“Un cantiere per quale Chiesa?” La riflessione del Consiglio Pastorale diocesano

Sabato 14 in Seminario la prima riunione dell'anno pastorale 2017-2018

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Preceduta dall’invocazione dello Spirito e dall’ascolto condiviso della Parola e del magistero di Papa Francesco nella Evangelii gaudium, si è tenuta sabato 14 ottobre la prima convocazione dei membri del Consiglio Pastorale diocesano. Il Seminario ha accolto il gruppo di laici, religiosi e sacerdoti eletti dalle Zone e dalle realtà associative della Chiesa cremonese

nell’ambiente che conserva i cimeli e le memorie dei tanti missionari partiti dal Seminario diocesano o dalle nostre realtà parrocchiali: una significativa coincidenza che il Vescovo Antonio – che ha presieduto la riunione – non ha mancato di cogliere.

Oggetti e ricordi dei missionari cremonesi

All’inizio di un anno pastorale che trova la sua ispirazione nell’anelito missionario raccolto da Matteo nel suo Vangelo, anche la viva eredità di “partenze” e di slanci rivolti all’annuncio della fede ha fatto da degna cornice al momento di verifica richiesto al Consiglio circa il processo di rinnovamento avviato in Diocesi.

Raccogliendo l’invito ad operare “discernimento, purificazione e riforma” (EG 30) auspicati da Francesco per ogni realtà ecclesiale.

Il Vescovo Antonio ha brevemente richiamato ai presenti i molti fronti sui quali la Chiesa locale ha iniziato a misurarsi: la cura della vita del presbiterio e la formazione offerta ai sacerdoti chiamati ad essere moderatori di Unità pastorali; il discernimento circa la struttura di Zone e gruppi di parrocchie; la conferma del sostanziale impianto della iniziazione cristiana e la qualificante proposta di un ritorno alla Parola di Dio, accolta e meditata comunitariamente; l’accento sulle provocazioni da approfondire nella pastorale familiare (anche nella Amoris laetitia, tutt’altro che archiviata); la prospettiva sempre più vicina del Sinodo dei giovani; le scelte operate per un riordino degli strumenti di comunicazione in Diocesi. Un “cantiere” impegnativo che richiede di essere monitorato con attenzione.

Il Vescovo e il vicario per la Pastorale ed il clero don Maccagni hanno chiesto al Consiglio di esprimere in sintesi la percezione personale e del territorio circa il lavoro sin qui condotto, e sulle eventuali correzioni di rotta attuabili.

 

Dopo una breve fase di elaborazione personale, il dibattito è tornato in gruppo. Il Consiglio ha evidenziato di sentirsi partecipe di una lenta ma decisa conversione pastorale, a vari livelli. Il cammino ecclesiale appare non sempre chiaro nei suoi esiti immediati, ma percepito come necessario. Forte e univoca la richiesta di una maggiore cura spirituale che sostenga la comunione tra laici e presbiteri, e liberi dalla illusione che sia sufficiente il “fare molto” (da tutti riconosciuto).

E, a proposito di missionarietà, un richiamo è stato avanzato a non dimenticarsi dei più deboli (anche tra i giovani) cosicché le proposte – oltre che qualitativamente buone – siano anche realmente accessibili e la Chiesa non perda mai la sua identità di comunità aperta e accogliente.

Il Vescovo ha accolto con attenzione osservazioni e proposte, rimandando alla prossima convocazione l’approfondimento degli stessi temi emersi.

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