Anche gli oratori cremonesi tra i premiati dalla Fondazione Cremona per l’impegno solidale nei mesi del lockdown

La Focr insieme ad altre cinque associazioni del territorio ha ricevuto il premio alla memoria di "Attilio Barbieri" per l'impegno di un gruppo di giovani di Cristo Re con la rete "CremonAiuta"

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C’è anche la Federazione Oratori cremonesi tra le cinque associazioni di volontariato premiate dalla Fondazione Città di Cremona con il Premio alla memoria di Attilio Barbieri per l’impegno solidale durante il periodo del lockdown a sostegno delle fragilità della società cittadina, partecipando alla rete “CremonAiuta”.

Con Croce Rossa Italiana, Croce Verde, La Città dell’Uomo, Gli Amici di Robi, Auser Volontariato, la Focr ha segnalato alla Fondazione alcuni giovani volontari under 28 che si sono distinti in questo impegno: «Hanno fatto la spesa e l’hanno consegnata casa per casa – motiva il sito della Fondazione Città di Cremona annunciando l’assegnazione del premio per un totale di 12mila euro -, hanno recapitato farmaci e risposto al telefono dando conforto a chi era particolarmente isolato durante il periodo del lockdown, hanno imbustato le mascherine che all’inizio erano merce rara, distribuendole agli ultra65enni della città e hanno anche regalato sorrisi».

In particolare, tra i giovani che sono stati ricevuti e premiati martedi 30 giugno presso il giardino di Casa Barbieri, un gruppo di giovanidella parrocchia di Cristo Re, che ha accolto l’invito a partecipare alla rete di volontariato: «Abbiamo segnalato alcuni giovani – spiega il vicario don Pierluigi Fontana – che avevano dato la loro disponibilità a dare un contributo nei servizi di Auser: chi al centralino, chi distribuendo spesa, pasti caldi, medicinali… Altre due ragazze della parrocchia poi hanno partecipato alla distribuzione di pacchi alimentari della San Vincenzo Parrocchiale». Un’esperienza intensa che i giovani hanno raccontato sul notiziario della parrocchia sottolineando il valore di un’esperienza drammatica ma ricca di umanità: «Per loro – aggiunge don Pierluigi – c’è stata la possibilità di essere utili alla comunità in un momento di forte bisogno; ma è stata anche l’occasione per incontrare altre realtà, altri giovani impegnati come loro con cui fare rete, e anche per incontrare le povertà e le solitudini che purtroppo sono così vicine alle nostre case anche se spesso non ce ne accorgiamo».

Un impegno che diventa dunque occasione di crescita che ha le radici e poi torna nella condivisione nella vita parrocchiale di cui questi giovani continuano ad essere protagonisti: chi nel laboratorio di danza, chi nell’attività sportiva con i ragazzi del Corona, chi nel gruppo Scout. Segno concreto di una vitalità che nel servizio trova espressione e motivazioni nelle nuove generazioni.

Lo sottolinea anche il presidente della Focr don Paolo Arienti: «Quello che è emerso durante il periodo dell’emergenza e che questo premio sottolinea è la presenza vitale di una vera e propria rete di solidarietà e impegno che non si lega a bandiere di parte, ma che si è attivata e ha trovato una motivazione comune partendo dal bisogno del territorio. Ed è una rete che abbiamo visto e vediamo ancora oggi estendersi silenziosa ma concreta in tutto il territorio attraverso il lavoro di tanti altri giovani e adulti che dalle parrocchie o dai gruppi di volontariato danno il loro prezioso contributo».


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