Monito del rappresentante del Santa Sede all’Unesco in merito allo spirito che deve guidare l’opera di recupero della cattedrale di Notre Dame, a seguito dei danni provocati dal rovinoso incendio del 15 aprile scorso, documentato in diretta dai media nel mondo intero.
Salvaguardare la dimensione religiosa
Mons. Francesco Follo è intervenuto ieri nell’ambito dei lavori del Comitato sul patrimonio culturale e naturale mondiale, in corso a Baku, nell’Azerbaidjan. “L’auspicio della Santa Sede – ha riferito – è che la cattedrale di Notre Dame di Parigi sia restituita a credenti, ai non credenti e alle generazioni future, conformemente ai principi per cui la salvaguardia del patrimonio culturale, compresa la sua fondamentale dimensione religiosa, è una condizione imprescindibile della sua valorizzazione”.
Patrimonio della Chiesa, della Francia e dell’umanità
Lo stesso Papa Francesco – ha rammentato il presule – aveva da subito nel messaggio inviato all’arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit, all’indomani della calamità, espresso “parole chiare” in proposito, perché “la cattedrale di Notre-Dame possa ridiventare, grazie ai lavori di ricostruzione e alla mobilitazione di tutti, il bello scrigno nel cuore della città, segno della fede di quanti l’hanno edificata, chiesa-madre della sua diocesi, patrimonio architettonico e spirituale di Parigi, della Francia e dell’umanità”.
Conservare leggibilità della sua identità
Da qui l’esigenza, “allo stato attuale dei lavori di restauro e ricostruzione”, ha sottolineato il delegato della Santa Sede, di “porre in evidenza il carattere centrale della dimensione di culto” della cattedrale di Notre Dame, come raccomandato da mons. Michel Aupetit perché si mantenga la sacralità del luogo. E’ dunque “una priorità tenere conto delle esigenze del culto e delle pratiche connesse, che devono continuare ad essere esercitate. E’ fondamentale – ha spiegato ha aggiunto mons. Follo – tutelare tale significato”, poiché “alla cattedrale sono connesse e interdipendenti, da un lato la vita religiosa e le forme nelle quali si esprime e d’altro lato, il culto e le strutture che la conservano: gli elementi che saranno ricostruiti devono rispondere allo scopo – ha ribadito mons. Follo – per il quale l’edificio è stato costruito”, “in modo da conservare la leggibilità della sua identità”. L’intervento di mons. Follo, giunge dopo notizie stampa – apparse anche nei giorni scorsi – che riportavano di progetti fantasiosi sul restauro della cattedrale di Notre Dame, come la costruzione di una serra sul tetto.
Segnano il passo le pratiche per le donazioni
Per quanto riguarda i fondi raccolti, questi ammontano finora a 38 milioni di euro – come rivelato stamane dall’arcivescovo di Parigi, interpellato dalla stampa su Rtl – una somma molto inferiore agli 850 milioni di euro di donazioni promesse, quali erano state annunciate dal ministro francese della Cultura, Frank Riester, a metà maggio. Mons. Aupetit si è detto comunque fiducioso per il futuro, spiegando che ci sono lunghi tempi tecnici per ricevere le grandi donazioni. Principale luogo di culto della Chiesa cattolica a Parigi, tra le costruzioni gotiche più celebri al mondo, dichiarata nel 1991 dall’Unesco patrimonio dell’umanità, la cattedrale di Notre Dame è giuridicamente di proprietà dello Stato francese