A Cristo Re pranzo insieme per concludere la Settimana della carità

Alla presenza del vescovo Antonio Napolioni e dei vertici diocesani di Caritas e S. Vincenzo

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Nella parrocchia di Cristo Re, a Cremona, è ormai tradizione che nel pranzo della comunità per la festa patronale ci sia spazio per tutti: da anni, infatti, un posto privilegiato lo si riserva agli ospiti delle Cucine benefiche che quotidianamente frequentano la mensa della San Vincenzo. Così è stato anche quest’anno, con l’appuntamento di domenica 26 novembre che ha assunto un significato ulteriore chiudendo, nell’atmosfera della Giornata mondiale dei poveri, il ricco calendario della Settimana della carità 2017.

Per questo al pranzo organizzato nella palestra dell’oratorio ha preso parte anche il vescovo Antonio Napolioni, insieme al direttore di Caritas Cremonese, don Antonio Pezzetti, alla presidente della Conferenza diocesana della S. Vincenzo de’ Paoli, Eugenia Rozzi Bassignani, e ad alcuni rappresentanti istituzionali.

C’erano poi, naturalmente, le famiglie di Cristo Re, giovani e meno giovani, insieme a chi, in parrocchia e non solo, vive momenti di difficoltà, persone accompagnate dalle varie San Vincenzo parrocchiali, così come una rappresentanza degli ospiti della Casa dell’accoglienza, che prima del momento conviviale hanno offerto un momento di musica secondo i costumi tradizionali dell’Africa.

Mobilitati i volontari in cucina così come per l’organizzazione, con il servizio ai tavoli affidato ai ragazzi dell’oratorio, affiancati dal vicario don Pierluigi Fontana e il seminarista Jacopo Mariotti.

Papa Francesco ha parlato della “sfida di scoprire e trasmettere la ‘mistica’ di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio” (Evangelii gaudium 87). Ripetutamente sollecita a fronteggiare la cultura dello scarto con la cultura dell’incontro, a non limitarsi a gesti sporadici e a qualche ora di volontariato, ma a dar luogo ad un incontro vero con i poveri, ad una condivisione che diventi stile di vita.

«Incontrarci, mescolarci, cercare vere esperienze di fraternità. Sono obiettivi alti. Siamo consapevoli che le iniziative sono sempre inadeguate – ha spiegato don Enrico Trevisi, il parroco di Cristo Re, parrocchia cittadina che da qualche tempo è impegnata nell’accoglienza di alcuni profughi -. Ancor più sappiamo che spesso in un circolo vizioso le povertà materiali rimandano a ben altre povertà che potremmo dire “spirituali”. Alla solitudine, alla mancanza di rispetto per la dignità del povero, all’esclusione da tanti ambiti e relazioni. E talvolta anche alla mancanza di una cura spirituale dei poveri: presi come siamo dal rispondere ai bisogni materiali e dalle tante iniziative parrocchiali. Ci auguriamo che quest’incontro inauguri o alimenti un processo nel quale abbattiamo pregiudizi e paure. E il modello rimane il Signore con la sua inaudita capacità di accostare e di lasciarsi accostare».

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