A Cremona l’ingresso di don Irvano Maglia, nuovo parroco di S. Agata e S. Ilario

La celebrazione presieduta nella mattinata di domenica 11 settembre dal vescovo Napolioni

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Dopo gli ingressi dei nuovi parroci a Pizzighettone e Rivolta d’Adda, nella mattinata di domenica 11 settembre c’è stato il primo riguardante la città di Cremona. L’appuntamento è stato nel cuore della città, a S. Agata, per l’insediamento di don Irvano Maglia, nuovo parroco della comunità di S. Agata e S. Ilario.

La celebrazione è iniziata ufficialmente davanti al portone dell’imponente chiesa di corso Garibaldi, dove il nuovo parroco e il Vescovo sono stati accolti con il saluto dell’Amministrazione comunale. In fascia tricolore il sindaco Gianluca Galimberti, affiancato dall’assessore Barbara Manfredini.

Nelle parole del primo cittadino la sottolineatura di come questa celebrazione possa rappresentare una festa per tutta la comunità civile: «Noi festeggiamo una persona – ha affermato – che mette tutta la sua vita a servizio di una comunità»: nelle sue relazioni, nella spiritualità, nelle fatiche e dei dolori, così come nelle speranze. E poiché questa comunità è dentro un tessuto più ampio di relazioni, anche il servizio del nuovo parroco guarda all’intera città. Poi il ricordo del glorioso passato di questa comunità: fatto di carità verso i poveri, ma anche una «carità intellettuale». «Oggi noi abbiamo fame e sete di pensiero – ha proseguito il sindaco Galimberti –: per questo chiediamo a te e a tutta la comunità di continuare ad aiutare Cremona elaborando pensiero e cultura. Anche queste è carità! Di questa carità noi abbiamo fame e sete!»

Quindi in chiesa, dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, è stata data lettura del decreto di nomina del nuovo parroco. L’incarico è stato affidato a don Gianpaolo Maccagni, il vicario zonale: un ruolo che presto passerà a don Pierluigi Codazzi, come proprio in questa giornata è stato reso noto.

Al termine don Maglia ha asperso l’assemblea con l’acqua benedetta percorrendo la lunga navata centrale; quindi ha incensato la mensa eucaristica. Due gesti propri della cerimonia di insediamento del nuovo parroco.

È quindi toccato a Marta Lucchi, in rappresentanza dell’intera comunità parrocchiale, porgere il saluto al vescovo e al nuovo parroco. Nelle sue parole il ricordo di un cammino, iniziato con mons. Dennis Feudatari e don Giampaolo Rossoni, per facilitare l’integrazione delle due parrocchie, allora associate in unità pastorale e che oggi è molto più delle semplice collaborazione tra due realtà distinte, «come due sposi che quotidianamente scelgono di stare insieme, senza nascondersi le difficoltà, e con l’aiuto del Signore imparano ad apprezzarsi l’un l’altro».

Poi un’altra suggestiva immagine familiare per guardare all’accoglienza del nuovo parroco: quella di un bambino che corre incontro al papà e gli tende le braccia per essere preso in braccio. «A lei – ha detto la rappresentante parrocchiale rivolta a don Irvano – chiediamo di accoglierci tra le sue braccia di padre nella fede e di aiutarci a crescere» e a sentirci «perfetti nell’unità»: unico modo per essere cristiani credibili agli occhi del mondo e, soprattutto, – è stato sottolineato – agli occhi delle giovani generazioni. E poi un regalo: una pubblicazione sui due santi patroni.

In una chiesa gremita, i primi posti erano riservati non solo ai familiari e alle autorità civili e militari, ma anche agli infermi, molti dei quali sulle loro carrozzine.

Sull’altare tra i concelebranti non mancavano naturalmente coloro che operano in parrocchia: il vicario don Stefano Montagna e i collaboratori don Angelo Guerreschi Parizzi e don Franco Regonaschi. Presenti anche l’economo diocesano don Giambattista Piacentini, don Sergio Lodigiani (legato alla comunità tramite il Cammino neocatecumenale qui presente), don Enrico Trevisi (che domenica prossima si insedierà a Cristo Re), don Primo Margini, mons. Luigi Gerevini e don Pier Altero Ziglioli (che con don Maglia ha collaborato nella Coop. Cittanova). E ancora i diaconi permanenti Cesare Galantini ed Eliseo Galli (collaboratore di don Irvano nella direzione del Centro pastorale diocesano).

