image_pdfimage_print

Author: RAM

La fede vista da youtube in 140 video

A cura di don Davide Schiavon, Centro Diocesano Vocazioni

Avvicinarsi alla fede, o potenziarla, non è necessariamente un’operazione noiosa, legata a pratiche vetuste e linguaggi superati. Anche internet, anche youtube possono essere utili, se correttamente utilizzati, per esplorare il “pianeta fede” in modo giovane e dinamico.

Ecco una selezione di video, tratti da youtube, che si propongono proprio questo: presentare Dio ed il Cristianesimo in maniera viva e al passo con i tempi.

Il sussidio, che comprende 140 video, è suddiviso nelle seguenti sezioni:

Serie: “Identità e vocazione”

Serie “La fede”

Serie: “Il mondo dei giovani”

Serie “Vivere, sì. Ma come?”

Serie “I Sacramenti”

Serie “Conversioni”

Serie: “Testimonianze”

Serie “La fede attraverso i disegni”

Serie “Vocazioni” (dal canale youtube del Centro Nazionale Vocazioni)

 

Nella speranza che questa vasta selezione di video possa venire incontro a varie esigenze e non scoraggiare nell’approfondire il tema, buona navigazione!

La fede vista da youtube_PDF.compressed

condividi su

La palestra della preghiera: mettiamoci in forma.

Caro /a giovane,

ciò che ti propongo, con questo breve scritto, può essere paragonato a quelle “app” sul telefono che servono a mantenersi in forma. Non so se ci hai fatto caso: ce ne sono per gli addominali, per le gambe, le braccia, per tutto il corpo….

Questa, per mantenere il paragone di prima, può essere considerata una applicazione “per tutto il corpo”, dunque di tipo generalistico. Serve appunto a raggiungere, spiritualmente parlando, un certo tono globale, per permettere, in un secondo momento, di scegliere con maggior sicurezza quali sono le “specialità” su cui concentrarsi.

Cercheremo, nelle quattro settimane in cui si articola l’allenamento, di rispettare il criterio della gradualità, per garantire un progresso costante, non scoraggiare con carichi eccessivi e permettere di sedimentare poco alla volta i risultati raggiunti.

Un’avvertenza finale: questa “app” potrà risultare più o meno riuscita, ma lo scopo che si prefigge è il più alto di tutti: stare sani nella parte più invisibile, ma più importante, che abbiamo: l’anima. Quindi, è un programma che può essere criticato, ma che merita almeno di essere preso in considerazione.

Se avrai la pazienza di sperimentare un po’ le piccole indicazioni qui contenute, potrai anche darci utili suggerimenti per migliorarle. Allo potremo anche davvero dire di esserci un po’ allenati insieme nella fede.

Buona “applicazione”!

Don Davide

 

 

P.S.: Prima di iniziare, solo alcune note metodologiche. Come in un programma di allenamento che si rispetti, in ogni giornata la proposta è scandita in tre momenti: 1) la scelta dell’”attrezzo giusto” con cui allenarci (Parola di Dio), 2) una breve spiegazione sul suo funzionamento (riflessione) e, infine, 3) il suo concreto utilizzo (fitness dell’anima). La scelta dei brani biblici ricade quasi sempre sui Vangeli, per poter contare su di una conoscenza più diretta da parte dell’utente medio, a parte qualche caso in cui vengono suggeriti i salmi, che sono sempre un approdo sicuro in materia di preghiera. Nel giorno della domenica, il rimando è sempre alla liturgia del giorno, che è giusto abbia la precedenza su qualunque altro tipo di spunto. Il “programma” è strutturato in 4 fasi – settimane, che si propongono di obbedire ad un criterio di gradualità. La prima settimana si concentra sulle motivazioni e le principali domande inerenti la preghiera; la seconda, maggiormente sul “metodo” o le “tecniche” dell’orazione; La terza, sulla preghiera fatta a livello “maturo”, ispirandosi sia al “Padre Nostro”, sia a brani biblici che lo esemplificano; la quarta costituisce una sorta di “livello avanzato”, sotto la guida dello Spirito Santo, che infatti è chiamato in causa attraverso la prospettiva dei suoi sette doni.

