C’è un coccodrillo nel Battistero. È appeso al soffitto, proprio al centro. Se lo dicevano i cremonesi, nel 2023, quando Maurizio Cattelan, l’artista italiano più famoso al mondo, installò la propria opera Ego all’interno del Battistero in occasione della prima edizione di Cremona Contemporanea Art week. Fece discutere, e non poco. Molti criticarono la scelta, altri, invece, si schierarono a favore di questa decisione. «D’altra parte – ha commentato don Gianluca Gaiardi, direttore del polo museale diocesano di Cremona nella nuova puntata del podcast Torrazzo con vista del 18 maggio – l’arte contemporanea è per sua stessa natura provocatoria, deve far discutere. Altrimenti continuerebbe a dire le cose del passato con linguaggi diversi, e non sarebbe capita. Quindi non potevamo farci sfuggire l’opportunità di accogliere un artista del calibro di Cattelan nella nostra città. Allo stesso tempo, abbiamo insistito perché quell’installazione fosse temporanea, come è naturalmente richiesto da questo tipo di espressione artistica».
Ora la terza edizione di Cremona Contemporanea Art Week è alle porte. Negli anni, è diventata un evento capace di trasformare la città in un vibrante palcoscenico per l’arte contemporanea, ha attirato artisti e visitatori da tutto il mondo, desiderosi di esplorare le ultime tendenze artistiche e di confrontarsi con le opere più innovative.
Per Rossella Farinotti, critica d’arte e direttrice artistica della manifestazione, «la vera sfida è quella di mettere in dialogo le opere degli artisti contemporanei con i luoghi storici della città. Quello che cerchiamo di fare è costruire un legame: installazioni e performance non sono posizionate a caso, ma tentiamo davvero di unire due mondi, quello più legato al passato, ai monumenti di Cremona, con l’universo straordinario del contemporaneo».
Non sempre è semplice. Addirittura, secondo Susanna Fiorentini, storica dell’arte e guida turistica, «è paradossalmente più complesso far entrare i visitatori in dialogo con un’opera contemporanea rispetto a una tela o una forma artistica proveniente dal passato. Spesso mancano gli strumenti per comprenderla o non si è avvezzi ad approcciarsi ad essa. La fatica più grande, poi, è superare lo step del “comprendere”: non è sempre necessario dare un significato all’arte, non tutto va spiegato e capito. In molte occasioni, ciò che ci è chiesto di fare è accogliere l’installazione provando a soffermarci su ciò che suscita in noi».
A confermarlo Rossella Farinotti: «Quando vedi qualcosa di antico, o classico, ti approcci a un mondo che già conosci ed è facile categorizzarlo come bello. La percezione di quando si tratta l’arte contemporanea è sempre quella di doversi giustificare, perché si tratta di qualcosa di non codificato. Però poi, anche chi all’inizio mostra qualche resistenza, ci si lascia smuovere dalle opere e, molto spesso, riesce ad andare oltre».
In un mondo in continua evoluzione, l’arte contemporanea invita davvero a guardare oltre l’ovvio, a mettere in discussione le certezze acquisite nel corso dei secoli e a immaginare nuove possibilità. Cremona Contemporanea Art Week è un tributo a questo spirito critico, celebrando l’arte come forza vitale e motore di innovazione. «Perché è l’uomo stesso a essere contemporaneo – ha sottolineato don Gaiardi – e dunque c’è bisogno che il dialogo fra tradizione e futuro sia sempre vivo e stimolante, così da permettere a ciascuno, e alla storia, di abitare pienamente il presente».