Folta la schiera di ministranti che ha prestato il servizio liturgico sotto la direzione del seminarista Francesco Tassi (di S. Ilario) e del cerimoniere episcopale don Flavio Meani (residente proprio a S. Agata).

Nell’omelia il Vescovo, rifacendosi in modo particolare al testo evangelico (Lc 15,1-32), ha voluto sottolineare in particolare tre verbi: cercare, aspettare e gioire. Da qui un vero e proprio compito pastorale, da vivere nella quotidianità: aprire il cuore alla carità e al perdono, nella consapevolezza che osservare la legge non basta. Mentre la seconda lettura, tratta dalla lettera dell’apostolo Paolo a Timoteo (1Tm 1,12-17) ha offerto lo spunto per un vero e proprio augurio al nuovo parroco, chiamato a riscoprire l’amore di Dio nonostante le piccolezza e le fragilità personali e a un sincero dialogo con Dio sull’esempio di Mosè offerto nella prima lettura (Es 32,7-11.13-14).

Dopo l’omelia don Maglia ha recitato da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità.

Al termine della Messa, supportata con il canto della corale di S. Agata-S. Ilario diretta dal maestro Francesco Berettini, prima della benedizione finale, don Maglia ha preso la parola per il saluto ai nuovi parrocchiani. Il primo riferimento è stato all’immagine del bambino usata nel saluto della rappresentante parrocchiale: «Mi sono sentito un po’ a disagio. Poi ho pensato che tutto sommato i migliori educatori dei genitori sono i figli, quindi mi sono rassicurato».

Il pensiero è andato a una realtà non solo segnato da una storia importante, intessuta di una ricca spiritualità, ma anche da una grande vitalità, anche grazie ai tanti «presidi» presenti sul territorio: da quelli delle istituzioni a quelli educativi, senza tralasciare quelli della solidarietà. Poi il riferimento al cammino iniziato cinque anni fa con l’unità pastorale e proseguito poi sotto la guida di un solo parroco, con alcuni sacerdoti collaboratori: «Il nostro – ha sottolineato il nuovo parroco – è un cammino nuovo che ha il suo bello nel fatto che è talmente nuovo che in città non ha modelli: dobbiamo inventarlo passo per passo, un po’ avanti e un po’ indietro, come nelle migliori sperimentazioni, dentro l’alveo delle indicazioni diocesane».

Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di quattro testimoni: Pietro Codazzi, Giuseppe Dasti, Marina Galli e Valeria Tregattini. Quindi la mattinata si è conclusa con un festoso momento conviviale nel non lontano chiostro di S. Ilario, completamente restaurato qualche anno fa.

Photogallery della celebrazione

 

Biografia del nuovo parroco

Don Irvano Maglia è nato a Vighizzolo di Cappella de’ Picenardi il 3 agosto 1954 ed è stato ordinato il 24 giugno 1978. Ha iniziato il suo ministero pastorale come vicario della parrocchia S. Pietro apostolo di Viadana; negli stessi anni ha ricoperto l’incarico di vice assistente diocesano Giovani di Azione Cattolica.

Nel 1990 è stato promosso parroco e inviato nella parrocchia di S. Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist di Cremona dove è rimasto sino al 1997. Negli stessi anni ha ricoperto anche gli incarichi di assistente diocesano Familiari del Clero e, di cui dal 1992 al 2003 è stato assistente regionale e dal 2003 al 2013 assistente nazionale. Dal 1994 al ’97 è stato inoltre presidente de La Zolla.

Nel 1997 il trasferimento, sempre come parroco, a Soresina, dove è rimasto sino al 2004; tra il 2003 e il 2004 è stato anche amministratore parrocchiale di Farfengo.
Dal 2004 ricopriva l’incarico di delegato episcopale per la Pastorale e direttore del Centro pastorale diocesano. Tra il 2005 e il 2011 è stato inoltre convisitatore per la Visita pastorale. Dal 2007 è presidente della società coop. Cittanova.

