A Castelleone Mario Pedrinazzi ammesso al percorso verso il diaconato permanente

La Messa presieduta dal Vescovo al termine di un intenso pomeriggio iniziato incontrato i cresimandi e proseguito facendo visita alla locale casa di riposo

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Un intero pomeriggio a Castelleone, a testimonianza dell’affetto e della vicinanza dell’intera diocesi a una comunità che continua a dare prova di solidarietà e di servizio alle persone e alla chiesa. E’ ciò che nel pomeriggio di sabato 26 settembre ha vissuto il vescovo Antonio Napolioni.

La visita del vescovo è stata scandita da tre momenti. Il primo, alle 15,30, è stato l’incontro in oratorio con i sessantasette ragazzi che, con quattro adulti, sabato 3 e domenica 4 ottobre riceveranno i sacramenti della Cresima e dell’Eucarestia. Mons. Antonio ha guidato il breve incontro in modo libero e informale chiedendo ai ragazzi di fare un elenco delle loro paure, tradimenti, morte, malattia, solitudine per garantire che i sacramenti che riceveranno nei prossimi giorni daranno loro la forza di vincere il male perché l’amore di Dio diventa la forma del nostro cuore.

Dopo il saluto ai ragazzi il Vescovo ha raggiunto la Fondazione Brunenghi dove, alle 16, si inaugurava la nuova sala convegni e si dedicavano altri spazi alla memoria riconoscente di alcuni benefattori. [a breve articolo di resoconto].

Photogallery dell’inaugurazione alla Brunenghi

Il terzo e ultimo atto del pomeriggio castelleonese si è svolto in chiesa parrocchiale. Nella messa delle 18 vi è stata l’ammissione al cammino verso il diaconato permanente di un membro della comunità, Mario Pedrinazzi. Il vescovo ha accolto la richiesta con gioia perché è un nuovo segno di generosità nel  desiderio di servire i fratelli e la Chiesa.

Omelia del vescovo Napolioni

Photogallery della celebrazione

Mario Pedrinazzi, 52enne di Castelleone, sposato con Marialuisa, è papà di Marco. Svolge l’attività di geometra come libero professionista. Il suo percorso è stato quello consueto delle comunità cristiane: oratorio, animatore liturgico, membro del consiglio pastorale, presidente della commissione liturgica. Tre anni fa ha chiesto al proprio parroco di intraprendere il percorso per il diaconato permanente. Da allora la sua vita è radicalmente cambiata, tutte le attività consuete sono rivolte a questo. Inoltre ha iniziato gli studi teologici presso l’Istituto superiore di Scienze religiose.

Riguardo alla sua vocazione parla di «una disposizione d’animo che negli anni, con diverse sfaccettature, mi ha sempre portato a dire che potevo dare qualcosa agli altri e che è maturata grazie a mia moglie e mio figlio, i veri pilastri di questa “nuova struttura di vita” che sta nascendo». «In realtà – spiega – non riesco a vedere il mio diaconato come qualcosa di separato da loro, ma sento più la presenza e la necessità di una diaconìa familiare, nella quale tutti ci sosteniamo a vicenda e possiamo insieme dare risposte alle necessità della comunità. Diaconìa familiare che si esprime all’interno della comunità parrocchiale e diocesana, nei modi e tempi che il Signore predisporrà. L’aiuto e il sostegno dei miei familiari è indispensabile».

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