Covo in festa per l’ingresso di don Lorenzo Nespoli

L'insediamento del nuovo parroco nella mattinata di domenica 2 ottobre con la Messa presieduta dal vescovo Napolioni

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La giornata grigia e le poche gocce di pioggia che hanno salutato il nuovo parroco al termine della Messa di insediamento non hanno rovinato la festa a Covo, nella Bergamasca, dove, nella mattinata di domenica 2 ottobre, l’intero paese ha dato il benvenuto a don Lorenzo Nespoli.

Il giovane parroco è stato accolto intorno alle 9.45 presso largo don Galafassi, all’ex pesa pubblica. Ogni componente del paese era rappresentata: le autorità locali insieme alle diverse associazioni con i propri labari; e poi le famiglie e la gente di Covo, con i bambini del catechismo e i ragazzi della Polisportiva Juventina Covo con i propri allenatori e dirigenti, tutti con la casacca blu d’ordinanza. Non mancavano neppure i membri della Confraternita del SS. Sacramento di Calcio, dove don Nespoli è stato vicario dal 2003 al 2011.

A dare maggiore solennità al momento il corpo bandistico “Santa Cecilia” di Fara Olivana che ha animato il percorso sino a piazza Santi Apostoli. Don Nespoli ha chiuso il lungo corteo, affiancato dal suo predecessore, don Sergio Maffioli.

Giunti nei pressi della chiesa parrocchiale, mentre tutti hanno preso posto sul piazzale in attesa dell’inizio della celebrazione, don Nespoli ha vestito i paramenti nella antistante casa parrocchiale, da dove è quindi partita la processione dei sacerdoti concelebranti. Accanto al Vescovo il nuovo parroco e il vicario zonale, don Marco Leggio. Presenti anche i sacerdoti residenti: don Sesto Bonetti e l’ex parroco don Sergio Maffioli. E poi l’ex vicario don Gabriele Battaini (da qualche settimana parroco in solido a Pizzighettone), il parroco di Calcio don Fabio Santambrogio, il parroco di Sospiro don Federico Celini e don Diego Poli, parroco di Cumignano, Ticengo e Villacampagna. Non mancavano neppure il diacono permanente Gianmario Anselmi di Derovere e Nicola Premoli, seminarista covese che l’8 settembre sarà ordinato diacono.

Prima dell’ingresso in chiesa il vescovo e il nuovo parroco hanno ricevuto il saluto del sindaco Andrea Capelletti. «Confidiamo che don Lorenzo valga per due», ha scherzato guardando al fatto che d’ora in poi a Covo il parroco non sarà più affiancato da un vicario. Ricordando poi la disponibilità dei covesi nei diversi ambiti di servizio, ha garantito al nuovo parroco «collaborazione, supporto e sostegno», nella consapevolezza di avere obiettivi comuni quali il «benessere sociale, l’attenzione ai più deboli, la crescita morale ed educativa dei giovani e il miglioramento della vita dell’intera comunità».

Quindi in chiesa, dopo il saluto liturgico da parte del Vescovo, ha preso la parola il vicario zonale per la lettura del decreto di nomina del nuovo parroco che, al termine, ha asperso l’assemblea con l’acqua benedetta e incensato la mensa eucaristica.

Poi hanno preso la parola due ragazze dell’oratorio: Sara Trapattoni e Laura Zappi. L’una ha salutato il Vescovo ricordando la sua recente visita a Covo, la prima di mons. Napolioni, per la festa dell’oratorio. La seconda si è rivolta a don Nespoli illustrandogli una realtà in parte già conosciuta negli anni di ministero a Calcio e per l’amicizia con don Battaini. Proprio il fatto che il nuovo parroco non sarà più affiancato da un vicario sarà una «esperienza nuova – ha detto – che coinvolgerà tutti nell’assunzione di nuove responsabilità». Questo anche grazie alle tante disponibilità generosamente offerte per la vita della parrocchia, in cui negli ultimi anni tanto si è costruito, «sia a livello di strutture che dal punto di vista umano». Con un impegno: «Tocca a noi – ha detto – lasciarci guidare da te per sognare, come ci chiede il Vescovo, una comunità nuova, una cammino, una Chiesa in uscita, vincendo le tentazioni della chiusura e dell’autoreferenzialità»

Un benvenuto suggellato anche da un dono, che una famiglia ha quindi portato a don Nespoli: una stola verde, simbolo della quotidianità che dovrà legare il nuovo parroco e i suoi parrocchiani.

