donum”, dopo anni di abbondanti partenze in terra carioca sono solo quattro i sacerdoti diocesani rimasti.

La visita del Vescovo in Brasile nel mese di luglio intende segnare l’inizio di un nuovo percorso per la Chiesa cremonese, chiamata a essere missionaria “ad intra” ma anche “ad extra”; missionari nelle nostre comunità parrocchiali, chiamate ad annunciare e ad attrarre al Vangelo quanti ancora non lo conoscono, e possibilmente generatrici di nuove esperienze di servizio a favore di Chiese sorelle nel mondo o, addirittura, capaci di far nascere missioni diocesane in terre lontane.

Da anni molti giovani della diocesi, insieme ai loro sacerdoti, vivono esperienze di servizio e di missionarietà e il viaggio del Vescovo potrebbe suscitare nuove scelte di partenza da parte di altri giovani o di altri sacerdoti o addirittura di famiglie, a nome di una Chiesa locale impegnata nel Sinodo dei giovani, per decenni madre di vocazioni missionarie, sulla scorta del discorso della montagna sul quale si è meditato nell’anno pastorale ormai in conclusione.

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