Con le tappe a Casa Paola e a Viadana si è conclusa la peregrinazione in diocesi dei segni della GMG

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Suggestiva e ricca di partecipazione e significati anche il terzo e ultimo giorno di peregrinazione dei segni Gmg in Diocesi di Cremona. L’itinerario di mercoledì 21 ottobre si è aperto a Rivarolo del Re, nella bella e accogliente chiesa di “Casa Paola” (in foto), struttura della Tenda di Cristo. Conclusione quindi in serata all’oratorio di Viadana Castello.

A Rivarolo del Re il crocifisso e la madonna lauretana hanno sostato per far sentire ancora  una volta la loro voce di dono e di cura. La celebrazione, presieduta da fratel Francesco Zambotti, instancabile animatore di progetti di accoglienza, recupero e speranza, è stata partecipata da collaboratori e ospiti della struttura, provenienti da diverse nazionalità, accumunati dall’esperienza della “casa” che li accoglie per percorsi di vita rinnovata.

A Viadana l’appuntamento è stato dall’Oratorio Castello per un aperitivo, cui è seguito il lancio della serata con le parole di Giovanni Paolo II e due testimonianze di giovani viadanesi che hanno partecipato ad alcune Gmg. Quindi si è entrati nel vivo del percorso che ha fisicamente portato i giovani dall’oratorio alla chiesa di S. Martino, attraverso un cammino sull’argine.

 

Oltre la metà del percorso l’incontro con il primo segno, la raffigurazione della Vergine Lauretana, che ha idealmente concluso l’esame di coscienza itinerante, articolato sui comandamenti, e ha dato avvio al secondo momento del tragitto, giocato sulla preghiera litanica di intercessione.

Giunti in chiesa, l’incontro con l’icona del dono, il crocifisso di S. Damiano, e la riflessione di don Paolo Arienti, responsabile dell’ufficio diocesano per la pastorale giovanile. «Siamo opportunamente passati dalla notte alla luce – ha sottolineato il sacerdote –, dalla coscienza di quanto spesso non siamo desiderosi di fare e essere alla proposta di esserci, con coraggio nuovo; di cogliere la forza e la novità della beatitudine della misericordia».

I giovani hanno pregato le parole di preparazione alla Gmg di Cracovia dove si legge proprio l’invocazione perché ciascun giovane possa portare con la sua concreta esistenza luce, conforto e vita laddove le periferie dell’indifferenza chiudono e bloccano.

Anche a Viadana, come in tutte le tappe della peregrinazione in terra cremonese, la consegna del primo “gancio” con il mandato a sperimentare la forza delle parole ascoltate e pregate e l’arrivederci agli incontri formativi dedicati agli aspetti più decisivi della prossima giornata mondiale.

Nella mattinata di giovedì 22 i segni sono stati consegnati alla diocesi di Pavia, con la peregrinazione che continuerà sino alle Palme 2016.

Al termine della peregrinazione cremonese don Arienti ha espresso la soddisfazione per un percorso certo non facile (giorni feriali, congestione delle iniziative parrocchiali, ecc.), ma ricco di momenti preziosi. «Abbiamo cominciato con il passo giusto – ha affermato – andando al cuore del senso della Gmg: non un evento, ma un percorso; di più: uno stile da cogliere anche oltre e dopo il viaggio fisico, perché la concretezza cui Francesco ci richiama, sia segno visibile, affidato innanzitutto ai più giovani e alle loro energie. Un grazie davvero grande a tutti coloro che hanno dato un po’ del loro tempo e della loro intelligenza per costruire anche questo piccolo, significativo segno».

Nei giorni precedenti:

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