8xmille, don Rasoli: «Una firma che non costa nulla, ma vale molto»

Intervista al nuovo incaricato diocesano del Servizio per la promozione del sostegno economico della Chiesa

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Domenica 14 maggio si celebra la 28a Giornata nazionale di sensibilizzazione dell’8xmille dal titolo: «una firma, migliaia di opere». Una Giornata dedicata a far conoscere il bene fatto e ancora da fare: grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica ogni anno, infatti, vengono finanziati migliaia di progetti in aiuto dei più deboli e dimenticati in Italia e nei Paesi più poveri del mondo. Una Giornata dedicata alla trasparenza: grazie alla mappa interattiva sul sito www.8xmille.it è possibile osservare i risultati concreti della propria firma, intervento per intervento, in tutta Italia. Una Giornata per ricordare come un semplice gesto sulla dichiarazione dei redditi si trasformi ogni anno in sostegno a migliaia di progetti di carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo, opere di culto e pastorale per la popolazione italiana e all’attività di evangelizzazione e conforto portata avanti da 35 mila sacerdoti diocesani. Una Giornata in cui le parrocchie possono fare la loro parte, come tramite per raggiungere i fedeli, mostrando attraverso gli strumenti dell’informazione e della trasparenza la Chiesa per quello che è: una madre vicina a chi più ne ha bisogno. Con don Claudio Rasoli, incaricato diocesano del Sovvenire, facciamo il punto con un particolare accenno alla situazione cremonese.

 

Don Rasoli anzitutto ci offra qualche coordinata sull’8xmille…

«La possibilità di destinare l’8xmille del gettito Irpef alla Chiesa cattolica nasce dalla revisione concordataria del 1984 ed è in vigore dal 1990. I fondi raccolti hanno tre destinazioni (legge 222/85): esigenze di culto e di pastorale della popolazione, sostentamento del clero diocesano e interventi caritativi in Italia e nel Terzo Mondo. Grazie all’80% dei contribuenti che ha scelto di firmare per la Chiesa cattolica, nel 2016 è stato possibile contribuire così alla missione della Chiesa: per il culto e la pastorale nelle diocesi e nelle parrocchie (156 milioni di euro), per interventi religiosi a livello nazionale tra cui anche tribunali ecclesiastici e fondo catechesi ed educazione cristiana (102,8 milioni di euro), per le nuove chiese parrocchiali, per le iniziative nazionali e il restauro del patrimonio artistico (140 milioni), per i progetti di carità in Italia e nel Terzo Mondo (270 milioni), per sostenere 35 mila sacerdoti diocesani, compresi 600 fidei donum in missione nei Paesi in via di sviluppo (350 milioni di euro).

 

Non è che firmando per l’otto per mille il cittadino versa più tasse di quelle già dovute?

«Nel modo più assoluto! La firma del cittadino a favore della Chiesa Cattolica non costa nulla di più. Si tratta di introiti che comunque già lo Stato preleva attraverso le norme fiscali vigenti. Il cittadino che fa la scelta per l’otto per mille non verserà né più né meno di quanto già dovuto. Solo che lo Stato offre al cittadino l’opportunità di concorrere, con la propria firma e adesione, alla destinazione di una parte dei proventi IRPEF. Si tratta di una firma che non costa nulla ma che può valere molto. La firma dell’otto per mille poi serve a definire la destinazione dell’8 per mille del gettito complessivo dell’IRPEF. Sistema di grande democrazia dove la firma di tutti vale allo stesso modo, indipendentemente dal fatto che uno sia contribuente di modesta oppure di ricca condizione economica».

 

Perché un cittadino dovrebbe scegliere di destinare l’otto per mille alla Chiesa Cattolica?

«Per chi è cattolico la firma dell’8xmille è segno di corresponsabilità, di comunione, di partecipazione alla missione della Chiesa. Tutti i fedeli, infatti, sono chiamati responsabilmente a provvederla del necessario, anche economico, perché la Chiesa abbia tutto quanto le occorre per assolvere alla sua missione di annuncio del Vangelo, di santificazione attraverso i Sacramenti, di assistenza pastorale e caritativa. È una sfida educativa che contribuisce al bene comune dell’intera comunità ecclesiale e civile. Ma penso che anche i non praticanti o addirittura i non credenti possano firmare per la Chiesa cattolica. Molta parte dei proventi sono infatti utilizzati per la conservazione dei beni culturali ecclesiastici, che sono patrimonio di tutti: spesso nei piccoli paesi la chiesa parrocchiale rappresenta l’unico edificio artistico di pregio e solo grazie all’8xmille si è potuto mantenere questi beni. Non dimentichiamo poi i soldi destinati alla carità: le organizzazioni cattoliche compiono una vera e propria opera sussidiaria nei confronti dello stato che spesso non riesce ad assistere gli ultimi della società. La Chiesa, nelle periferie, non raramente è l’unica realtà esistente, l’ultimo baluardo di speranza».

