Time to care, 1.500 giovani in aiuto degli anziani

L’iniziativa prenderà il via ai primi di giugno ed è frutto dell'accordo tra Presidenza del Consiglio e ministero delle Pari Opportunità. I ragazzi dovranno accompagnare gli anziani in piccoli servizi quotidiani e rimanere in contatto con loro durante la settimana

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“Time to care”, è tempo di aver cura. Uno slogan che diventa realtà in Italia grazie ad un protocollo d’intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. L’obiettivo è costruire un percorso di impegno per circa 1500 giovani dai 18 ai 35 anni per i prossimi sei mesi finalizzato ai servizi agli anziani. L’iniziativa prenderà il via ai primi di giugno.

L’Auser: l’Italia non ha politiche per gli anziani

Enzo Costa, presidente dell’organizzazione Auser che da 30 anni si occupa di assistenza alla Terza Età, dice che “questo paese in questa epidemia di coronavirus Covid 19 ha scoperto un’area che è terribilmente vulnerabile e fragile, ovvero quella degli anziani. Noi siamo il secondo paese più vecchio del mondo, e il primo in Europa, però non ci siamo mai dotati di politiche che mirassero in maniera particolare alla qualità della vita degli anziani”.

Ascolta l’intervista a Enzo Costa

Per l’Oms troppi decessi per coronavirus nelle Rsa

Per l’Oms, secondo le stime nei paesi della regione europea, la metà di coloro che sono morti per il coronavirus erano residenti in strutture di assistenza a lungo termine. Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa ha detto che “questa pandemia ha acceso i riflettori sugli angoli trascurati e sottovalutati della nostra società. In tutta la regione europea, l’assistenza a lungo termine è stata spesso notoriamente trascurata”. Costa fa notare che già a febbraio aveva messo in luce la fragilità delle Residenze sanitarie assistite in tutta Italia.

Volontariato per far incontrare le generazioni

Dunque la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha messo a disposizione 5 milioni di euro per far vivere quest’esperienza a circa 1500 giovani, un’esperienza di volontariato che viene incentivata nella stessa misura del servizio civile, ovvero con 400 euro al mese. Costa afferma che “l’obiettivo è favorire un incontro intergenerazionale. E’ un processo importante rivalutare la figura dell’anziano in una società che anno dopo anno è diventata sempre più individuale, che ha sempre emarginato chi non aveva mezzi per correre come chi era in piena attività e sviluppo fisico, e stiamo parlando degli anziani. Se questa esperienza è favorita poi dalla Presenza del Consiglio, significa che qualcosa inizia a cambiare in questo paese. Gli anziani non sono scarti”.

Il rischio per tanti anziani è la depressione

I giovani verranno inseriti in associazioni che almeno da 5 anni si occupano di assistenza alla Terza Età e faranno un corso di formazione. Il presidente dell’Auser dice che c’è bisogno di “avere una modalità di approccio con categorie fragili. I ragazzi saranno impiegati in attività per piccoli servizi,come il portare la spesa a casa, oppure se adesso si potrà uscire nella fase due accompagnare l’anziano dal medico. Serve ridare all’anziano quel minimo di vitalità che in questi mesi ha perso. ‘Io resto a casa’ è una misura giustissima, ma ci sono tanti anziani che vivono da soli e la solitudine per un anziano è una delle cose peggiori perché essa si accompagna spesso alla depressione. I ragazzi infatti dovranno stare anche in contatto con gli anziani per via telefonica per almeno un paio di volte a settimana”.

VaticanNews
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