Da Triuggio si riparte nel segno della corresponsabilità tra laici e presbiteri in parrocchia

Concluso nel pomeriggio di domenica 31 marzo il seminario di studio sulle ministerialità laicali promosso dalla Diocesi

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“Uno, alcuni, tutti”. Potrebbe essere il riassunto del percorso di studio, approfondimento e condivisione promosso dalla Diocesi a Triuggio, in terra ambrosiana, nel weekend dal 29 al 31 marzo. Un’ottantina i partecipanti: insieme al Vescovo Napolioni e ai diretti collaboratori don Calvi, Vicario Generale, e don Maccagni, Vicario episcopale per la pastorale ed il clero, alcuni vicari zonali, i coordinatori delle Aree pastorali, alcuni responsabili di Uffici diocesani, diversi sacerdoti moderatori di Unità pastorali e un buon gruppo di laici a vario titolo impegnati nella Chiesa locale.

Proprio lo slogan “Uno, alcuni, tutti” sinteticamente raccoglie lo snodo delicato e impegnativo attorno al quale la teologa Serena Noceti ha svolto la sua proposta di lettura delle nuove ministerialità che il Concilio Vaticano II articola per tutti i segnati dal comune Battesimo.

Così ha introdotto i lavori don Gianpaolo Maccagni, presentando la relatrice e la tre giorni di studio:

“La nostra comunità diocesana oggi articolata in 222 parrocchie, che non scompariranno – scriveva il Vescovo Napolioni nella Lettera pastorale Perché tutti abbiano la vita, in abbondanza – può fiduciosamente crescere in questa direzione: guardare al territorio in cui vive, ai cambiamenti che in esso si manifestano, alle esigenze che emergono, e creare percorsi di unità tra le comunità vicine per moltiplicare i doni condividendoli cominciando dalla stima effettiva per i Consigli pastorali, per i laici adulti, per i nostri giovani e ragazzi: tutti verranno incontrati, ascoltati, chiamati a formarsi”.

Una buona occasione è stato a Triuggio l’intervento della teologa relatrice, docente ordinario di teologia sistematica presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “I. Galantini” di Firenze, attiva presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Arezzo, è socia fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane e vicepresidente dell’Associazione Teologica Italiana. Il suo coinvolgente intervento ha ripercorso inizialmente la storia del ministero ordinato ed il suo ruolo così come si è definito particolarmente dopo il Concilio di Trento.

All’attento uditorio ha raccontato con passione la traccia profonda lasciata dalla storia negli ultimi cinque secoli durante i quali la conduzione pastorale delle parrocchie è stata plasmata da un’idea di sacralità associata alla figura del ministro ordinato, a tal punto da lasciare in ombra il servizio al Vangelo che i laici, uomini e donne, erano in grado di donare. E fino al punto da impedire a volte che la struttura della parrocchia potesse adeguarsi ai mutamenti dei tempi, sino ai giorni nostri.

La riflessione sulle conseguenze di questa eredità – preziosa  e comunque provvidenziale nella storia della Chiesa – ha fortemente provocato ad un discernimento tutti i presenti, invitati a riflettere sulla novità dell’impostazione conciliare – ampiamente riscoperta dalla enciclica di Francesco Evangelii gaudium – che ripropone il primato della Parola, un diverso equilibrio nella corresponsabile conduzione della comunità cristiana, un ripensamento radicale del ruolo femminile, la rivalutazione corretta del servizio del diacono. Così il rapporto tra l’autorità di “uno” chiamato a servire la comunione delle diversità, gli “alcuni” formati per collaborare ed esercitare la corresponsabilità pastorale, i “tutti” cui lo Spirito dona un concreto “senso della fede”, è stata indicata come questione centrale di ogni tentativo di riforma della Chiesa locale.

La relazione della professoressa  Serena Noceti

Lo svolgimento dei momenti di confronto ed elaborazione, guidato con cura da figure professionali, ha consentito a ciascuno dei presenti di partecipare ed esprimere le proprie opinioni godendo di un ascolto attento e partecipe. Il clima empatico che si è creato tra laici, presbiteri, religiose e lo stesso Vescovo ha raccolto grande apprezzamento e vivamente incoraggiata è stata la formula adottata nella tre giorni di convivenza: un modello di formazione condivisa da riproporre per efficacia, profondità e qualità degli apporti umani e spirituali.

 

Scheda di sintesi dei lavori

 

Photogallery della tre giorni

 

TeleRadio Cremona
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