Dal 22 al 24 agosto, presso l’eremo SS. Pietro e Paolo di Bienno (Bs), la Diocesi di Cremona ha proposto due giornate di workshop a conclusione del primo anno di formazione per quanti sono in cammino per il conferimento da ministro istituiti: hanno partecipato 12 dei 14 candidati ai ministeri di lettore, accolito e catechista, fortemente voluti da Papa Francesco con il motu proprio Spiritus Domini del 10 gennaio 2021 e il motu proprio Antiquum Ministerium del 10 maggio 2021. I lavori sono stati preparati dall’équipe diocesana che durante tutto l’anno ha conosciuto e accompagnato i candidati.
La giornata di sabato 23 agosto ha visto la presenza del vescovo Antonio Napolioni, accompagnato da don Antonio Bandirali che come nuovo vicario episcopale per la pastorale da settembre sarà direttamente coinvolto nella formazione dei candidati ai ministeri laicali.
Relatore dei contenuti e animatore delle attività laboratoriali è stato don Francesco Vanotti, responsabile dell’Ufficio catechistico della diocesi di Como e collaboratore dell’Ufficio Catechistico nazionale, esperto nell’accompagnamento di processi trasformativi per coloro che hanno ruoli in ambito pastorale.
Le giornate sono state scandite dalla preghiera, da riflessioni, lavori di gruppo e attività alle quali hanno preso parte anche i membri dell’équipe diocesana di accompagnamento.
La riflessione ha avuto come sfondo i brani biblici tratti dal libro dei Numeri e del libro di Giosuè che narrano la vicenda degli esploratori della terra promessa: durante la permanenza del popolo d’Israele nel deserto, ormai in vista della terra promessa, scoppia una crisi che procurerà una stasi gravissima, di oltre trentotto anni, con il popolo che si rifiuta di entrare nella terra promessa.
Il confronto con questo racconto è stato per i partecipanti una provocazione a riflettere sulla qualità della fede e sul modo in cui viviamo le promesse di Dio dentro le sfide del nostro tempo. Il dono di Dio è intrinsecamente legato a una prova che chiede coraggio. Una grande metafora della vita: la vita non può essere vissuta senza affrontare il rischio e la paura del fallimento, della perdita, della morte. Mosè ha per il popolo una parola di incoraggiamento: “Siate coraggiosi!”
Dio stesso invita Mosè a mandare degli esploratori perché prendano informazioni, perché possano esplorare, rendersi conto della situazione: l’esperienza del coraggio della fede si coniuga così con la ricerca del modo concreto con cui affrontare una situazione problematica, con la capacità di discernere i mezzi, i tempi con cui affrontare una certa situazione.
Nei giorni della formazione, i partecipanti sono stati così invitati a lavorare sulla concretezza della corresponsabilità: la vocazione battesimale implica il diritto-dovere di lavorare insieme ai presbiteri e agli altri battezzati, non esercitando una leadership che rischia di diventare un potere, ma creando una synodalship, cioè una chiara postura di Chiesa che sa vedere e affrontare insieme il cambio d’epoca che stiamo vivendo.
I ministri istituiti quindi divengono “custodi del fuoco”, chiamati a tener viva la visione di Chiesa che discende dal Battesimo, ad abitare il cambiamento, a vivere nelle proprie comunità lo stile della missionarietà, della sinodalità e a curare quei processi che rendono concreti l’ascolto, il dialogo, la fiducia, la stima, la testimonianza.
Nei tre giorni di formazione residenziale si è respirata un’aria di condivisione e di buone relazioni che hanno favorito il desiderio e l’umiltà di tornare alle proprie vite e diventare esploratori coraggiosi nelle nostre comunità.
Equipe diocesana per i ministeri istituiti