 

Il cittadino è sicuro che i proventi dell’otto per mille saranno usati per le nobili finalità sopra ricordate?

«La Conferenza Episcopale Italiana dà annualmente pubblico rendiconto del modo in cui ha ripartito e gestito la quota otto per mille attribuita dai contribuenti. Ciò lo fa per favorire la massima trasparenza, la chiara informazione e per far crescere la coscienza e la partecipazione dei fedeli e di tutti i cittadini alla missione spirituale e caritativa della Chiesa».

 

Quali i proventi giunti nella diocesi di Cremona e come sono stati destinati?

Alla diocesi di Cremona, nel 2016 sono giunti oltre 4.000.000 di euro. La metà sono stati utilizzati per mantenere gli oltre 300 sacerdoti che ogni giorno servono le 222 parrocchie della diocesi; circa 500.000 euro stati destinati esclusivamente ai beni culturali ecclesiastici, con un’attenzione particolare anche al restauro degli organi. Inoltre oltre 800.000 euro sono stati indirizzati sia per la conservazione e il restauro degli edifici di culto, soprattutto di parrocchie piccole che non potrebbero sobbarcarsi spese troppo onerose, sia per le attività pastorali della Curia e di altri organismi diocesani. Da non dimenticare poi i fondi utilizzati per i sacerdoti anziani e ammalati e quelli per i fidei donum, ovvero i sacerdoti che fanno servizio in altre diocesi del mondo, spesso povere e senza le risorse per mantenerli. Altri 800.000 euro sono stati riservati alle opere di carità. I maggiori apporti sono stati attribuiti alla Caritas diocesana per affrontare le enormi necessità di cui si fa carico per venire incontro alle tante famiglie stremate dalla crisi economica in atto e, in parte, per la gestione dei rifugiati e degli immigrati ospitati nelle varie strutture caritative sul territorio diocesano.  Il rimanente delle somme sono state suddivise a favore di tante istituzioni attive in diocesi nel campo della carità: le Cucine Benefiche, la Casa di Accoglienza di Casalmaggiore, il Centro di aiuto alla vita, il Movimento per la vita, il Centro di consulenza familiare di Viadana e di Caravaggio, la Casa s. Omobono in Cremona per le madri in difficoltà. Solo qualche esempio per mostrate la varietà di interventi caritativi sostenuti in diocesi».

 

Quest’anno è stato proposto poi a tutte le parrocchie il concorso «Tuttixuno» di cosa si tratta?

«Si tratta di una iniziativa rivolta alle parrocchie italiane (l’anno scorso chiamata Ifeelcud) che richiede l’organizzazione di un incontro formativo locale per promuovere il sostegno economico alla Chiesa cattolica e l’ideazione di un progetto di utilità sociale per la propria comunità e permette ad ogni parrocchia di concorrere alla vincita di un contributo economico per la realizzazione dell’idea proposta, tra i 1.000 e i 15.000 euro. Non solo saranno premiati i 10 progetti più meritevoli ma anche tutti gli incontri formativi, organizzati secondo una specifica procedura, saranno sostenuti con un contributo tra i 1.000 e i 2.000 euro. Da qui lo slogano del concorso che recita “Quest’anno vincono tutti”».

 

Avete in mente altri progetti?

«In collaborazione con l’economo diocesano inviteremo le parrocchie che hanno ricevuto un contributo dell’8xmille a promuovere un incontro di sensibilizzazione con i fedeli. Spiegheremo loro i valori che sottostanno, le modalità per firmare e non da ultimo chiedere la disponibilità a qualcuno di farsi promotore del Sovvenire sul territorio. L’impegno primo, infatti, è quello di creare una rete di collaboratori che sensibilizzino i fedeli e che anche raccolgano i modelli CU di pensionati e di coloro che non debbono presentare la dichiarazione dei redditi, ma che comunque possono firmare per destinare l’8xmille. Per tutte le altre parrocchie sarà possibile promuovere un incontro simile: per loro il servizio diocesano elargirà una somma significativa da utilizzare per opere di carità o attività pastorali. Altre iniziative sono in cantiere coinvolgendo in modo particolare i consigli degli affari economici parrocchiali».

 

 

 

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