Caritas cremonese, la sfida dell’integrazione

Intervista a don Antonio Pezzetti che con i suoi collaboratori e i volontari assiste quotidianamente oltre 370 migranti

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L’ufficio assomiglia ad una trincea. Lui, don Pezzetti, storico direttore di Caritas cremonese, è in piedi al di là del bancone, tra cumoli di documenti e mail stampate, e cerca di affrontare le mille richieste di operatori, volontari e profughi ospiti che bussano alla sua porta. La mole di lavoro è considerevole: tra la Casa dell’Accoglienza e le altre strutture diffuse sul territorio i migranti da seguire sono 370.

«Attualmente dalla Prefettura ne abbiamo in carico 250, gli altri, invece, sono mantenuti in tutto per tutto da noi. Si tratta, infatti, di persone che hanno già ricevuto il permesso di soggiorno oppure che gli è stato negato. In teoria dovremmo buttarli sulla strada, in realtà li assistiamo, proprio perchè non diventino preda della microcrimalità, sempre alla ricerca di manovalanza».

Don Antonio ha davanti agli occhi un giornale locale che, in prima pagina, racconta di un ospite di Casa dell’Accoglienza arrestato per spaccio di droga: «Purtroppo nella massa c’è sempre qualcuno che crede di poter fare i soldi in maniera facile. I primi ad essere amareggiati siamo noi che cerchiamo ogni giorno di educare queste persone al rispetto delle regole e del bene comune».

Le attività per questi ragazzi, giunti con i barconi sulle coste italiane, sono tante: «Anzitutto tentiamo di impiegare il loro tempo attraverso dei corsi di alfabetizzazione: sapere la lingua è condizione indispensabile per l’integrazione e l’inserimento lavorativo».

Un gruppo di ghanesi, seguiti da un operatore originario del loro paese e da alcuni volontari, ha addirittura dato vita a un gruppo musicale denominato «Oghene Damba» che significa «Parole e Strumenti» che si ritrova ogni giovedì per le prove nei locali della Casa dell’Accoglienza.

«Proficua – spiega don Pezzetti – è anche la collaborazione con alcune scuole superiori del territorio, nelle quali sono stati fatti degli incontri e delle tavole rotonde sul tema dell’immigrazione e sui contesti geopolitici che hanno portato tanti giovani a lasciare il loro paese per fuggire in Italia».

In sinergia con l’Azienda Sociale del Cremonese e varie realtà del Terzo Settore è stato inaugurato un percorso per 17 migranti alloggiati a Villarocca e Cingia de’ Botti: «Si tratta di richiedenti asilo che in quei territori svolgono lavori di pubblica utilità con il coordinamento delle Auser locali».

Significativo è anche il progetto «Trasloco a colori» inizialmente finanziato dalla Fondazione Comunitaria di Cremona: alcuni giovani migranti aiutano chi ha ricevuto un alloggio popolare a trasferire i proprio mobili ad un prezzo accessibile.
Altri migranti sono impiegati dalla Aem a spazzare le foglie in autunno, mentre realtà come la Federazione oratori o il Centro pastorale possono contare su una valida mano per la pulizia e la cura degli ambienti.

Non manca chi è impegnato a Zanengo nel progetto di Pet Therapy con gli asini, o chi coltiva orti solidali alla Casa della Speranza o presso un circolo Acli della periferia di Cremona. «Non dimentichiamo poi il lavoro compiuto da alcuni nostri ragazzi presso l’Archivio di Stato, la cui direttrice, Angela Bellardi, ne ha spesso tessuto gli elogi. Così come quattro ragazzi stanno facendo il corso per diventare volontari della Croce Verde».

Anche lo sport viene utilizzato per formare e integrare:  «Si passa dalla partecipazione a tornei promossi dall’USIP, a partite con gli oratorio di città fino a vere e propri sfide tra “nazionali” organizzate dai nostri operatori».

Da ricorda poi che alcuni membri di Amnesty International sono presenti tutti i sabati pomeriggio alla Casa dell’Accoglienza per condividere con i migranti qualche ora di spensieratezza.

Dal 2014 sono stati accolti oltre 680 richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, secondo gli accordi e le convenzioni stipulate con la Prefettura di Cremona.

Ma le attività di Caritas non si esauriscono certo qui: «Abbiamo in piena funzione il dormitorio notturno con 12 posti – conclude don Pezzetti – così come è attivo il Centro di Pronta accoglienza in sinergia col Comune. Poi ci sono le altre nostre strutture per malati di AIDS, minori non accompagnati, ragazze in difficoltà ed ex carcerati».

La carità non ha colore e non si ferma mai.

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