Sud Sudan, a Cremona dialogo su guerre, migrazioni e accoglienza

Venerdì 19 ottobre, ore 21, presso Sala Comunale Avis di Cremona l’incontro promosso da Medici per l’Africa Cuamm

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Una serata dedicata al Sud Sudan, il più giovane stato al mondo, segnato da una crisi interna che dura ormai dal 2013 e che ha causato quattro milioni di sfollati, persone in fuga dalle proprie case in cerca di pace e sicurezza.

Nella Sala comunale Avis di Cremona (via Angelo Massarotti 65), venerdì 19 ottobre alle 21 interverranno per affrontare l’argomento Egidio Bosisio, medico Cuamm rientrato da un anno di servizio proprio in Sud Sudan, Carla Bellani, presidente delle Acli provinciali, Giovanna Bianchini, medico di Articolo 32 specializzata nell’assistenza sanitaria ai migranti e Anna Pozzi, giornalista di Mondo e Missione esperta d’Africa, che ha raccontato la crisi dei migranti sud sudanesi visitando i campi rifugiati sorti in Uganda.

Proprio in Uganda, infatti, oltre un milione di Sud Sudanesi sono stati accolti pacificamente dalla popolazione locale, in campi rifugiati che si stanno trasformando in villaggi permanenti. In Sud Sudan intanto continuano gli spostamenti interni di persone, che hanno bisogno di cure e assistenza alimentare. Oggi Medici con l’Africa Cuamm lavora in cinque ospedali del paese per rispondere a queste esigenze, oltre che nei campi rifugiati del West Nile in Uganda e di Gambella in Etiopia, offrendo cure sia alla popolazione rifugiata che a quella residente.

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MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti.

Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 7 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con oltre 1.600 operatori sia europei che africani; appoggia 19 ospedali, 45 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 3 scuole infermieri e 1 università (in Mozambico).

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