Complimenti a Valentina, il sogno Azzurro nato a Cristo Re è diventato oro olimpico

La cremonese Valentina Rodini ha conquistato la medaglia d'oro a Tokyo nel canottaggio. L'emozione di mamma Elisabetta e la festa in parrocchia dove l'Azzurra è cresciuta, tra amicizie che rimangono e valori scout

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Questa notte la cremonese Valentina Rodini ha conquistato una meravigliosa e storica medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo per il canottaggio italiano nel doppio pesi leggeri in coppia con Federica Cesarini. Valentina ha coltivato la sua passione sportiva nella canottieri Bissolati e il suo successo rende orgogliosa tutta la città e il mondo sportivo cremonese.

Con lei esultano anche gli amici della parrocchia cittadina di Cristo Re, dove è cresciuta, dove ha frequentato il Gruppo Scout, e il Liceo Vida dove l’atleta azzurra si è diplomata al Liceo Classico prima di iscriversi all’università di Modena-Reggio Emilia (è oggi a cinque soli esami dalla laurea magistrale in Management e Comunicazione d’impresa). Senza mai smettere di remare… e remare forte.

Nel febbraio del 2020, quando la sua seconda Olimpiade (poi rinviata al 2021) era ancora un obiettivo a cui dedicare cuore, testa e muscoli, Valentina aveva scritto per il nostro mensile Riflessi Magazine una breve ma significativa riflessione sul valore della divisa azzurra.
Non c’è un giorno di questo migliore per rileggerlo e scoprire che cosa porta – oltre a talento, allenamento, passione e impegno – un’atleta a diventare campionessa, a mettere la punta della barca davanti a tutti per scrivere una pagina di storia. Per la propria carriera e per una nazione intera.

Ecco le sue parole:

Cosa può rappresentare la maglia azzurra per un bambino? È come chiedersi cosa rappresenta un sogno in un mondo di realisti. È gioia, è speranza, è il motivo che ti spinge ad alzarti al mattino.
Quando ero bambina mi ricordo che un giorno era entrato in palestra un Olimpico di canottaggio. Uno di quelli che la maglia azzurra la veste nel cuore, ancor prima che sulla pelle, e che gli traspare dagli occhi.
Prima che entrasse era già cambiato tutto: il clima era teso, carico di aspettativa, tutti più attenti per farsi trovare pronti, nel miglior assetto possibile quando lui avrebbe varcato la porta.
E poi eccolo. Statuario, muscoloso, possente… ma più di tutto fiero. L’abbiamo visto lavorare quel giorno e – credetemi – la fatica la sentiva come ogni essere umano. Ma nemmeno in una palata l’ho visto risparmiarsi o lamentarsi o pentirsi.
Glielo si leggeva negli occhi che viveva per un sogno, che aveva fatto del suo sogno una solida verità: la sua vita. E ci avrebbe dedicato l’anima, non importa quanta fatica gli costasse.
Quella volta ho capito che indossare quella maglia è un onore e una responsabilità: ti contraddistingue come guerriero.
Lo vedi subito insomma, uno vestito con la maglia sportiva. Magari nemmeno la indossa, ma se chiudi gli occhi gliela puoi vedere.
Ecco, io vorrei vestire quella maglia, nelle palestre e nella mia vita. Vorrei che quando passo la gente che mi vede possa dire «si vede che veste la maglia azzurra, è una guerriera, ce l’ha nel sangue».

Valentina Rodini (campionessa di canottaggio)

«Ci servirebbe una tua fotografia – le aveva scritto la redazione pochi giorni prima – se possibile in divisa azzurra».
«Sono le mie preferite», aveva risposto lei. Il messaggio accompagnato dall’emoticon di una “faccina” sorridente, la stessa che ha portato sul podio di Tokyo.

Sorrisi che colorano in questi giorni anche i gruppi whatsapp parrocchiali di Cristo Re, come racconta il parroco don Enrico Trevisi: «Il tifo dei tanti amici ha  iniziato a crescere con messaggi e fotografie di Valentina già dal record olimpico della semifinale. Ora il clima di festa ha coinvolto tutti». Anche perché la famiglia Rodini, con mamma Elisabetta e papà Fulvio, è molto partecipe della vita della comunità, e quando gli allenamenti con le Fiamme Gialle consentono di trascorrere qualche giorno a Cremona, anche Valentina partecipa alla Messa in parrocchia e non dimentica passare in oratorio a salutare gli amici a cui è rimasta legata, come racconta mamma Elisabetta, che proprio in parrocchia fa parte del gruppo adulti degli scout Masci e partecipa attivamente a molte attività tra oratorio e carità: «La felicità per ogni vittoria (figurarsi per una medaglia olimpica!) è pungente, emozione pura che stordisce. La cosa che mi ha stupito tanto sono stati i tanti messaggi arrivati sui gruppi dei collaboratori parrocchiali, del Masci, del No Spreco. Per ogni gruppo, nato per obiettivi e ragioni diverse dalla passione sportiva, c’era qualcuno che è rimasto sveglio per seguire Valentina: lo trovo un bel segno di come non ci sia frattura tra la vita quotidiana delle nostre famiglie e l’impegno all’interno della comunità».

© ph Canottaggio.org

Comunità a cui anche Valentina è sempre legata, dalle amicizie d’infanzia che resistono nonostante la lontananza, i valori dello scautismo, l’attenzione ai più giovani: «È convinta – racconta la mamma – che la sua esperienza possa essere un valore da condividere. Così è già venuta a raccontare del suo impegno sportivo ai ragazzi del doposcuola. Racconta quanto il lavoro sia importante per raggiungere un obiettivo. È un insegnamento che ha ricevuto dallo sport e che vuole trasmettere».

Perché sa che nessun traguardo si taglia da soli: «Noi – sorride mamma Elisabetta – abbiamo sempre cercato di sostenere il suo sogno. L’unico vero sacrificio è stato vederla partire a nemmeno vent’anni per Sabaudia, dove ha continuato a inseguire il suo sogno».

Un sogno azzurro, che oggi brilla come… l’oro.

TeleRadio Cremona Cittanova
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