Sussidio preghiera CDV_PDF.compressed

condividi su

Per le persone disorientate. Sono strano io o c’è una questione da affrontare?

Caro / amico /a,

indipendentemente dal tuo stato, dalla tua età o dalla tua occupazione, queste parole sono rivolte a te semplicemente come essere pensante, persona non superficiale che si fa qualche domanda sulla vita. Per verificare se, effettivamente, queste righe ti possono interessare, ecco qualche indizio nel quale ti potresti riconoscere, cioè qualche idea, caratteristica personale, spunto o perplessità che potrebbe esserti passata nella mente, in special modo se in tempi abbastanza recenti.

  • Hai ricevuto un’educazione cattolica (catechismo e Sacramenti fino alla Cresima), dopo di che non hai percepito particolari necessità di approfondire ulteriormente la tua fede.
  • Ti impegni nelle cose che fai, cerchi di avere una vita abbastanza ben bilanciata in tutti i suoi aspetti (lavoro / studio, amicizie / affetti, cultura, benessere psicofisico)
  • Ti accorgi che, nonostante tutto questo, una parte di te tende a rimanere piuttosto insoddisfatta. Permane una certa sensazione di mancanza di “non so che”, con la quale ritenevi di aver imparato a convivere (in fin dei conti “non si può avere tutto nella vita”), ma che, anziché attenuarsi, continua a punzecchiarti.
  • Hai imparato da tempo a districarti nelle varie situazioni della vita (doveri, piaceri, relazioni interpersonali), hai un’idea piuttosto chiara di ciò che è realizzabile e ciò che rimane confinato nel regno dell’utopia, sai bene che qualche compromesso bisogna pur accettarlo se non si vuole rendersi l’esistenza impossibile, eppure una parte di te non si rassegna a rinunciare ad un livello maggiore di bene, ad ideali più alti, ad uno slancio superiore verso qualcosa che possa riempire la mente e il cuore, mobilitare tutte le tue energie, entusiasmare, motivare fino in fondo.
  • Hai già una visione abbastanza lucida delle attrattive che l’esistenza può offrire, ti sei già impegnato considerevolmente ed onestamente per raggiungere quelle “lecite”, ma si fa strada in te l’impressione che la loro carica di novità potrebbe esaurirsi presto, come se queste esperienze non avessero più molto da dirti o non potessero fornirti molti altri spunti per farti crescere umanamente.
  • Con le persone ti trovi bene, le attività in cui ti impegni rispecchiano i tuoi interessi, ma a volte non sembrano “sufficienti” per darti tutto ciò che stai cercando.

Se ti stai riconoscendo in qualcuna di queste situazioni, non preoccuparti, non sei una persona strana e non soffri di qualche squilibrio da colmare con una terapia. Semplicemente, stai esplorando la dimensione più intima, vera e caratteristica della persona umana, cioè quella parte di noi che, a buon diritto, reclama qualcosa che non sia soltanto materiale o terreno (per quanto denso dal punto di vista culturale o contenutistico, magari), ma un aspetto per il quale siamo stati creati, secondo cui siamo stati progettati e che, solo può farci sentire davvero al nostro posto: il rapporto con Dio.

Mai, forse, come in questi tempi, chi sente questo bisogno in sé è stato portato a sentirsi strano, inadeguato, fuori posto, mentre, proprio per la nostra stessa natura, dovrebbe essere l’esatto contrario. Con qualche piccolo spunto di riflessione, cercheremo insieme di riappropriarci un po’ alla volta della nostra dimensione costitutiva, che non dobbiamo lasciarci sottrarre da nessuno, vale a dire l’essere figli di Dio, con tutto ciò che comporta, in primis il desiderare, in maniera esplicita o a volte inconscia, di voler sentire la vicinanza del proprio Padre.