Spunto per l’omelia di mons. Napolioni è stata anzitutto la pagina evangelica del giorno (Lc 17,5-10), nella consapevolezza che ciascuno è quel granello di senape chiamato a germogliare. Ma diventare grandi – ha ammonito il Vescovo – non significa contare solo su se stessi con arroganza e narcisismo. «La grande malattia del nostro tempo – l’ha definita il Vescovo –: la vita “fai fa te”. Fino a quando ce la costruiremo in casa: un laboratorio chimico per farci i figli e la vita che vogliamo. E, invece, il senso della vita è l’accoglienza di un dono. Questo è quel granello di senape piccolo, quel granello di fede che ci fa dire, anche nel dolore e nella prova: Signore, eccomi, mi affido a te; ti prego, aiutami».

La fede come un granello, da accumulare uno dopo l’altro di giorno in giorno. «Anche don Lorenzo – ha affermato mons. Napolioni – in fondo è un altro granello in più nella storia di questa comunità. Come è stato un granello don Sergio, don Gabriele e tanti altri».

“Servi inutili”, che non hanno medaglie al petto per il lavoro svolto. Anche se non guasterebbe qualche grazie in più a chi dà tanto, a cominciare dalla famiglia. «Magari tutte le mamme e tutti i papà – ha auspicato il Vescovo – ogni sera, quando hanno fatto il loro lavoro, si sentissero dire dai figli e dai parenti: grazie! Ditelo! Non costa niente!».

Mons. Napolioni ha fatto quindi proprie le parole della seconda lettura (2Tm 1,6-8.13-14) guardando al nuovo parroco: “Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani”. Il prete come «un padre, un fratello, un amico, uno strumento della Grazia di Dio» più che «un gestore o un manager», ha chiarito con forza il Vescovo.

E ancora: «Ti auguro di fare una pastorale che ravvivi te stesso, perché solo nel fare le cose che ci fanno scoprire ancora di più che il Signore è presente lo comunichiamo. Perché il Signore è vivente, non è scritto nei libri! Non è nemmeno prigioniero delle cose sacre. È nel cuore degli uomini, è nelle sofferenze e nelle gioie delle famiglie. Sarà nel contatto umile e generoso con loro che si ravviverà in te e in tutti il dono di Dio». E ha continuato: «Dio, infatti, non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non pretendo di aver conosciuto già tutti i miei preti, però credo che qui ci sia una fotografia di don Lorenzo. Sembra timido. Ma il contrario della timidezza non è la sfacciataggine». Da qui un altro augurio a don Nespoli: «Ti auguro di essere un prete e un parroco forte per quanta carità e prudenza metterai nelle cose che condividerai con questa bella comunità». Tanto da “soffrire” per il Vangelo, per le «doglie del parto per veder nascere e crescere Cristo nella vita della tua comunità».

Infine un’ultima parola d’ordine: «comunione». «Fare il parroco non è un mestiere, ma un’avventura d’amore – ha concluso il Vescovo, con una speranza –. Chissà che tanti altri ragazzi non lo possano scoprire restando accanto a te negli anni in cui ti donerai totalmente al Signore e a questi fratelli».

Al termine dell’omelia il nuovo parroco ha recitato da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità. La celebrazioni, animata con il canto dalla corale parrocchiale “Santa Cecilia” unita al piccolo coro dei bambini, è proseguita con la liturgia eucaristica dopo l’offertorio in cui, insieme al pane e al vino, sono stati portati all’altare un cesto (destinato poi alla casa di riposo) e un’offerta per la carità del Vescovo. Singolare il fatto che, subito dopo. a lavare le mani al Vescovo non sono stati i ministranti (oltre a quelli di Covo erano presenti quelli di Cella, Derovere e Pugnolo), ma una intera famiglia: genitori e figli insieme.