Ora il vescovo Antonio, con decreto del 9 giugno, l’ha destinato come parroco nelle parrocchie Ss. Apollinare e Ilario e S. Agata in Cremona.

 

Il saluto del nuovo parroco

Sono contento del mandato che il vescovo Antonio mi ha affidato: servire, con le doti della mia umanità e con il dono del ministero di prete, la comunità cristiana cittadina di S. Agata e S. Ilario. Rispondo volentieri alla chiamata del vescovo e attendo con gioia di iniziare il mio compito.

Le nostra comunità è giovane ma ha il pregio di fondere insieme patrimoni di fede e di opere che affondano la loro radici nella storia della chiesa cremonese e della città di Cremona, e non solo in epoche lontane, ma anche più recenti e contemporanee, in terreni coltivati da preti illustri per cultura, per genio pastorale, per passione civile.

Sono riconoscente di poter condividere la consapevolezza, già presente in voi, di contribuire a dare inizio ad un nuovo rapporto tra la comunità cristiana e la città.

In questi anni Il vescovo Dante, don Dennis, don Giampaolo, i confratelli preti e i collaboratori pastorali hanno prefigurato un volto di comunità in cammino verso rapporti fraterni tra preti e tra preti e laici potenzialmente capaci di modellare nel segno della comunione non solo la nostra comunità cristiana, ma unitamente alle altre unità e collaborazioni pastorali cittadine, capaci anche di animare un nuovo rapporto con la città.

La città rappresentata dalle istituzioni cittadine e fatta di famiglie, costituite e nuove, di giovani, di anziani, di ammalati, di stranieri e di poveri alla quale offrire il nostro contributo di comunità cristiana che vive esperienze di fraternità e di intensa collaborazione.

Le suggestioni che la Chiesa rivolge alle comunità cristiane di annunciare con gioia che la fede apporta umanità alla vita delle persone e che la famiglia, così come è nel piano di Dio, è dono e modello per la chiesa tutta, ci accompagnano in questo cammino da voi già iniziato.

Accolgo con gratitudine l’eredità dei parroci e confratelli preti che mi hanno preceduto.

Intendo condividere con il meglio di me stesso lo sforzo di innovazione pastorale per una maggiore efficacia missionaria espressa da tanti fratelli e sorelle laici, sia singolarmente che in forma associata. E’ la premessa per costituire sempre più una comunità di missionari testimoni della fede nei momenti e nei luoghi della vita. 

L’eucarestia domenicale, la cura per la crescita nella fede di piccoli e adulti, l’ascolto degli anziani, la compagnia agli ammalati, l’apertura ad altre culture sono le dimensioni che fanno la nostra comunità cristiana, ma in un tempo di cambiamento d’epoca tutto va ricompreso in una sintesi nuova per la quale dobbiamo metterci in ascolto di coloro che meglio o più intensamente, anche in forme negative, interpretano il cambiamento: i giovani e le famiglie, in particolare le famiglie giovani.

Non è stato tuttora e non sarà un compito facile. Voi lo sapete, per esperienza, più di me. Già ora e ancora in futuro dovremo fare i conti con le nostre debolezze, i nostri limiti, il contributo ma anche il peso delle tradizioni in termini di strutture e consuetudini consolidate, le difficoltà poste dalla cultura dell’indifferenza al vero e al bene, le complicazioni di una vita frenetica, ma avremo sempre la grande risorsa, non solo della provvidenza divina, ma anche dello Spirito che guida il discernimento là dove insieme, nella sincerità del cuore e delle parole, cercheremo la volontà di Dio. Siano auspicio anche per noi, consapevoli della complessità in cui siamo immersi, le parole evangeliche: “… ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile ad un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt, 13,51).

Saluto con un gioioso arrivederci i confratelli preti, i collaboratori pastorali, le famiglie, i giovani, gli ammalati, per i quali desidero sin da ora pregare il Signore perché dia loro consolazione e a noi la volontà di non lasciarli soli. Invoco la benedizione del Signore sulla nostra comunità di S. Agata e S. Ilario.

don Irvano

 

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