Così facendo, per quanto possa sembrare strano, oltre che Lui, troveremo noi stessi. Il primo passo, però, è smettere di nasconderci e di vergognarci. Vergognarci del fatto che il mondo non ci basti, che tutto il nostro essere chieda di più, che ci sentiamo attratti da Qualcosa o Qualcuno di indefinito che ci possa aiutare.

Se questo tipo di proposta o di cammino ti sembra vaga o fumosa, sappi che non sei solo. Tante altre persone, nel mondo ma anche più vicino a te di quanto pensi, si stanno ponendo gli stessi interrogativi. Dunque, buon cammino. Non un cammino solitario, a casaccio, ma con una Guida sicura e tanti compagni di viaggio, molti dei quali, magari, conoscerai strada facendo.

Don Davide

condividi su

Suore Adoratrici, le iniziative vocazionali di agosto

E’ importante, al termine di un’esperienza, condividere il proprio vissuto: rafforza i doni ricevuti e può aiutare a crescere chi ascolta.
Ancor più importante è condividere le attese, i desideri, la passione, lo spirito di ricerca che anima i nostri giorni nell’attesa di un evento: l’entusiasmo contagia!

Condividiamo il “cuore” di Anna, Elena, Maddalena e Anna M., a breve in partenza per il loro viaggio missionario in Senegal, nella speranza che il desiderio di altri giovani diventi realtà!

DONO in DONO: dal 13 al 30 Agosto 2018 in SENEGAL 

Attività di animazione e collaborazione al Centro Estivo, nella Parrocchia dei padri Sacramentini nel villaggio di Kuodiadiene. Faremo anche delle escursioni culturali per cogliere e scoprire il patrimonio storico del popolo senegalese!

Solo Dio vince!
Campo servizio dal 26 agosto al 1° settembre 2018
Casa Famiglia P. F. Spinelli, Rivolta d’Adda

NB: Ancora pochi posti disponibili, adesioni entro il 5 Agosto!
Per info: suorstefania@suoreadoratrici.it  –  cell. 3240464625

Scarica la locandina
Eroe per virtù!

Continua il nostro percorso per approfondire alcune virtù a partire dall’esperienza di don Francesco. Questo mese è dedicato alla GIUSTIZIA!

Speciale canonizzazione!

Se vuoi tenerti aggiornato sui passi verso Roma che stiamo compiendo nella nostra Famiglia religiosa, visita il sito delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento!

Visita il nostro sito!
Le sorprese però non sono ancora finite! Non dimenticare di tenerti sempre aggiornato/a visitando il nostro sito!
Alla prossima,
l’equipe di Pastorale Giovanile e Vocazionale
Copyright © 2018 Servizio di Pastorale Giovanile e Vocazionale, All rights reserved.
Prova newsletter

Our mailing address is:

Servizio di Pastorale Giovanile e Vocazionale

via San Francesco d’Assisi 16

Rivolta d’AddaCr 26027

Italy

Add us to your address book

Want to change how you receive these emails?
You can update your preferences or unsubscribe from this list.

Email Marketing Powered by MailChimp

condividi su

Siamo ricchi che si credono mendicanti

Guardando a me stesso, prima ancora che ad altri, mi accorgo di come la vita, il quotidiano, le faccende di ogni giorno tendano a farci dimenticare chi siamo. Ogni giorno, c’è un’identità da riscoprire, ci sono delle certezze da ri-confermare. Per quanto uno possa aver vissuto, riflettuto, essersi impegnato, ogni nuova giornata che Dio ci dona su questa Terra ci trova un po’ alle prese con una tabula rasa, in una situazione in cui ci troviamo smarriti, disorientati, indifesi.