Al termine della Messa don Nespoli ha preso la parola per i saluti. Un discorso pieno di commozione, così forte da impedirgli a tratti di continuare. Dopo un riferimento alla partenza dell’apostolo Paolo (At 20,36-38) per esprimere la sua condizione d’animo di questi giorni e i tanti grazie a quanti lo hanno accompagnato la sua esperienza umana e di sacerdote, in particolare con un affettuoso richiamo alla sua famiglia e ad alcune figure di sacerdoti. Senza naturalmente tralasciare un pensiero per le comunità che ha lasciato: Cella Dati, Derovere, e Pugnolo, oltre a Sospiro con cui si è instaurata una collaborazione soprattutto per la catechesi.

Poi il nuovo parroco ha preso spunto da tre elementi per guardare al cammino che intende intraprendere con i covesi. Anzitutto, la partenza di don Battaini, a cui è andato un grande grazie per quanto fatto in oratorio, ha permesso di focalizzare l’attenzione sul tema dell’unità e della comunione: «Vi chiedo di pregare per me, per essere capace di comunione», ha affermato, nella consapevolezza che solo vivendo la comunione è possibile mostrare il vero volto della Chiesa.

Poi l’impegno alla condivisione e alla corresponsabilità, con lo spunto dato dall’imminente ordinazione diaconale del seminarista Nicola Premoli. Per richiamare il valore del servizio don Nespoli ha ricordato un passaggio dell’omelia di Papa Francesco alla Via Crucis della Gmg di Cracovia.

Quindi lo sguardo al 13 novembre prossimo, quando il vescovo emerito Lafranconi amministrerà a Covo i sacramenti dell’Iniziazione cristiana. L’occasione per ricordare che le scelte che si vivono in chiesa devono poi essere rafforzate nella vita di tutti i giorni. Un concetto espresso citando l’indimenticato parroco di Cristo Re (parrocchia d’origine di don Nespoli) don Aldo Cozzani: in chiesa non si fanno cerimonie, ma scelte di vita.

L’ultimo richiamo è stato alla coincidenza con la festa degli angeli custodi, con il nuovo parroco che ha guardato a don Maffioli e a don Bonetti augurandosi di poter sempre contare sul loro prezioso sostegno.

Dopo la Messa, la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di Marcella Rossoni (organista titolare della Parrocchia) e Valerio Scalabrino (membro della Polisportiva Juventina Covo).

Ha quindi fatto seguito, mentre dal cielo è iniziata a scendere qualche goccia di pioggia, un festoso momento conviviale nel nuovo oratorio.

In serata, invece, in chiesa parrocchiale il concerto di organo e voce in onore del nuovo parroco. La serata, presenta da Alberto Gatti, quale membro dell’Associazione culturale giovanile ORSU’ eventi che ha organizzato il concerto, con l’intervento della corale parrocchiale “Santa Cecilia” di Covo diretta da Angelo Oldoni e con all’organo Marcella Rossoni; organista solista Alessandro Roncalli.

 

Photogallery:     Accoglienza       Messa

 

Biografia del nuovo parroco

Don Lorenzo Nespoli è nato a Cremona il 5 aprile 1969 ed è stato ordinato sacerdote il 16 giugno 2001 mentre risiedeva nella parrocchia cittadina di Cristo Re. È stato vicario a Soresina dal 2001 al 2003 e a Calcio dal 2003 al 2011. Nell’estate del 2011 mons. Lafranconi lo ha nominato parroco di Derovere, Cella Dati e in Pugnolo. Ora mons. Napolioni lo ha scelto come nuova guida della popolosa comunità bergamasca dei «Santi Giacomo e Filippo apostoli» in Covo.

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