Curia: non un semplice trasloco, ma un cambio di stile con luoghi e tempi alla portata dei laici

Da settembre alcuni uffici pastorali lasceranno Palazzo vescovile per trasferirsi al Centro pastorale diocesano

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Anche a livello centrale. Durante l’estate, infatti, la gran parte degli Uffici pastorali della Curia lascerà il Palazzo vescovile per trasferirsi al Centro Pastorale diocesano, in via S. Antonio del Fuoco 9/A, a Cremona. Un luogo inizialmente nato per i laici che – assicurano dalla Curia – adotterà tempi e orari più idonei alla loro vita e dove – periodicamente – gli Uffici saranno invitati a riunirsi e confrontarsi. Non si può, dunque, guardare a questo cambiamento come a un semplice trasloco.

«Si è arrivati a questa scelta – precisa il vicario episcopale per la Pastorale, don Gianpaolo Maccagni – con motivazioni molto discusse e maturate: il cambiamento di sede, infatti, deve significare un cambiamento di stile di lavoro. Soprattutto sotto due aspetti. Il primo è quello di una Curia sempre più a servizio dei territori, che si mette in loro ascolto per sostenerli, incoraggiarli e promuoverli». Dunque affiancando il cammino di una Chiesa inserita e radicata tra la gente, favorendo tutto ciò che possa incentivare la vitalità delle “periferie” geografiche. C’è, però, anche un altro aspetto fondamentale: il fatto che i diversi Uffici non avranno più una sede propria e indipendente, ma saranno collocati in spazi che, anche fisicamente, cercheranno di essere luoghi d’incontro, di ascolto reciproco e di progettazione.

«Il fatto che tra le Zone pastorali e l’attività degli Uffici siano stati creati quattro “Tavoli di coordinamento” – chiarisce ancora il Vicario per la Pastorale – all’apparenza ha reso il lavoro più faticoso, di cui per ora notiamo solo gli ostacoli. Ma si tratta di un passaggio necessario, che obbliga ogni Ufficio a uscire dalla propria autoreferenzialità, facendosi attore di un progetto pastorale unico, che necessariamente è trasversale con gli altri settori. Sarà una vera conversione, anche per la Curia».

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