Chi è davvero imperdonabile? Silvia Landra (Ac ambrosiana) riflette con i giovani della Zona 1

Si è svolto a Pandino l'interessante incontro con la psichiatra milanese che invita a riconoscere la persona anche oltre il reato

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Domenica 16 febbraio un nuovo incontro giovani zonale ha visto accorrere un’ottantina di ragazzi tra i 20 e i 30 anni a Pandino per provare a riflettere insieme su un tema che tocca la vita di ogni giorno: il perdono.

Un primo spunto alla riflessione è offerto dalla video-testimonianza di Mariella Armati, mamma di Eleonora Cantamessa, ginecologa quarantenne uccisa nel 2013 in provincia di Bergamo mentre soccorreva un ferito lungo la strada. «Infine dico una cosa: se avessi reagito non con parole di perdono e di pace, sentirei nel cuore di aver tradito il messaggio e l’eredità che ci lascia mia figlia. Lei ha parlato di Vangelo servendo la carità, soccorrendo un uomo ferito, noi dobbiamo avere parole di perdono, di riconciliazione e di pace per continuare a far vivere l’esempio di Eleonora». Queste le parole di una madre che non ha mai parlato di odio e di rancore, ma di un sentimento di pace che le ha permesso di portare avanti la missione di Eleonora.

Proprio da questa provocazione, prende inizio l’intervento dell’ospite della serata: Silvia Landra, psichiatra a Bollate, oltre che presidente dell’Azione Cattolica ambrosiana. È un’incalzante successione di racconti tratti dal proprio vissuto ad animare la narrazione del medico, che non si limita quindi a un racconto cronachistico di alcuni fatti, ma che testimonia il coinvolgimento in prima persona di una donna chiamata a «farsi gli affari degli altri».

La naturalezza con cui Silvia racconta dell’incontro con persone condannate dalla giustizia, ha permesso ai giovani presenti di riconoscere che prima di un «autore di reato» è sempre necessario riconoscere l’uomo. Come la dottoressa Landra ammette, superare il pregiudizio non è però semplice ma ascolto e volontà di comprendere veramente chi è l’altro vengono proposti come strumenti utili in questa direzione. Passando a un’analisi della comunità in cui viviamo, viene sottolineata l’importanza di formulare giudizi oggettivi che, dati alla mano, portano a conclusioni spesso diverse da quelle che vengono offerte all’opinione pubblica.

Sono le parole della Christus Vivit di papa Francesco, che sta guidando il percorso dei giovani della Zona 1, ad avviare la conclusione: «Non dimenticare mai che Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle Sue spalle una volta dopo l’altra. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e sempre può restituirci la gioia». Di ritorno a casa possiamo allora chiederci se, come il titolo della serata recita, qualcuno sia veramente “imperdonabile”.

TeleRadio Cremona Cittanova
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