Cinquecento parrocchie per cinquemila profughi

Al Meeting di Rimini i dati dell'accoglienza spiegati dal cremonese mons. Gian Carlo Perego, direttore generale Fondazione Migrantes

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Cinquecento parrocchie per cinquemila profughi: è il dato che meglio sintetizza la risposta delle parrocchie italiane all’appello di Papa Francesco ad accogliere gratuitamente profughi. A fornirlo al Meeting di Rimini è stato il cremonese mons. Gian Carlo Perego, direttore generale di Fondazione Migrantes della CEI.

Alla fiera riminese, fino al 25 agosto, è allestita la mostra “Migranti, la sfida dell’incontro”, nel cui contesto due volte al giorno lungo si dialoga con i migranti e le persone che si occupano di soccorso, accoglienza e integrazione. Tra questi appunto anche mons. Perego, che da sette anni è alla guida della Fondazione Migrantes, dopo una lunga esperienza in Caritas: prima come direttore di Caritas Cremonese e poi come responsabile del Centro studi e dell’Archivio storico di Caritas Italiana.

«Abbiamo voluto rispondere a questo appello per vivere appieno l’Anno della Misericordia», ha ricordato mons. Perego, che ha precisato come le ragioni della accoglienza diffusa facciano parte del background storico italiano. «Moltissimi sfollati della prima guerra mondiale – ha detto in tal senso – sono stati accolti in tutta Italia da altre famiglie. Crediamo si possa valorizzare la società civile e non istituzionalizzarla. La nostra è una storia di de-istituzionalizzazione abbiamo visto che un’istituzionalizzazione porta a un grande spreco e, come per Roma capitale, a corruzione».

Numeri significativi anche alla luce di quanto fatto risparmiare allo Stato italiano: 50 milioni di euro.

Da superare è la paura, «un sentimento normale di fronte al nuovo», ma che può diventare «lacerante e portatrice di chiusura – ha affermato mons. Perego – tutte le volte che non si accetta il fatto che l’altro è un bene. In questo senso ci troviamo di fronte ad una sfida educativa. Occorre educare le persone all’incontro.

Proprio in tal senso Perego ha offerto alcuni dati. Da una indagine sull’accoglienza, su 10 famiglie che non avevano avuto esperienze di accoglienza, 8 dichiaravano di aver paura di questa onda migratoria. La stessa domanda posta a famiglie che invece l’avevano accolto, anche sporadicamente, altre persone in famiglia porta un dato completamente rovesciato: 1 su 10 dichiara di aver paura.

«È importante conoscere – ha ribadito il sacerdote cremonese alla guida di Fondazione Migrantes – su 128 nazionalità straniere presenti in Italia, solo 60 sono presenti in carcere, non viene mai detto che un immigrato che lavora non commette reati, e anche il dato del 30% di stranieri nelle carceri italiane è un dato che va letto attraverso la lente delle pene alternative alla detenzione delle quali normalmente gli stranieri non possono godere».

Infine una stoccata a chi afferma «aiutiamoli a casa loro». «Il diritto a rimanere nella propria terra – ha ammonito mons. Perego – ha bisogno di investimenti e di condivisione di bisogni non si può dire ciò quando l’unica ricchezza che gli diamo sono le armi, quando continuiamo a dargli le briciole dei nostri investimenti nelle loro terre, senza dimenticare che ci sono nazioni in cui c’è la guerra».

 

L’accoglienza in diocesi di Cremona

In diocesi di Cremona la gran parte dei migranti ospitalità presso la Casa dell’Accoglienza, impegnata soprattutto nel soddisfacimento delle prime necessità, come vestiario e prodotti igienici, il disbrigo delle iniziali pratiche burocratiche, soprattutto con la Questura e l’Ats (ex Asl), e un lavoro di mediazione culturale finalizzato a un orientamento circa i servizi presenti sul territorio.

La Caritas diocesana è impegnata anche nella seconda accoglienza, in sinergia con la cooperativa Nazareth, che si occupa anche avviamento all’autonomia grazie a appartamenti presenti in diversi territori per una accoglienza diffusa, rivolta sia a minorenni stranieri non accompagnati che migranti giovani adulti, persone del circuito SPRAR e soggetti segnalati dalla Prefettura. Presenza significativa nelle parrocchie sono gruppi o associazioni che con i propri volontari contribuiscono all’accoglienza e all’accompagnamento.

Le realtà attualmente coinvolte nel progetto di accoglienza diocesano sono: Cremona, Casalbuttano, Casteldidone, Castelverde, Cingia de’ Botti, Corte de’ Cortese con Cignogne, Corte de’ Frati, Gadesco Pieve Delmona, Grumello Cremonese, Isola Dovarese, Pessina Cremonese, Pieve S. Giacomo, Solarolo Monasterolo, Sospiro, Spinadesco, Stagno Lombardo, Torre de’ Picenardi, Vescovato.

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