O, meglio, questa è la sensazione. Perché in realtà, abbiamo già tutto ciò che ci serve, l’essere figli di Dio e l’avere Gesù come esempio (nei Vangeli) e come nutrimento (nell’Eucarestia). Ma questi capisaldi, per quanto importanti, rischiano di essere quotidianamente spazzati via, come conchiglie da un’onda  sulla sabbia, da distrazioni, preoccupazioni, attrattive varie, agende troppo fitte.

Un’altra immagine che potrebbe rendere l’idea è quella di un tesoro nel deserto che venga continuamente ricoperto dalle tempeste di sabbia: per farlo riaffiorare, c’è sempre bisogno di spazzare, liberare, soffiar via tutto ciò che vi si deposita e tende ad offuscarne lo splendore.

Lo stesso accade con la fede e la nostra vocazione alla salvezza. Esse ci sono, magari abbiamo anche fatto del nostro meglio per coltivarle, ma sembra sempre che queste cose preziose (preziose un po’ perché ci sono state date in dono, un po’ anche perché pure noi cerchiamo di valorizzarle) tendano a venire nascoste, attenuate, depotenziate da qualcosa che vi si deposita sopra.

Ora, il punto è, a mio avviso, che noi dobbiamo dare per scontata questa opera di contrasto, queste “tempeste di sabbia”, questo processo di affastellamento di detriti sopra tutto ciò che di maggior valore abbiamo. Ma, a maggior ragione, non dobbiamo stancarci di spazzar via, con metodo e pazienza, ogni “agente di offuscamento”. Tale opera paziente si chiama “preghiera”.

Senza di essa, noi rischiamo di sentirci perennemente dei ricchi che si credono poveri. Dei salvati che si credono alla deriva. Dei figli che si credono orfani. Dei redenti che si credono condannati alla mediocrità. Tale opera, però, non va soltanto auspicata, lodata, raccomandata, coperta di assensi. Deve essere effettivamente PRATICATA, dedicandole del tempo che non può venire sostituito dall’entusiasmo, dal trasporto, da un buon proposito. Significa, effettivamente, mettersi in silenzio davanti al Signore, tralasciando occupazioni, preoccupazioni, lusinghe, scadenze per dedicarci all’unica Causa che ci può illuminare e salvare: la costruzione del nostro rapporto con Dio.

Alcuni minuti al giorno sono un prezzo troppo salato per riscoprire che siamo ricchi, e che non dobbiamo elemosinare briciole di felicità da altre parti? Sono una richiesta troppo esigente per renderci conto che i figli di Dio non devono andare a fare i questuanti in case altrui (in termini di risposte, soddisfazioni, certezze, gratificazioni)? Quanto ci metteremo, noi cristiani, per uscire da questa adolescenza perenne che ci fa sentire sempre scalpitanti e insofferenti nella casa del Padre, nella convinzione illusoria che l’erba del vicino, per definizione, sia sempre più verde?

La questione, a giudicare dai casi di disagio interiore che si constatano nella nostra società, sta diventando sempre più scottante. Ma chissà che anche il disagio ed il malessere non possano giocare a favore di una svolta, di una sana ribellione, di un risveglio interiore.

Chissà che tutti noi non riusciamo infine a riconoscerci un po’ nelle sembianze del figliol prodigo, che, mentre pascola i porci altrui senza nemmeno poterne mangiare le carrube, si ricorda che a casa ha sempre un Padre che lo ama. E che, invece di presentargli il conto della sua lontananza, aspetta solo di riabbracciarlo e di renderlo di nuovo felice con la Sua presenza.

 

Don Davide

condividi su

Lettera ad un giovane in cerca di Dio, di se stesso, del proprio ruolo nel mondo.

Caro/a amico/a,

il mio rivolgermi a te attraverso una lettera non può contare sul riferimento a un volto preciso, o, meglio, può piuttosto fare affidamento su tanti volti concreti e diversi. Quelli dei giovani che incontro, che ho già incontrato, che sono miei alunni a scuola o parrocchiani nella mia missione pastorale.

