Uomini e donne in cerca di pace

In vista della Giornata mondiale per la Pace, riflessione di don Antonio Agnelli di Pax Christi

image_pdfimage_print

Quest’anno la Marcia per la pace, giunta alla sua cinquantesima edizione, avrà luogo il 31 dicembre 2017 a Sotto il Monte (Bg), città natale di Papa Giovanni XXIII. Come di consueto l’evento sarà preceduto dal Convegno di Pax Christi, organizzato anch’esso a Sotto il Monte e che quest’anno avrà come titolo “Alienum est a ratione – È pura follia pensare che nell’era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia” (Papa Giovanni XXIII, Pacem in terris, n. 67).

Il riferimento è molto importante: Papa Francesco ha insistito sulla assurdità del riarmo nucleare come strumento per costruire una vera convivenza pacifica tra i popoli. Nel messaggio ad un recente simposio voluto dalla Santa Sede su questo argomento, il 10 novembre scorso, dal titolo “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale” ha detto:

Non possiamo poi non provare un vivo senso di inquietudine se consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari. Pertanto, anche considerando il rischio di una detonazione accidentale di tali armi per un errore di qualsiasi genere, è da condannare con fermezza la minaccia del loro uso, nonché il loro stesso possesso, proprio perché la loro esistenza è funzionale a una logica di paura che non riguarda solo le parti in conflitto, ma l’intero genere umano. Le relazioni internazionali non possono essere dominate dalla forza militare, dalle intimidazioni reciproche, dall’ostentazione degli arsenali bellici. Le armi di distruzione di massa, in particolare quelle atomiche, altro non generano che un ingannevole senso di sicurezza e non possono costituire la base della pacifica convivenza fra i membri della famiglia umana, che deve invece ispirarsi ad un’etica di solidarietà. Insostituibile da questo punto di vista è la testimonianza degli Hibakusha, cioè le persone colpite dalle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki, come pure quella delle altre vittime degli esperimenti delle armi nucleari: che la loro voce profetica sia un monito soprattutto per le nuove generazioni.

Poi, Papa Francesco, in questo suo intervento, cita proprio Givanni XXXIII, come profeta di pace:

Ecco dunque come un progresso effettivo ed inclusivo può rendere attuabile l’utopia di un mondo privo di micidiali strumenti di offesa, nonostante la critica di coloro che ritengono idealistici i processi di smantellamento degli arsenali. Resta sempre valido il magistero di Giovanni XXIII, che ha indicato con chiarezza l’obiettivo di un disarmo integrale affermando: «L’arresto agli armamenti a scopi bellici, la loro effettiva riduzione, e, a maggior ragione, la loro eliminazione sono impossibili o quasi, se nello stesso tempo non si procedesse ad un disarmo integrale; se cioè non si smontano anche gli spiriti, adoprandosi sinceramente a dissolvere, in essi, la psicosi bellica» (Lett. enc. Pacem in terris, 11 aprile 1963, 61).

La marcia, con il convegno che appunto la precede, sarà anche occasione per riflettere sul messaggio che Francesco ha inviato per la prossima 51 Giornata mondiale della pace, il cui titolo è “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”.

Di nuovo Papa Bergoglio insiste sulla necessità di vedere in queste persone non dei nemici, ma fratelli e sorelle con i quali costruire una società diversa, accogliente e solidale, non dimenticando che essi fuggono da fame, guerre, ingiustizie e sfruttamento.

Cammineremo e pregheremo insieme a tante altre persone, per essere testimoni, fragili ma convinti, del Vangelo della pace.

don Antonio Agnelli
Pax Christi

 

La Marcia della pace a Sotto il Monte

 

Il messaggio del Papa per la 51a Giornata mondiale della Pace

Facebooktwittermail