Un pacco di pasta per un “abbraccio” da lontano a chi non ha da mangiare

Il 29 e 30 ottobre anche in alcune località del Cremonese l’iniziativa “Un pasto al giorno” dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII di don Benzi

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Il 29 e 30 ottobre oltre 4mila volontari in 1000 postazioni tra Italia, Inghilterra, Olanda, Germania, Portogallo, Svizzera, Russia, Bolivia e Cile, accoglieranno chiunque vorrà compiere un gesto di solidarietà. Un’offerta libera in cambio di un pacco di pasta da poco più di 100 grammi, una porzione, il pasto di un giorno. Da qui, appunto il titolo dell’iniziativa “Un pasto al giorno”.

L’evento, giunto alla sua ottava edizione, è promosso dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi nel 1968. Slogan di quest’anno: “La dignità riparte da qui”.

La raccolta coinvolgerà anche alcune località della diocesi, e in particolare del Cremonese. I banchetti dell’associazione, infatti, saranno presenti a Cremona nei pressi delle chiese di S. AgataS. Ambrogio e S. Imerio. Coinvolta anche Castelverde, con le frazioni di Costa S. Abramo e S. Martino in Beliseto, Gombito e S. Latino.

Grazie anche alle donazioni ricevute attraverso l’iniziativa “Un pasto al giorno”, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII potrà continuare a garantire un aiuto alle oltre 41mila persone in difficoltà, gli ultimi, che ogni giorno mette a tavola nelle sue oltre 600 realtà di accoglienza (tra Case famiglia, Capanne di Betlemme per i senza dimora, Centri nutrizionali) in 38 paesi del mondo.

L’elemento che contraddistingue l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII da altre realtà impegnate nella stessa causa, è la condivisione diretta di vita: chi ne entra a far parte, infatti, apre le porte della propria casa e del proprio cuore per condividere la quotidianità con i più poveri, i più deboli, con coloro che comunemente vengono definiti gli ultimi della società, per offrir loro un aiuto costante. Tutti, così, diventano fratelli e sorelle, figli, membri di una stessa famiglia. Lotta alla fame piatto dopo piatto, dunque, salvando un fratello e una sorella per volta: è questa la mission dell’iniziativa.

Quest’anno “Un pasto al giorno” assume un significato particolare data anche la coincidenza con il Giubileo della Misericordia. «Ed è proprio condividendo l’esperienza e la sofferenza dell’altro – spiegano dall’Associazione – che si realizza l’ideale più completo di fratellanza. In questo senso, il pacco di pasta assume il significato di un abbraccio dato da lontano a chi è in difficoltà. Cibo è stare insieme, è mettere in comune, è espressione della generosità di Dio».

Più volte Papa Francesco si è soffermato nel mettere in guardia contro la dilagante cultura dello spreco, che concerne non soltanto gli alimenti e le cose, ma tocca, di riflesso, anche le persone. Lo “scarto” del cibo, dunque, diventa metafora dell’abbandono di chi è più in difficoltà, come gli anziani, i disabili, considerati gli ultimi della società.

«La facilità di buttar via – afferma Giovanni Ramonda, responsabile dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – è sinonimo di indifferenze ed insensibilità, gli stessi atteggiamenti che portano all’emarginazione di tanti nostri concittadini, lasciati soli ad affrontare i problemi e le difficoltà della vita. Il nostro ‘pacco di pasta’, dunque, vuol essere il simbolo di un nuovo patto sociale, che consente di accrescere se stessi aiutando gli altri, tutelare il diritto al cibo: uno dei diritti umani fondamentali». E aggiunge: «Anche attraverso il cibo si realizza la dignità dell’uomo».

Il sito www.unpastoalgiorno.org

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