Ma posso anche, senza troppa fatica, rifarmi alle mie sensazioni quando io stesso appartenevo alla categoria “giovani”, le cui aspirazioni cambiano, sì, con le generazioni, ma non del tutto.

Probabilmente, in questi tempi ti stai chiedendo, anche se in maniera non del tutto esplicita, alcune cose sulla tua vita: se la direzione è quella giusta, se la velocità di navigazione è quella corretta, se le inevitabili battute di arresto sono fisiologiche o devono costituire motivo di preoccupazione, se esiste un modo per avere maggiori certezze e un po’ meno dubbi.

Innanzitutto, se me lo consenti, vorrei darti una buona notizia: se, queste domande, te le stai ponendo, è segno che la strada è già quella buona: la strada di una persona che cerca, che desidera la verità, che non si accontenta della mediocrità. Se, invece, queste cose non ti sono passate per la mente, i casi sono due: o hai già imboccato una via sicura, oppure, se mi consenti la schiettezza, non hai ancora raggiunto il grado di maturità sufficiente per affrontare davvero la vita.

Parleremo in futuro anche del secondo caso, ma, per ora, concentriamoci sul primo.

Magari, hai percepito che la vita è grande, bella e importante e che una delle cose più sensate che una persona possa fare è non sprecarla. Il che non vuol dire necessariamente diventare il padrone del mondo, passare alla storia o dimostrare una superiorità, ma, più semplicemente, mettere a frutto le proprie doti, non sedersi sugli allori, fare del bene a qualcuno, lasciare il mondo un po’ migliore, dare un contributo personale al miglioramento del consorzio umano.

Se queste considerazioni non sono troppo lontane da ciò che attraversa i tuoi pensieri, ma le perplessità a volte rischiano di far naufragare il progetto, c’è un’altra buona notizia: non sei solo in questo compito grandioso ma arduo di valorizzare la tua vita.

Buona notizia, dicevo, ma, ad essere onesti, non è nemmeno del tutto scontato. Dipende da come una persona la pensa. Ci sono persone (o, magari, singole fasi all’interno della vita) che preferiscono fare tutto da sole. Accollandosi gli oneri e le fatiche, ma riservandosi però l’esclusiva assoluta sui successi ed i traguardi ottenuti. E’ una strada percorribile, certo. Di solito, si tratta di un’idea che si affaccia alla mente intorno ai vent’anni e che è alimentata da molte cause: fattori interiori (la voglia di affermarsi, di dimostrare quanto si vale, di elevare la propria condizione) ma anche esterni (modelli da emulare, standard da non deludere, persone a cui si vuole dimostrare qualcosa). E’ una strada rispettabilissima, ma che ha un grande difetto che non va assolutamente trascurato: funziona, finchè ci sono le energie, le risorse, le condizioni favorevoli. Dopo, lascia a piedi.

E’ un po’ come acquistare un’auto, con il serbatoio più capiente possibile, avendo in testa un pensiero che più o meno dice: ora, senza mai dovermi fermare alla pompa di benzina (o dal meccanico, o all’autolavaggio) voglio vedere quanta strada riesco a fare. Senza aiuti, a cofano sigillato, come si suol dire.

Se i preparativi sono efficaci, se la messa a punto è accurata (e, soprattutto, se si ha molta fortuna) sarà possibile macinare molti chilometri. Al termine dei quali, però (sempre ammesso e non concesso che tutto vada per il verso giusto) si rimane comunque fermi: a secco, in panne, senza energie. Salvo, poi, domandarsi: era così giusta la premessa iniziale, cioè il voler fare tutto da soli?

Ecco, allora, che si apre l’opportunità per considerare un’altra strategia: accettare un compagno di viaggio, un navigatore, un consigliere…..insomma: lasciarsi aiutare.

Ma se questo “consigliere” avanzasse delle pretese indebite? Se pretendesse di decidere lui la destinazione? Se mi cambiasse i piani? Se mi portasse dove non voglio andare? O, peggio ancora, anche ammesso che mi conduca a destinazione, cosa succederebbe al mio amor proprio se poi questo compagno di viaggio volesse prendersi una parte (o addirittura tutto) del merito?

