Anche Cremona ha preso parte al pellegrinaggio regionale dei migranti a Lodi nel ricordo di santa Francesca Cabrini

Le comunità di romeni e africani sono state accompagnate da don Anton Jicmon e don Alois Ntedika Ngimbi

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Domenica 22 ottobre si è svolto a Lodi il pellegrinaggio regionale dei migranti nella memoria di santa Francesca Cabrini, che ha dedicato la sua vita alla cura di coloro che vivevano lontano dalla patria e dalla famiglia in quanto emigrati. Al pomeriggio di preghiera e di festa hanno partecipato gruppi da quasi tutte le diocesi della regione lombarda, accompagnati dai loro assistenti spirituali. Dalla diocesi di Cremona hanno partecipato le comunità romena e africana, accompagnati da don Anton Jicmon, incaricato diocesano per la Pastorale delle migrazioni oltre che responsabile della comunità romena, e don Alois Ntedika Ngimbi, responsabile della comunità africana.

Volendo ricordare l’operato di Francesca Cabrini, questa suora santa, nata a Sant’Angelo Lodigiano, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte, gli organizzatori hanno scelto per il pellegrinaggio un tema che dice tanto in poche parole: “Santa Francesca Cabrini compagna, sorella, madre dei migranti”.

Diversi sono stati i momenti in cui i pellegrini hanno avuto occasione di approfondire il profilo biografico di santa Francesca Cabrini. La catechesi, proposta ad ogni gruppo etnico (asiatici, latino-americani, africani ed europei), si è svolta in quattro diverse chiese della città di Lodi, e si è conclusa con la sintesi di don Antonello Martinenghi. «In questa terra e in questa chiesa locale – ha detto il sacerdote responsabile dell’Ufficio Migrantes di Lodi oltre che referente regionale – è nata Santa Francesca Saverio Cabrini, la patrona dei migranti. In quest’anno in cui ricordiamo il primo centenario della sua morte, oggi la ringraziamo per il dono della sua vita spesa e donata per l’aiuto, l’accoglienza, il conforto materiale e spirituale dei tanti emigrati che hanno goduto del suo amore e di quello delle suore missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Vogliamo anche fare tesoro del suo insegnamento, del suo esempio e dei suoi scritti, dai quali emerge l’idea di un evangelizzazione dei migranti che andava al di là della prima assistenza, della carità e del sostegno economico: partiva dalla dignità dell’uomo e della donna per promuovere nello straniero che migrava la coscienza dei suoi diritti e dei suoi doveri, l’esigenza dell’educazione al rispetto e alla legalità, l’integrazione culturale e sociale nel paese che ospitava e che aveva come punto di arrivo la formazione di persone protagoniste e anche riconoscenti con il loro lavoro e la loro vita nei confronti della terra e della società che li aveva accolti».

Dopo la catechesi i gruppi, accompagnati da alcuni membri della Protezione civile, per strade diverse, hanno raggiunto la piazza del Duomo, all’interno del quale è stata poi celebrata l’Eucaristia.

Prima della liturgia  il vicesindaco Lorenzo Maggi ha salutato i migranti presenti a questo pellegrinaggio affermando di sentirsi orgoglioso dell’Italia, visto che in tanti l’hanno scelta come meta.

Poi la Messa presieduta dal vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti e concelebrata dai sacerdoti che hanno accompagnato i gruppi dei migranti.

All’inizio della celebrazione, animata dai vari gruppi etnici, il saluto del responsabile regionale Migrantes, il lodigiano don Antonello Martinenghi, che ha brevemente ricordato la storia del pellegrinaggio regionale e il percorso che hanno fatto i pellegrini per conoscere la vita di Santa Francesca Cabrini.

Il Vescovo di Lodi ha iniziato la sua omelia dicendo che «nella chiesa, in virtù del Battesimo, tutti siamo fratelli e sorelle, e così devono essere accolte le persone nel rispetto delle lingue, delle culture, delle tradizioni e delle diversità». Ricordando poi che tutti sono figli di Dio, ha invitato a vincere le discriminazioni, le divisioni, le ingiustizie, le paure e a sostituirli con l’unità, la solidarietà e la pace. Non sono mancati alcuni spunti di riflessione sulla figura di Francesca Cabrini, in particolare con il riferimento ad alcuni momenti della vita di questa santa che ha condiviso il destino dei migranti, li ha seguiti e li ha sostenuti nei momenti difficili.

Verso la fine della sua omelia il Vescovo ha sorpreso tutti rivolgendo un pensiero nelle diverse lingue (francese, inglese, ucraino) e persino cantando (romeno).

Alla fine della celebrazione eucaristica, don Antonello Martinenghi ha ringraziato, insieme al Vescovo, don Mario Toffari, ex responsabile Migrantes, per il lavoro svolto.

Finita la Messa i gruppi sono tornati nelle rispettive diocesi, molti di loro concludendo la giornata con un momento conviviale.

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