Anche i cremonesi al Family Day: in 500 a manifestare contro il decreto Cirinnà

Domenica 31 gennaio migliaia di famiglie al Circo Massimo a Roma per mostrare la bellezza e la forza della famiglia naturale

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Era presente anche una folta delegazione cremonese al Family Day che si è tenuto a Roma domenica 31 gennaio: circa 500 persone si sono dirette, con pullman e macchine, nella Capitale. Deciso a manifestare contro il ddl Cirinnà, il Comitato cremonese “Difendiamo i nostri figli” è sceso in piazza insieme ad altre associazioni e famiglie italiane, che hanno gremito il Circo Massimo. 

«Una distrazione grave ed irresponsabile rispetto ai veri problemi d’Italia». Così è stato definito dalle famiglie cremonesi la tanto discussa legge sulle unioni civili. Con pullman e mezzi personali genitori e figli si sono allora messi in viaggio per sostenere il loro disappunto nei confronti di questo decreto che sembra minare alcuni valori cardine alla base della famiglia.

L’appello dei cremonesi si è così unito all’accorato richiamo al Governo a non sottovalutare l’importante questione in gioco. Per esprimere al meglio questo dissenso si è scelto di organizzare una manifestazione pacifica, senza toni esasperati, per mostrare, come ha ricordato lo stesso portavoce del Family Day, Massimo Gandolfini, un «sentire comune» in materia di famiglia. Un appello che, secondo il Comitato cremonese, la politica non deve ignorare.

Anche la delegazione di Cremona ha dunque manifestato il suo intenso impegno in difesa della famiglia tradizionale, che non è piccolo residuo di una vecchia cultura, ma segno di autentica umanità. A Roma non si è andati per ottenere qualche piccolo cambiamento nella nuova legge – afferma il Comitato – ma si è voluto lottare per ottenere il totale respingimento del decreto.

Tra le grandi questioni sulle quali i partecipanti al Family Day non hanno intenzione di trattare vi sono sicuramente l’affido di bambini da parte di coppie omosessuali e la pratica dell’utero in affitto. Entrambe considerate azioni inaccettabili, in quanto non tutelano i diritti dei più piccoli e annullano qualsiasi limite all’uomo di oggi.

Il forte appello è dunque alle forze politiche in gioco, soprattutto in vista delle prossime elezioni, a non dimenticarsi di questa ampia fetta di popolazione che continuerà a difendere i diritti dei bambini e della famiglia.

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