Non sono interrogativi banali e, se colui sul quale si addensano i dubbi fosse un personaggio qualunque, sarebbero più che fondati. Ma, come probabilmente ti  sarà già chiaro, qui stiamo parlando di Dio. Ma non di un Dio qualsiasi. Un Dio che è venuto sulla terra e che, a sua volta, ha obbedito ai genitori, ha accettato consigli e, quando ha cominciato a darne, ha innanzitutto dimostrato con i fatti (e la vita) che praticava quel che predicava.

Un Dio invadente? Certo, un’idea chiara su ciò che potrebbe farci bene, Lui senz’altro ce l’ha. Vuole imporla? No, si limita a suggerirla. Dispensa perle di saggezza dall’alto? No, si mette al nostro fianco e gioisce, fatica, lavora e si “sporca le mani”, proprio come noi. Ma con una differenza. Che è del tutto disinteressato, non vuole guadagnare nulla da noi, ha tutto da dare e nulla chiede, se non un impegno concreto in direzione dell’amore e in vista della felicità.

Dove vuole arrivare tutto questo discorso infarcito di metafore automobilistiche, strade, destinazioni e navigatori? Al fatto che nessuno si è mai dovuto pentire per aver accettato a bordo il Signore. Certo, potrà capitare che la Sua volontà non coincida sempre con la nostra. Ma possiamo star certi che, in quel caso, la divergenza di vedute sarà sempre dettata dal fatto che Lui ha una visione più chiara del tragitto ed un desiderio sincero di farci percorrere quello migliore. Quello che ci porta a star bene, anche se può essere in salita.

Caro /a giovane, in definitiva, anche se, a differenza del Navigatore per eccellenza, io non ho le credenziali per farlo, accetta ugualmente un suggerimento anche da me, almeno per il fatto di averlo provato personalmente: accetta di farti aiutare dal Signore. La preghiera è il primo, irrinunciabile, passo. Il ricorso a figure sagge e illuminate, il secondo. La sincerità per intraprendere i passi che Dio ti suggerirà di volta in volta, quello successivo. E, se mi consenti, non aver fretta di sapere già all’inizio tutto quel che ti aspetta. Sarà comunque per la tua crescita, per il tuo bene.

Farsi aiutare non è da deboli. Farsi guidare non è per gli sprovveduti. E’ per chi ha a cuore la vita a tal punto da aver compreso che c’è Qualcuno che la può far fruttare al meglio. Accettare Dio come compagno di viaggio è da persone sagge, da persone intelligenti. E’ per questo, caro / a amico / a, che mi sono permesso di rivolgermi a te.

Con stima.

Don Davide

Mail: d.schiavon@libero.it; cell. 3339234456

condividi su

Vocazione e futuro: i tanti interrogativi dei giovani

(Dal sito diocesano, a cura di Riccardo Mancabelli)

Il punto su attività e iniziative con don Davide Schiavon, referente del Centro diocesano vocazioni

Presenza costante sul territorio, al servizio delle parrocchie, ma anche a supporto del Sinodo diocesano dei giovani. Sono questi i due filoni d’attenzione su cui, nell’anno pastorale ormai in chiusura, si è concentrata l’attenzione del Centro diocesano vocazioni. E proprio dal Sinodo sono arrivate le maggiori sorprese, che offrono un vero segno di speranza, come spiega don Davide Schiavon, incaricato diocesano per la Pastorale vocazionale oltre che vicario della parrocchia Beata Vergine di Caravaggio, a Cremona.

«Durante il Sinodo, – spiega don Schiavon – in maniera abbastanza inaspettata, la questione vocazionale è stata sottolineata con forza dai giovani: sono stati proprio loro a declinare i temi del futuro e della speranza in un’ottica marcatamente vocazionale. È emerso chiaramente l’anelito a trovare un orientamento per la propria vita, a capirci di più, ad avere punti fermi. E sono emersi tanti interrogativi».

L’impegno dell’équipe diocesana si è poi confermata nell’ambito della presenza nelle parrocchie. A supporto, rafforzamento e completamento della pastorale ordinaria. Incontri rivolti ad adolescenti e giovani, senza tralasciare neppure la fascia adulta. Momenti di approfondimento e indirizzo richiesti dalle comunità cristiane per aiutare i propri giovani a fare scelte importanti per la loro vita. Una attività che ha impegnato molto il Centro diocesano vocazioni, come si evince anche dai resoconti dei numerosi eventi, tutti pubblicati sul sito internet www.vocazionicremona.it.

Proprio il web è diventato, in questi anni, un’area di incontro ed evangelizzazione. «I riscontri – conferma don Schiavon – dimostrano che c’è interesse da parte dei ragazzi che interagiscono e chiedono di poter approfondire la tematica vocazionale. Anche per venire incontro a queste richieste abbiamo pensato di incrementare la sezione dei materiali da scaricare: schede per i catechisti, link ad approfondimenti, video, riferimenti a pubblicazioni o a modelli già strutturati che guardano al tema vocazionale nelle diverse specificità».

Altro capitolo di particolare importanza è quello degli adulti che sostengono le vocazioni. Consolidato è infatti il legame del Centro diocesano vocazioni con realtà quali “Rosarianti” e “Fortes in fide”.

Ma quali sono le prospettive per il prossimo anno? Punto fermo rimane il collegamento con le parrocchie, nella consapevolezza che la pastorale vocazione non può non essere correlata alla pastorale ordinaria delle comunità parrocchiali.

«Quest’anno ci siamo riallacciati al Sinodo diocesano dei giovani, mentre l’anno precedente avevamo promosso una serie di incontri di stampo vocazionale con la presenza del Vescovo nelle macro zone. Nel prossimo anno pastorale, invece, – anticipa don Schiavon – vorremmo cercare di aiutare i giovani a fare le proprie scelte andando anche oltre agli incontri generici organizzati nelle parrocchie. Così, in parallelo ai momenti sul territorio, raccogliendo anche l’esperienza di altre diocesi, stiamo predisponendo una serie di occasioni di specifica proposta vocazionale. Momenti che vorremmo fossero anche di carattere residenziale, in strutture diverse individuate in varie località».

Tutte opportunità per affiancare e stimolare i giovani. Poi è a loro che è affidato il compito di riflettere, aprire il cuore e provare a sperimentare che cosa possa rendere la loro vita davvero piena. In questo percorso il Centro diocesano vocazioni garantisce un accompagnamento anche personalizzato, che in diversi casi ha fatto nascere un vero e proprio cammino di direzione spirituale.

condividi su

Le iniziative vocazionali di luglio delle Suore Adoratrici

Chi ci sta seguendo da vicino (per saperne di più clicca qui!), sa che, in queste settimane, noi suore Adoratrici stiamo vivendo con intensità il cammino verso la Canonizzazione del beato Francesco Spinelli.
Passo dopo passo si accorcia, dunque, la distanza tra noi e Roma (14 ottobre 2018)!
….E più ci accostiamo alla storia di don Francesco, come a quella di tanti altri amici santi, più ci interpella una domanda:  “Ma da dove parte la santità?”
Con l’augurio che in questo tempo di vacanza tu possa “segnare la storia” e non solo viverla nell’abitudinarietà superficialità!
Quest’estate non accontentarti, punta in alto e vieni con noi per vivere…il Dono nel dono!
Campo Servizio
dal 26 agosto al 1 settembre 2018 – Casa Famiglia P. F. Spinelli, Rivolta d’Adda
per giovani dai 18 ai 30 anni
condividi su

Adoratrici, le proposte vocazionali di giugno

Giovani, tutti in cammino: la meta è Roma!
Per prepararci al grande evento della canonizzazione di don Francesco che sarà il 14 ottobre 2018 a Roma, Casa Famiglia P. F. Spinelli – Rivolta d’Adda – propone per venerdì 8 Giugno una camminata/corsa non competitiva.
Vedi il manifesto dell’evento
Il sottotitolo dell’evento “CORRIAMO il rischio di essere SANTI…” offre a tutti una significativa provocazione: santi si diventa in piedi, ma non solo.
E’ necessario imparare a camminare con lo sguardo rivolto in avanti e non avendo paura di andare sempre più in salita!
Questo ce lo insegna anche Papa Francesco:
“Qualcuno pensa che la santità è chiudere gli occhi e fare una faccia da immaginetta, no non è quella la santità; la santità è qualcosa di più grande, più profondo che ci dà Dio. In qualsiasi momento e stato di vita, è stata aperta la strada verso la santità; non scoraggiatevi di andare su questa strada! Piccole cose sono piccoli passi verso la santità! Ogni passo verso la santità ci renderà delle persone migliori, libere dall’egoismo e dalla chiusura in se stesse, e aperte ai fratelli e alle loro necessità!”
Una Corsa, dunque, per metterci in cammino e siccome il cammino verso la santità non si percorre da soli ma insieme, in quell’unico corpo che è la Chiesa, saranno piccoli passi che, venerdì 8 giugno, si caricheranno, di condivisione, di gioia e di gratitudine, anche per il dono di avere in comune un amico santo!Note organizzative:
Per favorire questo momento di fraternità proponiamo a tutti i giovani e i gruppi degli oratori che vorranno aderire all’iniziativa di iscriversi nei giorni precedenti presso il proprio don o singolarmente attraverso una mail a suormariagrazia@suoreadoratrici.it.

Il ritrovo, per giovani e adolescenti, è previsto per le ore 18.15 a Casa Famiglia e la partenza per le ore 18.30. Per chi è più lontano, è possibile anche pernottare a casa nostra in sacco a pelo, comunicandocelo con l’iscrizione qualche giorno prima.

Evviva Roma!
Chi desiderasse raggiungere una meta più lontana e partecipare all’evento della canonizzazione in Piazza S. Pietro il 14 ottobre 2018, potrà farlo passando attraverso il proprio oratorio o facendo riferimento alle proposte che trovate nel nostro sito.
Visita il sito
S.O.S: Cercasi attori e cantanti!
Stiamo organizzando, in collaborazione con la FOCR, uno spettacolo per raccontare in modo alternativo la ricchezza che don Francesco ci ha lasciato in eredità. In Ottobre proporremo infatti un evento per tutti i giovani della diocesi …se anche tu desideri collaborare con noi e senti di avere dei doni da mettere a disposizione, segnala, entro il 30 Giugno, la tua disponibilità a suorstefania@suoreadoratrici.it.Per info: Valentina (postulante)  3454631245

Eroe per virtù!
Per scoprire ancora più a fondo chi è don Francesco Spinelli, umile sacerdote diocesano che la Chiesa tra pochi mesi riconoscerà come santo!
Le proposte non sono ancora finite però! Per tenerti sempre aggiornato/a e scoprire cosa abbiamo in serbo per te durante i mesi estivi non dimenticare di visitare il nostro sito!  
Scopri le novità!
Per te e per tutti gli amici con cui vivrai l’esperienza del Grest e dei campi estivi o con cui affronterai gli esami, un ricordo nella preghiera da tutta l’equipe di Pastorale Giovanile e Vocazionale SASS.
Copyright © 2018 Servizio di Pastorale Giovanile e Vocazionale, All rights reserved.
Prova newsletterOur mailing address is:

Servizio di Pastorale Giovanile e Vocazionale

via San Francesco d’Assisi 16

Rivolta d’AddaCr 26027

Italy

Add us to your address book

Want to change how you receive these emails?
You can update your preferences or unsubscribe from this list.

condividi su